In Sicilia le maggiori criticità della rete fognaria pubblica
Nel 2018 si stima che circa nove abitanti su dieci (87,8% dei residenti) siano allacciati alla rete
fognaria pubblica, indipendentemente dalla disponibilità di impianti di trattamento successivi. Il
servizio è completamente assente in 40 comuni e, dove presente, non sempre si estende a tutto il
territorio comunale, soprattutto nelle aree con case sparse, zone montane o difficilmente raggiungibili,
comuni in cui la rete è stata messa recentemente in servizio.
22/03/2021 - Dove il servizio è assente, le acque
reflue urbane vengono convogliate generalmente verso sistemi autonomi di smaltimento, quali ad
esempio vasche Imhoff private. Sono 7,3 milioni i residenti non allacciati alla rete fognaria pubblica.
L’84,2% dei comuni italiani ha una copertura del servizio pubblico di fognatura superiore al 75% dei
residenti sul territorio, il 12,9% tra il 50% e il 75%, il 2,3% tra il 25% e il 50%, lo 0,6% ha una
copertura inferiore al 25% dei residenti e il restante 0,5% non ha una rete in esercizio.
In 12 regioni si rileva una percentuale di copertura superiore al dato nazionale (Figura 8). Nel Nord-
ovest si ha la maggiore copertura (94,1%), con la Valle d’Aosta che mostra il valore regionale più alto
(97,3%). Di contro, nelle Isole si registra quello più basso (80,5%) soprattutto per il dato della Sicilia
che, con un servizio esteso al 76,0% dei residenti, presenta il valore minimo regionale.
Assente il servizio pubblico di depurazione per circa tre residenti su dieci.
Gli impianti di depurazione delle acque reflue urbane sono destinati al trattamento delle acque reflue
provenienti da insediamenti civili ed eventualmente da insediamenti produttivi (impianti misti), cui
possono mescolarsi anche le acque meteoriche e quelle di lavaggio delle superfici stradali. Si tratta di
infrastrutture essenziali per ridurre l’inquinamento dei corpi idrici superficiali e sotterranei,
salvaguardando così l’ambiente in termini di tutela delle acque, di conservazione della biodiversità, di
valorizzazione del territorio e del paesaggio e di salvaguardia della salute pubblica.
Nel 2018 il servizio pubblico di depurazione delle acque reflue urbane, garantito da 18.140 impianti in
esercizio, ha trattato un carico inquinante medio annuo di circa 68 milioni di abitanti equivalenti.
In occasione della Giornata mondiale dell’acqua, istituita dall’ONU e celebrata ogni anno il 22 marzo, l’Istat fornisce un focus tematico annuale multi-fonte che propone i risultati provenienti da diverse indagini, elaborazioni e analisi, offrendo una lettura integrata del fenomeno con riferimento agli aspetti legati sia al territorio sia alla popolazione.
Il
65,5% del carico inquinante civile e industriale è depurato in impianti con trattamento di tipo avanzato,
il 29,5% in impianti di tipo secondario, il restante 5,0% in impianti di tipo primario e vasche Imhoff
(Figura 9). I reflui di origine civile e i relativi carichi inquinanti comprendono gli scarichi prodotti dagli
abitanti residenti, dai presenti non residenti, dai turisti e dalle attività produttive con meno di cinque
addetti.
Nel Nord-ovest e Sud si concentra, complessivamente, più del 50% del carico inquinante depurato
dagli impianti a livello nazionale.
La stima della sola popolazione connessa agli impianti di depurazione delle acque reflue urbane
corrisponde a circa il 70% della popolazione residente (42,3 milioni di abitanti). La restante quota di
popolazione (circa 18 milioni di abitanti) non è, pertanto, allacciata al servizio pubblico di depurazione
e risiede in comuni completamente privi del servizio (339) o in comuni solo parzialmente depurati.
La Sicilia, dove il 6,4% della popolazione risiede in 25 comuni completamente privi di servizio
pubblico di fognatura e il 13,3% in 80 comuni privi del servizio pubblico di depurazione, è la principale
destinataria delle quattro procedure d'infrazione in carico all’Italia, avviate tra il 2004 e il 2017 in
campo fognario-depurativo, e dovute al mancato adeguamento degli agglomerati alla direttiva
comunitaria sulle acque reflue (Direttiva 1991/271). Significative le situazioni di non conformità anche
in Campania, dove il 7,8% della popolazione vive in comuni completamente privi di servizio pubblico
di depurazione.
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Fonte: Istat, Censimento delle acque per uso civile
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