Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

Giornata Mondiale delle Città: l'insostenibile leggerezza dell'essere (umano)

Giornata Mondiale delle Città, 31 ottobre. Il 31 ottobre si celebra la Giornata Mondiale delle Città. L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite l'ha designata con risoluzione 68/239 per promuovere l'urbanizzazione globale, la cooperazione tra i paesi che affrontano le sfide dell'urbanizzazione e contribuire allo sviluppo urbano sostenibile nel mondo.

28/10/20121 - L'urbanizzazione intende offrire nuove forme di inclusione sociale, tra cui una maggiore uguaglianza, l'accesso ai servizi e nuove opportunità, un impegno e una mobilitazione che riflettano la diversità delle città, dei paesi e del mondo. Troppo spesso - tuttavia - questa non è la 'forma' dello sviluppo urbano. La disuguaglianza e l'esclusione abbondano, spesso con tassi superiori alla media nazionale, a scapito di uno sviluppo sostenibile vantaggioso per tutti.

L'obiettivo di rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili viene spesso disattesa. Le città più grandi del mondo - infatti - sono spesso anche le più diseguali. Il tema di quest'anno è adottato dall'azione della New Urban Agenda, che pone il tema delle città inclusive come uno dei pilastri principali.


Quann’era ‘n campagna

Chi bella scuperta,
chi felicità,
mi vinniu ‘a campagna
pi’ stari ‘n città.

Non vuleva cchiù ristari
sutta un pedi di castagna,
mi pareva troppu duru
fari ‘a vita di campagna.

Mi piaceva aviri
‘u mobiliu in teak,
roba chi nn’arriva
pirchì ora c’è ‘u Mec.

Ma ora penzu cu’ duluri
‘u me pedi di castagna
e vulissi riturnari
a stari ‘n campagna.

Quann’era ‘n campagna
mi sinteva un re,
non duveva mai
‘bbannunari ‘a me terra!

Quann’era ‘n campagna
nun aveva guai,
prima nun n’aveva
e ora inveci l’hai!

Iò fu' ‘na carogna,
chista è ‘a virità,
puru ‘a me cumpagna
‘a lassai ddà.

Era forsi un po’ all’antica
bedda poi non mi pareva,
pirchì cipria supra all’occhi
idda non si ni mitteva.

E giru ‘a campagna,
luntanu d’a città,
cercu ‘na cumpagna
‘a stissa ‘i chidda dda,

chi, vabbeni, mi lassava
i furmiculi ‘nto risu,
però quannu mi baciava
era 'u paradisu.

Quann’era ‘n campagna
mi sinteva un re,
non duveva mai
‘bbannunari ‘a me terra!

Quann’era ‘n campagna
nun aveva guai,
prima nun n’aveva
e ora inveci l’hai!

Quann’era ‘n campagna
stava ‘nto ‘n suffittu,
senza condominiu,
né cuntrattu scrittu,

ma videva ‘u firmamentu,
era chidda ‘a me furtuna,
e di notti mi pareva
di parlari cu la luna.

Ora inveci parlu
cu’ ‘sti quttru mura
e c’un lampadariu
di tanti culura,

ma non vidu ‘u firmamentu
e non trovu cchiù ‘a furtuna,
sunu cinquant’anni chi
non vidu chiù la luna.

Quann’era ‘n campagna
mi sinteva un re,
non duveva mai
‘bbannunari ‘a me terra!

Quann’era ‘n campagna
nun aveva guai,
prima nun n’aveva 
e ora inveci l’hai!

Mimmo Mòllica


Mimmo Mòllica ha scritto «Quand’ero in campagna» qualche anno addietro, affascinato dalle impareggiabili atmosfere di Georges Brassens nelle sue canzoni.
"Nei versi di Auprès de mon arbre sentivo la dolorosità del transfuga, - afferma Mòllica - dolorosità tutto sommato indiretta, essendo io ‘inurbato di seconda generazione’. Ma avvertivo le parole di Brassens nella carne, come una spina nel cuore.

“Sentivo la mia terra vibrare di suoni, era il mio cuore”, come il suonatore Jones di E.L. Masters, cantato da Fabrizio De Andrè.

Quelle vibrazioni mi hanno sempre accompagnato nella vita. Sapevo che ad un chilometro da me c’era la ‘foresta’, il luogo dove rifugiare l’anima e la mente ogni volta che il corpo me ne faceva richiesta, e mi confortavo a tale pensiero. Ma non era esattamente la «realtà rurale» di quelle donne e di quegli uomini che come il «castagno ripudiato» sono portatori di valori, conoscenze, bontà e tradizioni, senza cui io non sarei potuto stare al mondo.

«Quand’ero in campagna» 
(versione in lingua italiana)

Che bella scoperta,
che felicità,
lasciai la campagna
per stare in città.

Non volevo più restare
sotto un tronco di castagna,
mi sembrava troppo duro
fare vita di campagna.

Mi piaceva avere
il mobilio in tec,
roba che ci arriva
perché ora c’è il Mec.

Ma ora penso con dolore
al mio tronco di castagna
e vorrei tanto tornare
a stare in campagna.

Quand’ero in campagna
mi sentivo un re,
non avrei dovuto mai
abbandonar la mia terra!

Quand’ero in campagna
non avevo guai,
prima non ne avevo
e ora tanti, sai!

Io fui una carogna,
è la verità,
la mia cara compagna
l’ho lasciata là.

Era forse un po’ all’antica,
bella poi non mi pareva,
perché cipria sopra gli occhi
proprio non se ne metteva.

E giro la campagna,
via dalla città,
cerco una compagna
come quella là,

che, va bene, mi lasciava
le formiche dentro al riso,
però quando mi baciava
era il paradiso.

Quand’ero in campagna
mi sentivo un re,
non avrei dovuto mai
abbandonar la mia terra!

Quand’ero in campagna
non avevo guai,
prima non ne avevo
e ora tanti, sai!

Quand’ero in campagna
stavo in un soffitto,
senza condominio
né contratto scritto,

ma vedevo il firmamento,
era una grande fortuna,
e di notte mi pareva
di parlare con la luna.

Ora invece parlo
solo a quattro muri
e col lampadario
di impegni futuri,

ma non vedo il firmamento
e non trovo la fortuna,
sono cinquant’anni che
non vedo più la luna.

Quand’ero in campagna
mi sentivo un re,
non avrei dovuto mai
abbandonar la mia terra!

Quand’ero in campagna
non avevo guai,
prima non ne avevo
e ora tanti, sai!

Mimmo Mòllica
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PHOTO:©Sadek Ahmed da https://www.un.org/en/observances/cities-day

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