Crollo dei matrimoni e delle unioni civili L’osservazione dei dati, seppure provvisori vi , dei matrimoni e delle unioni civili celebrate nei comuni italiani nel corso del 2020 rivela un crollo significativo: i matrimoni, già in calo nel 2019, si riducono del 47,5% nel confronto con l’anno precedente, attestandosi a 96.687. Crollano i movimenti migratori: nel corso del 2020 si contano in totale 1.586.292 iscrizioni in anagrafe e 1.628.172 cancellazioni.
Roma, 26 mar 2021 - A diminuire sono soprattutto i
matrimoni religiosi (-68,1%) ma anche quelli civili registrano una perdita di quasi il 29%.
Se nel periodo gennaio-febbraio 2020 i matrimoni mostrano addirittura un aumento percentuale
rispetto allo stesso bimestre del 2019 (+10,7%), trainato probabilmente da un effetto calendario del
mese di febbraio (presenza di un giorno in più), è con l’inizio di marzo che si assiste a una
drammatica inversione di tendenza.
Le misure di contenimento del contagio, introdotte in concomitanza della prima ondata tra marzo e
maggio 2020 (sospensione delle cerimonie civili e religiose, limitazioni alla mobilità delle persone,
divieto di organizzare eventi), hanno avuto dirette ripercussioni sulle celebrazioni dei matrimoni
producendo un calo di quasi l’81% rispetto allo stesso trimestre del 2019 (96,6% i matrimoni religiosi,
-70,4% quelli civili). A partire dalla metà di maggio, l’attenuazione di alcune misure restrittive produce
qualche effetto di ripresa solo per i matrimoni civili, che restano tuttavia ben sotto la media mensile
del 2019 (-65,1%).
Nella fase di transizione (giugno-settembre 2020), con la contestuale riapertura di tutte le attività
commerciali e dei movimenti sul territorio nazionale, non si osserva un significativo recupero dei
matrimoni rimandati a causa del lockdown. La persistenza di regole restrittive sulle modalità di
celebrazione (limite agli assembramenti, numero contenuto di partecipanti consentiti per evento,
obbligo di uso di dispositivi di protezione in luoghi chiusi), le limitazioni ai viaggi internazionali, nonché
il sopraggiungere delle prime difficoltà economiche, hanno indotto verosimilmente le coppie a
rimandare il matrimonio a periodi più favorevoli. Prosegue quindi, anche durante l’estate, il calo delle
nozze, anche se più contenuto rispetto alla prima ondata (-48,8%); si conferma inoltre la diminuzione
più accentuata dei matrimoni religiosi (-67,6%) rispetto ai matrimoni civili (-24,5%).
Nonostante il sopraggiungere della seconda ondata, con conseguente inasprimento delle misure di
contenimento dell’epidemia, nell’ultimo trimestre dell’anno la diminuzione delle nozze rallenta, il 19%
circa in meno rispetto al 2019, -8,8% nel caso dei matrimoni civili.
Le 1.527 unioni civili tra persone dello stesso sesso registrate nel 2020 mostrano una tendenza alla
diminuzione (-33,5% sul 2019), subendo l’effetto delle varie ondate in modo simile ai matrimoni.
Crollano i movimenti migratori
Nel corso del 2020 si contano in totale v 1.586.292 iscrizioni in anagrafe e 1.628.172 cancellazioni.
Mettendo a confronto l’andamento dei flussi migratori nelle quattro fasi in cui si può dividere
convenzionalmente il 2020 (pre-Covid, prima ondata, fase di transizione, seconda ondata) con la
media dei corrispondenti periodi degli anni 2015-2019, emergono significative variazioni.
I movimenti tra comuni, che hanno coinvolto circa 1 milione e 300 mila persone, dopo una variazione
positiva registrata nei mesi prima dell’emergenza sanitaria (+8,4% le iscrizioni e +7,1% le
cancellazioni), si riducono drasticamente durante la prima ondata (-35,3% le iscrizioni e -36,9% le
cancellazioni) a causa del lockdown di marzo che ha ridotto al minimo la mobilità residenziale.
Durante la fase di transizione si ha una ripresa che riporta i trasferimenti tra comuni ai livelli di
incremento pre-Covid (+8,3% le iscrizioni e +4,7% le cancellazioni) mentre nel corso della seconda
ondata, senza blocchi generalizzati alla mobilità l’impatto è stato poco rilevante (+5,8% iscrizioni e
+6,2% cancellazioni).
Le ripercussioni sono state molto più rilevanti sui movimenti migratori internazionali. Le iscrizioni
dall’estero (220.533 nell’anno 2020), già in calo nel 2019 per la componente straniera, mostrano una
diminuzione nei primi due mesi dell’anno (-8,8%) per poi crollare durante la prima ondata (-66,3%) e
recuperare lievemente (ma sempre con una variazione negativa) nel corso dell’anno (-23,3% nella
fase di transizione e -18,2% nella seconda ondata).
Le cancellazioni verso l’estero (141.900 in totale),
invece, evidenziano uno slancio di partenze nella fase pre-Covid (+20%), una consistente riduzione
durante la prima ondata (-37,3%), una lievissima ripresa durante la fase di transizione (+0,8%) e un
ulteriore crollo in corrispondenza della seconda ondata (-18,4%).
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