Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

Mobilità degli italiani: meno trasporto pubblico più automobile (non elettrica)

Istat: le stime relative a un’indagine sugli spostamenti degli italiani per motivi di studio e lavoro prima dell’emergenza sanitaria e sulle loro previsioni per il prossimo autunno. I quesiti di indagine sono stati somministrati nel mese di luglio appena trascorso, con una sezione aggiuntiva del questionario utilizzato correntemente per l’indagine mensile sulla fiducia dei consumatori.

11/08/2021 - Aumenta l’uso dell’automobile, in calo il trasporto pubblico Anche sulla modalità di trasporto si prefigurano importanti cambiamenti, con una caduta nell’utilizzo del mezzo pubblico, previsto solo nel 22,6% dei casi (la percentuale per gli stessi intervistati era del 27,3% prima della pandemia), e un parallelo incremento nell’uso dell’automobile privata, che dal 44,1% arriverà a coprire quasi la metà degli spostamenti nel prossimo autunno. In aumento anche l’uso dell’auto utilizzata in qualità di passeggero. Un lieve calo caratterizza, invece, le forme di mobilità cosiddetta dolce (bicicletta e monopattino anche elettrici, spostamenti a piedi) Il Covid-19 influenza più la frequenza che la modalità degli spostamenti Tra occupati e studenti ben uno su quattro prevede di cambiare la propria frequenza di spostamento rispetto a prima della pandemia. 

Per quasi la metà di essi il Covid rappresenta la causa esclusiva di questo mutamento mentre per un rimanente 17% è una concausa che si accompagna ad altre ragioni. Meno diffusi i cambiamenti della modalità di trasporto, che varia solo per un decimo degli intervistati. In questo caso il Covid rappresenta una causa della mutata abitudine, esclusiva o associata ad altre motivazioni, per circa la metà degli occupati e studenti intervistati. Peraltro, come visto in precedenza, la più bassa diffusione dei cambiamenti nella modalità di trasporto si associa a una sostanziale uniformità del tipo di cambiamento, ossia lo spostamento dal mezzo pubblico all’automobile. 

Meno trasporto pubblico anche per motivi diversi da studio e lavoro 

Sebbene l’obiettivo principale dell’indagine abbia riguardato gli spostamenti per studio e lavoro, sono state poste alcune domande anche a persone che hanno dichiarato una condizione professionale diversa da quella di occupato o studente. In particolare, i quesiti si sono incentrati sulle abitudini di spostamento degli intervistati a inizio 2020 e le loro previsioni di mobilità per il prossimo autunno, con particolare riferimento all’uso del trasporto pubblico e del mezzo privato a motore (automobile, moto, scooter). 

La maggioranza degli intervistati (oltre il 55%) non utilizzava già prima e continuerà a non utilizzare nel prossimo futuro il trasporto pubblico; un quarto lo utilizzerà come in precedenza. Solo una ristretta minoranza (vicina al 2%) ritiene che lo utilizzerà di più mentre il 17,6% lo farà con minor frequenza (Prospetto 5). Anche in questo caso, emerge complessivamente una propensione a un minore ricorso al trasporto pubblico. I tre quarti di coloro che prevedono di spostarsi meno con i mezzi pubblici citano il Covid come motivazione, esclusiva o in associazione con altre cause.

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