L’Indagine europea sulla salute (Ehis) i , condotta nel 2019, poco prima dell’irrompere della pandemia da Covid-19, offre un quadro informativo ampio sulle condizioni di salute, rispetto al quale si può
valutare il rilevante impatto della crisi sanitaria sulla popolazione anziana. I risultati dell’indagine
documentano le criticità e i bisogni sanitari di questa fascia di popolazione, che conta oltre 13,7
milioni di persone, di cui la metà over75. Pronunciate le diseguaglianze per territorio
14/07/2021 - Le persone con gravi difficoltà nelle funzioni di base sono più concentrate nelle regioni del
Mezzogiorno (32,1%, quoziente standardizzato) rispetto al Centro (25,5%) e al Nord (22,9%). Lo
svantaggio del Sud e delle Isole è particolarmente pronunciato per le difficoltà motorie, per le quali si
registra un tasso standardizzato del 24,7% contro il 17,6% del Centro e il 15,8% del Nord. In
particolare per le donne il valore supera il 30%, contro il 20% circa nel Centro e nel Nord. Le
differenze territoriali rimangono invariate a distanza di cinque anni.
Sono circa 3 milioni e 860mila gli anziani con gravi difficoltà nelle attività funzionali di base (il 28,4%
della popolazione di 65 anni e più).
Di essi, 2 milioni 833mila (20,9%) hanno gravi difficoltà nel
camminare, salire o scendere le scale senza l’aiuto di una persona o il ricorso ad ausili, 1 milione
874mila (13,8%) riferiscono gravi difficoltà nell’udito o nella vista anche con l’uso di ausili, 1 milione e
113mila (8,2%) hanno gravi difficoltà nella memoria o nella concentrazione.
Al crescere dell’età la quota di anziani con gravi difficoltà funzionali aumenta progressivamente: tra i
65-74enni è al 14,6%, raddoppia al 32,5% tra gli anziani di 75-84 anni e quadruplica tra gli ultra
ottantacinquenni (63,8%).
La quota di donne di 65 anni e più con gravi difficoltà funzionali supera quella degli uomini della
stessa età in tutte le attività di base considerate.
Nel camminare oppure salire o scendere le scale, le anziane mostrano maggiori difficoltà già a partire
dai 65 anni (+3,4 punti percentuali rispetto agli uomini) fino a un gap di genere di quasi 20 punti dopo
gli 85 anni (59,1% per le donne contro 40,2% per gli uomini).
Fra le donne le maggiori difficoltà nel
ricordare o nel concentrarsi si osservano dopo i 75 anni (16% contro 9,3% degli uomini). Sono più
attenuate le differenze di genere per le difficoltà nella vista e nell’udito in tutte le fasce di età.
Rispetto al 2015, eliminando l’effetto della diversa struttura per età, diminuiscono le quote di donne
con gravi difficoltà nelle attività motorie (da 25,9% nel 2015 a 23,4% nel 2019) e sensoriali (da 15,3%
a 13,0%) a fronte di una sostanziale stabilità per gli uomini. Si riduce per entrambi i sessi la quota di
quanti riferiscono gravi difficoltà nella memoria o concentrazione (da 7,9% a 6,0% per gli uomini, da
11,1% a 8,7% per le donne).
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