Ospedale di Milazzo: sequestrati farmaci scaduti dai CC del Nas

  COMPAGNIA CARABINIERI DI MILAZZO,  ISPEZIONE ALLA FARMACIA DELL’OSPEDALE DI MILAZZO. SEQUESTRATI DAI CARABINIERI FARMACI SCADUTI DI  VALIDITÀ. Milazzo (Me), 3 dicembre 2024 - I Carabinieri del N.A.S. di Catania e della Compagnia di Milazzo, insieme ai militari della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Barcellona P.G., a seguito di attività delegata dall’Autorità Giudiziaria, hanno effettuato una verifica ispettiva igienico-sanitaria presso la farmacia dell’Ospedale “Fogliani” di Milazzo. L’attività di controllo, a cui ha preso parte il dott. Giuseppe Verzera, Procuratore Capo alla guida della Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto, presente alle operazioni condotte, ha permesso ai militari dell’Arma di individuare alcune confezioni di farmaci scaduti di validità, detenuti in promiscuità con i medicinali regolamentari, all’interno degli appositi armadietti della farmacia ispezionata, e destinati ai reparti ospedalieri. I...

Mafia dei Pascoli. Antoci presente in Aula Bunker "per guardarli negli occhi”

Antoci: “Il 2 marzo sarò presente in Aula Bunker per guardarli negli occhi”. Piera Aiello (Gruppo Misto): Domani a Messina al fianco di Antoci per il processo Nebrodi contro mafia dei Pascoli.


Messina, 1 marzo 2021 – Domani 2 marzo prende il via a Messina il Maxiprocesso “Nebrodi” che vede alla sbarra 111 imputati e con essi un sistema mafioso milionario fatto di connivenze e silenzi. Per anni e anni nessuno si azzardava a interrompere il meccanismo. Chi ci provava rischiava la vita.
Il processo segue l’operazione del 15 gennaio 2020 denominata “Nebrodi” con 94 arresti e il sequestro di 151 aziende agricole per mafia, una delle più vaste operazioni antimafia eseguite in Sicilia e la più imponente, sul versante dei Fondi Europei dell’Agricoltura in mano alle mafie, mai eseguita in Italia e all’Estero.
Più di mille uomini della Guardia di Finanza di Messina e dei Carabinieri del ROS hanno assicurato alla giustizia numerosi componenti di famiglie mafiose contestando loro reati che ruotano attorno al lucroso affare dei Fondi Europei per l’Agricoltura in mano alle mafie combattuto con forza con il cosiddetto “Protocollo Antoci”, ideato e voluto dall’ex Presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci. L’attività della DDA di Messina, guidata dal Procuratore Maurizio De Lucia, ha squarciato il velo di silenzi e omertà che avevano soggiogato e sottomesso per anni un intero territorio e la Sicilia intera.

Così scrivono i magistrati nell’ordinanza: “In gran parte, oltre quelli depredati, si usavano terreni liberi, presi a caso da tutta la Sicilia e da zone impensabili dell’Italia, usati, spacciati come propri, per le raffinate truffe delle associazioni……; e ancora: “….la mafia che ha scoperto che soldi pubblici e finanziamenti costituiscono l’odierno tesoro e come siano diminuiti i rischi pur se i metodi restano criminali…..; e ancora: “…il campo di maggiore operatività è divenuto il grande business derivante dalle truffe ai danni dell’Unione Europea, come detto più remunerative e meno rischiose”.

Un meccanismo interrotto proprio da quel Protocollo che Giuseppe Antoci ha fortemente voluto insieme al Prefetto di Messina Stefano Trotta e che oggi continua ad essere applicato con rigore dal Prefetto Maria Carmela Librizzi. Quello strumento, recepito nei tre cardini del Nuovo Codice Antimafia e votato in Parlamento il 27 settembre 2015, ha posto le basi per una normativa che consente a Magistratura e Forze dell’Ordine di porre argine ad una vicenda che durava da tanti anni. Di fatto, tentano di aggirarla e vengono scoperti. Per tutto ciò l’ex Presidente del Parco dei Nebrodi, oggi Presidente Onorario della Fondazione Caponnetto, ha rischiato la vita in quel tragico attentato mafioso dal quale si è salvato grazie all’auto blindata e a quei valorosi poliziotti della sua scorta, tutti promossi per merito straordinario e medaglia al valore.

Proprio su questo argomento il Giudice scrive nell’ordinanza dell’operazione che ha portato alla sbarra gli imputati: “.... nel contesto che emerge nella presente indagine di truffe milionarie e di furto mafioso del territorio trova aspetti di significazione probatoria e chiavi di lettura di quell’attentato... Antoci si è posto in contrasto con interessi milionari della mafia”.

“Abbiamo colpito con un’azione senza precedenti la mafia dei terreni – dichiara Antoci - ricca, potente e violenta, ed è per questo che quella notte volevano fermarmi. Volevano bloccare l’idea di una legge nazionale e dunque tutto quello che sta accadendo oggi. Io sarò presente domani all’Aula Bunker e li guarderò dritti negli occhi, uno per uno, senza paura, senza indugi e con l’unica forza che ho: quella dello Stato” - conclude Antoci.

«Domani mattina sarò nell’aula bunker del Tribunale di Messina al fianco di Giuseppe Antoci, per presenziare assieme a lui all'inizio del maxiprocesso #nebrodi.
Un importante lavoro condotto dalla Procura Distrettuale di Messina contro la mafia dei pascoli, ricca, pericolosa e spietata, la stessa che ha attentato alla vita del presidente Antoci e della sua scorta.
Saremo insieme per dimostrare la forza dello Stato e la vicinanza della Commissione Nazionale Antimafia.
Non lasciamo che anche questo processo passi sotto silenzio!».
Lo dichiara Piera Aiello, deputata del gruppo Misto, memento della Commissione Antimafia e da anni sotto scorta per minacce mafiose.

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