Giovedì Santo: a Caltanissetta uno dei momenti più intensi e identitari della Settimana Santa

Giovedì Santo a Caltanissetta: il cuore pulsante della Settimana Santa.    Attesa per oltre un anno, la processione del Giovedì Santo a Caltanissetta rappresenta uno dei momenti più intensi e identitari dell’intera Settimana Santa. È l’evento simbolo che unisce fede, tradizione e appartenenza in un rito collettivo che coinvolge l’intera comunità nissena e attrae ogni anno centinaia di visitatori da tutta Italia. 16/04/2025 - Per un giorno, la città si trasforma in un grande palcoscenico a cielo aperto: carico di emozioni, luci e suggestioni, dove ogni angolo racconta una storia, ogni volto rivela un senso profondo di attaccamento alla propria terra. È la giornata in cui ogni nisseno, anche chi vive lontano, sente un richiamo viscerale verso casa. Un legame indissolubile che trova la sua massima espressione nella storica processione delle Vare, i grandiosi gruppi scultorei che raffigurano le scene della Passione di Cristo e che percorrono le vie del centro cittadino in un cam...

Istruzione e Benessere: i valori minimi registrati a Trapani (2,6%), Caltanissetta (3,7%) e Messina (3,8%)

Istruzione e formazione. Benessere equo e sostenibile dei territori. L’Istat pubblica l’aggiornamento annuale del sistema di indicatori del Benessere equo e sostenibile dei territori, riferiti alle province e alle città metropolitane italiane, coerenti e integrati con il framework Bes adottato a livello nazionale. I 63 indicatori statistici inseriti nell’edizione 2021 sono articolati in 11 domini; rispetto al Rapporto Bes nazionale, composto da 12 domini, non è considerato il Benessere soggettivo per la mancanza di fonti di adeguata qualità statistica. 

6 sett 2021 - Nell’anno di inizio della crisi pandemica, entrambi gli indicatori selezionati per l’analisi di questo dominio hanno subito un peggioramento, soprattutto al Centro-nord. Dopo alcuni anni di diminuzione, la percentuale di giovani che non lavorano e non studiano (Neet) torna a salire, raggiungendo nel 2020 il 23,3% in media-Italia (+1,1 punti percentuali rispetto al 2019). Il trend è accentuato al Nord (16,8%; +2,3 punti) e al Centro (19,9%; +1,8 punti). Il Mezzogiorno, che registra invece una contrazione modesta (-0,4 punti), resta comunque su livelli doppi rispetto al Nord, con circa un giovane di 15-29 anni su tre che non è inserito in un percorso di istruzione o formazione né è occupato (32,6%). La distribuzione tra le province mostra una evidente divaricazione tra l’area del Nord-est e la Sicilia, dove la quota di Neet tocca il 40% a Messina, Catania e Caltanissetta (Figura 3). Tuttavia, la provincia con il valore più alto del tasso è, anche nel 2020, quella di Crotone (48%), che marca una distanza notevole da Pordenone (10,7%), Ferrara (11,1%) e Sondrio (11,9%), le province più virtuose. 

In generale, tra il 2010 e il 2020 l’incidenza dei Neet aumenta per quasi i due terzi delle province. Tra quelle che invece presentano una dinamica nettamente positiva si segnalano Pordenone (17,9% nel 2010; -7 punti percentuali) e Brescia (14,7% nel 2020 da 21,6%). Nel Mezzogiorno le evoluzioni positive più marcate emergono per Matera (24,5%, -8 punti percentuali rispetto al 2010) e Brindisi (28,9% da 36,8%). Anche nel 2020 i livelli di partecipazione alla formazione continua, ovvero la percentuale di persone di 25-64 anni che hanno partecipato ad attività di istruzione e formazione nelle 4 settimane precedenti l'intervista, contrassegnano una distanza consistente tra il Centro-nord e il Mezzogiorno, ma la divisione tra le due aree non è netta. 

Le province meridionali restano prevalentemente su livelli bassi e distanti dalla media Italia (7,2%), ma ai valori minimi registrati a Trapani (2,6%), Caltanissetta (3,7%) e Messina (3,8%) si contrappone quello di Cagliari, che con il 16,5% è prima assoluta in Italia. Di contro, nel gruppo di coda della distribuzione si trovano anche Asti (4,2%), Bergamo (4,9%) e Verbano-Cusio-Ossola (5,2%) per il Nord, Pesaro e Urbino e Macerata per il Centro (5,0% e 5,2% rispettivamente). Questa configurazione territoriale dai contorni frastagliati è anche esito delle diverse dinamiche che hanno interessato i territori nell’ultimo anno, durante il quale si è registrata una generale contrazione della partecipazione alla formazione continua (-0,9 punti percentuali in media Italia) anche dovuta alle interruzioni durante l’emergenza sanitaria della possibilità di partecipare ad attività di apprendimento, che solo parzialmente sono state riconvertite in altre forme di fornitura. 

L’ultimo anno ha segnato un’inversione della tendenza di moderata crescita che, pur con andamento alterno, si è osservata a partire dal 2010 in maniera diffusa sul territorio nazionale. Il saldo 2010-2020 resta comunque positivo per la maggior parte delle province italiane. Il guadagno più significativo è quello di Bologna (con il 5,9% nel 2010 e il 14,1% nel 2020).
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FONTE: ISTAT

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