Capizzi, studente modello di 16 anni ucciso in piazza da un ventenne armato di pistola

Uno studente di 16 anni,  Giuseppe Di Dio, è stato ucciso sabato 1° novembre a Capizzi, piccolo comune dei Nebrodi in provincia di Messina, mentre un suo amico è rimasto ferito nella sparatoria. Fermate tre persone.  Giuseppe Di Dio frequentava la terza classe  dell'istituto alberghiero di Troina (Enna) e sarebbe stato attinto per errore dai colpi mortali esplosi da  Giacomo Frasconà Filaro , il 20.enne presunto assassino . 3 nov 2025 - Giuseppe Di Dio, 16 anni, e i suoi amici si trovavano  davanti a un bar di via Roma, a Capizzi, quando da un'automobile sarebbero scese tre persone, una delle quali avrebbe esploso i colpi di arma da fuoco che hanno attinto mortalmente il sedicenne, ferendo un altro giovane di 22 anni.  Si tratta di  Antonio Frasconà Filaro , 48 anni, e dei figli Mario, 18 anni, e Giacomo, 20 anni. Quest'ultimo, armato di pistola avrebbe fatto fuoco sulle persone presenti all'esterno del  bar di via Roma, a Capizzi, uccidendo ...

Strage di Capaci: il design sociale per il 29esimo anniversario

“Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”. (Giovanni Falcone). #23MAGGIO: DAI LUOGHI SIMBOLO DELLA LOTTA ALLA MAFIA NASCE “SPAZI CAPACI”, PROGETTO DI MEMORIA 4.0. RIPRENDIAMOCI LE CITTÀ ATTRAVERSO L’ARTE.


23/05/2021 - L’arte che interpreta gli spazi urbani simbolici di Palermo, l’arte capace di rinnovare il rapporto tra le città e le persone, che l’emergenza sanitaria ha negato per tanto tempo. Si chiama Spazi Capaci/Comunità Capaci il progetto di design sociale curato da Alessandro de Lisi, che la Fondazione Falcone e il Ministero dell’Istruzione hanno prodotto per il 29esimo anniversario della strage di Capaci costata la vita al giudice Giovanni Falcone, alla moglie Francesca Morvillo e agli agenti della scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo. Si vuol riconquistare gli spazi, tornare a viverli attraverso le opere in un progetto sperimentale di “memoria 4.0”, che, partendo inizialmente da luoghi di Palermo simbolo della vitalità della lotta civile contro la mafia, compia un viaggio attraverso tutto il Paese. Un cammino lungo tre anni verso la riappropriazione di spazi significativi, emblematici di memoria, col traguardo nel 2023, anno in cui ricorre il 30ennale delle stragi di Firenze, Roma e Milano e del culmine della strategia stragista di Cosa nostra con l’omicidio di Don Pino Puglisi. Il progetto, a cui hanno già aderito la Soprintendenza per i Beni Culturali di Palermo, il Teatro Massimo di Palermo, il Museo Archeologico Regionale Salinas, Il Colosseo a Roma e che ha ricevuto il plauso del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, verrà inaugurato il 23 maggio, anniversario della strage di Capaci, alla presenza del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e delle massime autorità dello Stato, ma i “cantieri” delle prime opere, tutte all’aperto nel rispetto delle norme anti-Covid, partiranno il 25 aprile, data storica per il Paese che segna anch’essa una riconquista, quella della libertà.

A dare il via al progetto, al quale negli anni si aggiungeranno molti altri contributi, saranno quattro opere: “La porta dei Giganti” di Andrea Buglisi, due enormi ritratti su parete, uno di Giovanni Falcone, realizzato sulla facciata di un palazzo di 11 piani in via Duca Della Verdura, l’altro di Paolo Borsellino, che sarà realizzato in estate su un altro edificio in via Sanpolo, entrambi a pochi metri dall’Aula Bunker del carcere Ucciardone, teatro di una delle più grandi vittorie dello Stato contro Cosa nostra: il maxiprocesso.
Sotto l’Albero Falcone, emblema di una comunità che è stata capace di risvegliarsi dal sonno della sottomissione a Cosa nostra dando inizio a una nuova stagione di responsabilità civile, verrà collocata una statua “L’attesa”, realizzata dall’artista trentino Peter Demetz: una giovane donna che rappresenta l’attesa di una città per la giustizia e, oniricamente, il ritorno a casa di Giovanni Falcone e sua moglie Francesca Morvillo.
Nel cortile dell’Aula Bunker dell’Ucciardone, sarà allestita una colossale installazione di Velasco Vitali: “Branco”, 54 cani a grandezza naturale, sculture ispirate al realismo magico di Picasso, in ferro, lamiere e cemento. Il branco rappresenta la fame di potere criminale e l’abuso della mafia sulla società ma anche la reazione, la lotta civile, la trasformazione in sentinelle a guardia della verità. Infatti, un cane tutto d’oro veglierà il caveau dove è custodita l’istruttoria del primo storico maxiprocesso contro Cosa Nostra.

A Brancaccio, periferia per anni feudo dei clan, l’arte si riprende piazza Anita Garibaldi. Là dove sorge la casa museo dedicata a don Pino Puglisi, Igor Scalisi Palminteri realizzerà un monumentale polittico urbano dal titolo “Roveto Ardente”, ritraendo il sacerdote ucciso dalla mafia, il fiammifero che spegnendosi ha appiccato il fuoco eterno della vampa del coraggio, quel roveto ardente appunto che è profondamente presente nella cultura delle religioni del Mediterraneo. Cultura e bello dove don Pino, da poco proclamato Beato, combatté la sua battaglia perché i ragazzi riconquistassero la loro libertà dalla mafia. Il progetto che prende il via a Palermo, sostenuto anche da privati, coinvolgerà gli studenti di diverse scuole della città in linea con l’impegno che Fondazione Falcone e Ministero dell’Istruzione da anni portano avanti nella consapevolezza che la lotta alla mafia non può prescindere dalla cultura e dal coinvolgimento dei ragazzi. Gli istituti inseriti nell’iniziativa, che prevede incontri tra studenti e artisti durante la realizzazione delle opere, sono il Liceo Artistico Catalano, il Liceo Artistico Damiani Almeyda, Istituto d’Arte Picasso Istituto comprensivo Sperone-Pertini, Istituto Vittorio Emanuele III, Istituto istruzione secondaria superiore Volta, Istituto Regina Margherita, Consulta provinciale degli Studenti di Palermo.

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