Capizzi, studente modello di 16 anni ucciso in piazza da un ventenne armato di pistola

Uno studente di 16 anni,  Giuseppe Di Dio, è stato ucciso sabato 1° novembre a Capizzi, piccolo comune dei Nebrodi in provincia di Messina, mentre un suo amico è rimasto ferito nella sparatoria. Fermate tre persone.  Giuseppe Di Dio frequentava la terza classe  dell'istituto alberghiero di Troina (Enna) e sarebbe stato attinto per errore dai colpi mortali esplosi da  Giacomo Frasconà Filaro , il 20.enne presunto assassino . 3 nov 2025 - Giuseppe Di Dio, 16 anni, e i suoi amici si trovavano  davanti a un bar di via Roma, a Capizzi, quando da un'automobile sarebbero scese tre persone, una delle quali avrebbe esploso i colpi di arma da fuoco che hanno attinto mortalmente il sedicenne, ferendo un altro giovane di 22 anni.  Si tratta di  Antonio Frasconà Filaro , 48 anni, e dei figli Mario, 18 anni, e Giacomo, 20 anni. Quest'ultimo, armato di pistola avrebbe fatto fuoco sulle persone presenti all'esterno del  bar di via Roma, a Capizzi, uccidendo ...

Istruzione: il Mezzogiorno (16,2%) fanalino di coda per livelli di istruzione, quote più alte al Nord (21,3%) e al Centro (24,2%)

Istruzione, Istat: cresce il divario con l’Ue nei livelli di istruzione. In Italia solo il 20,1% della popolazione (di 25-64 anni) possiede una laurea contro il 32,8% nell’Ue. Le quote di laureati sono più alte al Nord (21,3%) e al Centro (24,2%) rispetto al Mezzogiorno (16,2%) ma comunque lontane dai valori europei. Ampia distanza dagli altri paesi europei anche nella quota di popolazione con almeno un diploma (62,9% contro 79,0% nell’Ue27). La partecipazione degli adulti alla formazione è inferiore alla media europea, con differenze più forti per la popolazione disoccupata o con bassi livelli di istruzione.
 

 9 ott 2021 - Resta forte il divario territoriale nei livelli di istruzione La popolazione residente nel Mezzogiorno è meno istruita rispetto a quella nel Centro-nord: il 38,5% degli adulti ha il diploma di scuola secondaria superiore e solo il 16,2% ha raggiunto un titolo terziario. Nel Nord e nel Centro circa il 45% è diplomato e più di uno su cinque è laureato (21,3% e 24,2% rispettivamente nel Nord e nel Centro). Il divario territoriale nei livelli di istruzione è indipendente dal genere, sebbene più marcato per la componente femminile. Nel 2020 le differenze territoriali nei livelli di istruzione sono del tutto simili a quelle dei due anni precedenti, sia per gli uomini che per le donne. Il divario territoriale resta dunque pressoché immutato per due anni consecutivi, mentre nel decennio 2008-2018 aveva registrato un aumento, in particolare tra la popolazione con titolo terziario. I livelli di istruzione crescono in misura piuttosto simile nelle ripartizioni geografiche: la popolazione con almeno il diploma aumenta di +0,8 punti nel Nord, di +0,4 nel Centro e di +0,7 punti nel Mezzogiorno; stessa dinamica per la popolazione laureata che cresce rispettivamente di +0,6, +0,5 e +0,4 punti. 

 Ancora in calo il livello di istruzione degli stranieri Anche nel 2020 si conferma il calo del livello di istruzione degli stranieri che si contrappone alla progressiva crescita di quello dei cittadini italiani. Se nel 2008 la quota di popolazione con almeno un titolo secondario superiore era uguale per italiani e stranieri (di poco superiore al 53%), nel 2020 quella degli italiani è di 18 punti più elevata (64,8% contro 46,7%); la differenza è di 10 punti (era di soli 2 punti nel 2008) tra i laureati (21,2% contro 11,5%). 

Il livello di istruzione degli stranieri si differenzia molto per cittadinanza. Nella comunità più consistente in Italia, quella dei rumeni, il 61% possiede almeno il diploma e circa l’8% è laureato. Tra le altre cittadinanze con maggiore presenza in Italia, l’ucraina ha i livelli di istruzione più elevati (il 22,5% è laureato), mentre i marocchini e i cinesi con almeno un diploma non superano uno su cinque e soltanto il 5% circa è laureato. Il gap di cittadinanza nei livelli di istruzione è ampio anche nella media Ue, seppur con sostanziali differenze tra i paesi. Tuttavia, a differenza di quanto avviene nella media Ue e nei principali paesi europei, dove il livello di istruzione degli stranieri ha registrato importanti aumenti nel corso del tempo, in Italia la quota di stranieri con almeno un titolo di studio secondario superiore, stazionaria nel periodo 2008-2014, si è successivamente molto ridotta e la quota di chi ha un titolo terziario è rimasta invariata. Ciò può trovare diverse ragioni connesse ai mutamenti nella geografia delle provenienze e delle destinazioni delle migrazioni, nelle differenti motivazioni alla migrazione e nelle politiche migratorie. Può influire certamente anche l’attrattività del paese in termini di opportunità lavorative offerte ai migranti e dunque la sua capacità di non restare, per i migranti più qualificati, solo un paese di transito migratorio.

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