Istat: le stime relative a un’indagine sugli spostamenti degli italiani per motivi di studio e lavoro prima dell’emergenza sanitaria e sulle loro previsioni per il prossimo autunno. I quesiti di indagine sono stati somministrati nel mese di luglio appena trascorso, con una sezione aggiuntiva del questionario utilizzato correntemente per l’indagine mensile sulla fiducia dei consumatori.
11/08/2021 - Aumenta l’uso dell’automobile, in calo il trasporto pubblico
Anche sulla modalità di trasporto si prefigurano importanti cambiamenti, con una caduta nell’utilizzo del mezzo
pubblico, previsto solo nel 22,6% dei casi (la percentuale per gli stessi intervistati era del 27,3% prima della
pandemia), e un parallelo incremento nell’uso dell’automobile privata, che dal 44,1% arriverà a coprire quasi la
metà degli spostamenti nel prossimo autunno. In aumento anche l’uso dell’auto utilizzata in qualità di
passeggero. Un lieve calo caratterizza, invece, le forme di mobilità cosiddetta dolce (bicicletta e monopattino
anche elettrici, spostamenti a piedi)
Il Covid-19 influenza più la frequenza che la modalità degli spostamenti
Tra occupati e studenti ben uno su quattro prevede di cambiare la propria frequenza di spostamento rispetto a
prima della pandemia.
Per quasi la metà di essi il Covid rappresenta la causa esclusiva di questo
mutamento mentre per un rimanente 17% è una concausa che si accompagna ad altre ragioni.
Meno diffusi i cambiamenti della modalità di trasporto, che varia solo per un decimo degli intervistati. In questo
caso il Covid rappresenta una causa della mutata abitudine, esclusiva o associata ad altre motivazioni, per circa
la metà degli occupati e studenti intervistati. Peraltro, come visto in precedenza, la più bassa diffusione dei
cambiamenti nella modalità di trasporto si associa a una sostanziale uniformità del tipo di cambiamento, ossia lo
spostamento dal mezzo pubblico all’automobile.
Meno trasporto pubblico anche per motivi diversi da studio e lavoro
Sebbene l’obiettivo principale dell’indagine abbia riguardato gli spostamenti per studio e lavoro, sono state
poste alcune domande anche a persone che hanno dichiarato una condizione professionale diversa da quella di
occupato o studente. In particolare, i quesiti si sono incentrati sulle abitudini di spostamento degli intervistati a
inizio 2020 e le loro previsioni di mobilità per il prossimo autunno, con particolare riferimento all’uso del
trasporto pubblico e del mezzo privato a motore (automobile, moto, scooter).
La maggioranza degli intervistati (oltre il 55%) non utilizzava già prima e continuerà a non utilizzare nel prossimo
futuro il trasporto pubblico; un quarto lo utilizzerà come in precedenza. Solo una ristretta minoranza (vicina al
2%) ritiene che lo utilizzerà di più mentre il 17,6% lo farà con minor frequenza (Prospetto 5). Anche in questo
caso, emerge complessivamente una propensione a un minore ricorso al trasporto pubblico. I tre quarti di coloro
che prevedono di spostarsi meno con i mezzi pubblici citano il Covid come motivazione, esclusiva o in
associazione con altre cause.
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