Stretto di Messina: nessuna violazione e nessuna mancata trasparenza

STRETTO DI MESSINA RISPONDE SULL’ESPOSTO ALL'AUTORITÀ GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO.  Nessuna violazione e nessuna mancata trasparenza. La società agisce sempre nel pieno rispetto delle norme.    Roma, 10 dicembre 2024 – In relazione all’esposto presentato all’AGCM, tra gli altri dal PD di Villa San Giovanni, la Stretto di Messina precisa quanto segue.   ART. 72 DIRETTIVA UE E COSTI DEL PROGETTO La crescita del valore dell’investimento da 8,5 mld del 2011 a 13,5 (come previsto nel DEF 2023), non si riferisce a maggiori opere ma al forte aumento dei prezzi registrato negli ultimi anni, fenomeno che ha coinvolto e coinvolge tutti i progetti infrastrutturali. Inoltre va sottolineato che il valore di 13,5 miliardi non riguarda solo il contratto con il Contraente generale e gli altri affidatari, ma il costo complessivo del progetto. La Direttiva 2014/24/UE sarà pertanto rispettata come peraltro espressamente richiamato nel Decreto-legge 31 marzo 2023, n. 35...

Veni l’autunnu: l’equinozio coi ‘riuturi’ di Franco Battiato

Oggi 22 settembre 2021, 'equinozio d’autunno’.  Salutiamo l’arrivo dell’autunno con i potenti versi di Franco Battiato: “Veni l'autunnu, / scura cchiù prestu / l'albiri peddunu i fogghi / e a mari già si sentunu i riuturi”. «Riuturi» (o «rivuturi»), una parola strana. Anche tu li avrai già uditi quando alla fine dell'estate dal mare si sente provenire quell’inquietante ‘tramestio’ temporalesco

[22/09/2021] - Viene l’autunno, fa buio prima, gli alberi perdono le foglie, ricomincia la scuola. Là a mare già si sentono i “riuturi”. Oggi, 22 settembre 'equinozio d’autunno’ (previsto alle 21,21), quanto avrei voluto salutare l’arrivo dell’autunno con una mia filastrocca, ma non c’è spazio, tanto potenti sono (in me) i versi di Franco Battiato: “Veni l'autunnu, / scura cchiù prestu / l'albiri peddunu i fogghi / e a mari già si sentunu i riuturi”.
«Riuturi» (o «rivuturi») per chi non conosce la lingua paterna di Battiato (che è anche la mia) è una parola incomprensibile e strana. Anche tu avrai già udito i “riuturi”, quando alla fine dell'estate dal mare si sente provenire quell’inquietante ‘tramestio’ temporalesco che non è chiaro. Che non è movimento nè fermento, non è scompiglio nè tumulto, non è finimondo né temporale, non è rumore e non è chiasso, non è tuono nè frastuono.  Sono i “riuturi”, "rivolture”, i primi sentori dell’autunno. E’ poesia.

Battiato, braccia rubate all’agricoltura

E pensare che suo padre gli “’nzignau lu muraturi / pi’ nan sapiri leggiri e scriviri”… ‘Lo insegnò’ muratore non sapendo leggere né scrivere: analfabeta dunque? Sì, quello è il significato letterale, ma c’è un significato in questo ‘modo di dire’ che è sinonimo di decisione presa senza starci troppo a pensare, d'impeto, senza indugio, alla cieca. Nulla a che spartire col significato letterale, insomma.

Santi che pagano il mio pranzo non ce n'è

Del resto Battiato avrebbe avuto poche speranze di sottrarsi a quel ‘destino’: “È inutili câ 'ntrizzi e fai cannola / lu santu è di mammuru e nan sura".
E’ inutile cercare di convincere un santo di marmo che – pertanto – non potrà mai sudare. Ecco un altro modo di dire molto usato ed efficace in Sicilia, per significare letteralmente che è inutile cercare di essere suadente e adulatrice per sedurre, adornandosi i capelli con boccoli e trecce (‘ntrizzari’), se il tuo interlocutore è irremovibile ti servirà a poco o a niente.
I “bummi supra ‘a Nunziata” sono i fuochi d’artificio che svettano sopra la chiesa dell’Annunziata e tutti nei vicoli stretti del paese, dietro alla processione.

Sicilia bella mia, Sicilia bella. Che strano e complicato sentimento, un giorno ti dovrò confidare le mie pene, chissà se sei in grado di capire? Non so come (sia possibile), ma ti voglio bene.
Battiato in questa dichiarazione d’amore alla propria terra, la Sicilia, esprime tutta la sua amarezza per quegli “orrori” che non provengono certo dalla Sicilia stessa, ma da chi (colpevolmente) la abita.
“Odiosamata Sicilia! Di cui non saprebbe trovarsi terra più ricca di magnificenze e d’orrori”, spiega Gesualdo Bufalino nel volume ‘L’isola nuda’.

m.m.

VENI L’AUTUNNU

Stamu un pocu all'umbra,
cca c'è troppu suli...

Veni l'autunnu,
scura cchiù prestu,
l'albiri peddunu i fogghi,
accumincia 'a scola,
ddà a mari già si sentunu i riuturi,
e a' mari già si sentunu i riuturi.

Mô patri m'inzignau lu muraturi
pi’ nan sapiri leggiri e scriviri.
È inutili câ 'ntrizzi e fai cannola
lu santu è di mammuru e nan sura.

Sparunu i bummi supra ‘a Nunziata,
'n cielu fochi di culuri,
'n terra aria bruciata
e tutti appressu ô santu 'nta vanedda,
Sicilia bedda mia, Sicilia bedda.

Chi stranu e cumplicatu sintimentu,
‘ngnonnu ti l'haiu ‘a diri li mo peni.
Cû sapi si sî in gradu di capiri,
no sacciu comu ma ti vogghiu beni.


VIENE L’AUTUNNO
(traduzione in lingua italiana)

Stiamo un po’ all’ombra,
qua c’è troppo sole...

Viene l’autunno,
fa scuro prima,
gli alberi perdono le foglie,
ricomincia la scuola.
Là a mare già si sentono i “riuturi”,
e a mare già si sente il rumorìo.

Mio padre mi insegnò il muratore
per non sapere leggere e scrivere.
È inutile che intrecci e fai boccole,
il santo è di marmo e non suda.

Sparano le bombe sopra l’Annunziata,
in cielo fuochi di colori,
a terra aria bruciata,
e tutti appresso al santo nella stradella,
Sicilia bella mia, Sicilia bella.

Che strano e complicato sentimento,
un giorno ti dovrò dire le mie pene,
chissà se sei in grado di capire?
non so come, ma ti voglio bene.

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