Presentata la Relazione Annuale del Presidente dell’Inps e il XX Rapporto dell’Istituto. Il Presidente dell’Inps Pasquale Tridico ha illustrato la Relazione annuale sulle attività 2020. Filo conduttore della Relazione del Presidente Tridico sono i temi dell’equità - tra generazioni e all’interno di ciascuna generazione – della sostenibilità del sistema e dell’innovazione finalizzata a servizi più semplici ed efficienti per i cittadini. Insieme al XX Rapporto annuale Inps, la Relazione traccia un bilancio di ciò che l’Istituto ha fatto nel 2020 e analizza non solo gli effetti di questo anno attraversato dalla pandemia sulla flessione della produzione e dell’occupazione ma anche l’attivazione delle risposte da parte del Legislatore, implementate dall’Inps, che hanno attutito l’impatto della crisi.
Roma, 12/07/2021 - Al 31 dicembre 2020, i pensionati italiani erano pari a circa 16 milioni, di cui il 7,7% uomini e
l’8,3% donne. Nonostante le donne pensionate siano la maggioranza, le pensioni medie mensili
degli uomini (pari a 1.897 euro) superano significativamente quelle delle donne (pari a 1.365).
Il divario retributivo a livello territoriale si riflette nel dato pensionistico: le pensioni medie al
Centro-Nord superano di poco i 1.700 euro, mentre quelle al Sud e Isole sono pari a 1.400
euro. Le prestazioni previdenziali rappresentano l’81% del totale e quelle assistenziali il 19%.
La categoria più numerosa è rappresentata dalle pensioni di anzianità/anticipate con il 30,9%
del totale, seguita da quella delle pensioni di vecchiaia con il 24,5% e dalle pensioni ai
superstiti con il 20,5%; le prestazioni agli invalidi civili sono il 15,3% del totale; le prestazioni
di invalidità previdenziale e le pensioni/assegni sociali sono rispettivamente il 5% e il 3,9%.
Quota100
La misura sperimentale e triennale di Quota 100 ha permesso il pensionamento anticipato di
180.000 uomini e 73.000 donne nel primo biennio 2019-20.
Dall’analisi del take-up di Quota
100 emerge che la misura è stata utilizzata prevalentemente da uomini, con redditi medio-alti
e con una incidenza percentuale maggiore nel settore pubblico. Se ci si limita invece ai
dipendenti del settore privato, oltre al genere e al reddito, assume un ruolo chiave anche la
salute negli ultimi anni di carriera. Rispetto agli impatti occupazionali attraverso la sostituzione
dei pensionati in Quota 100 con lavoratori giovani, un’analisi condotta su dati di impresa non
mostra evidenza chiara di uno stimolo a maggiori assunzioni derivante dall’anticipo
pensionistico.
Opzione Donna
L’opzione Donna ha permesso circa 35.000 pensionamenti nel primo biennio 2019-20.
Dall’analisi di un campione di donne con i requisiti per l’adesione a questo canale di
pensionamento, emerge che hanno scelto l’Opzione prevalentemente soggetti con redditi bassi,
a volte silenti, ovvero senza versamenti contributivi nell’anno antecedente al pensionamento.
Anche limitandosi al solo settore privato, il reddito basso si conferma essere la determinante
più significativa per questa scelta.
Revisione del sistema pensionistico
Il dibattito pubblico recente si è concentrato su alcune proposte di revisione del sistema
pensionistico. Nel Rapporto Annuale si approfondiscono tre proposte, dal punto di vista degli
effetti economici sulla spesa pensionistica sia nel breve che nel lungo periodo. Nello specifico,
sono analizzate: la proposta di consentire il pensionamento anticipato con 41 anni di
contribuzione, a prescindere dall’età; l’opzione al calcolo contributivo con 64 anni di età e 36 di
contributi; e un’opzione di anticipo della sola quota contributiva della pensione a 63 anni,
rimanendo ferma a 67 la quota retributiva.
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