Primo Maggio a Portella della Ginestra: “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”

Primo Maggio a Portella della Ginestra, Antoci (M5S): “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”,  Giuseppe Antoci, capolista del M5S nella circoscrizione “isole” alle elezioni europee, a margine del corteo in memoria della strage di Portella della Ginestra a cui a partecipato col Presidente Giuseppe Conte.  Portella   della   Ginestra : Di Paola (M5S): Governo Meloni smembra Stato Sociale.  Il coordinatore regionale Cinquestelle: “Nostre battaglie tutto l’anno per maggiori tutele per i cittadini”. PORTELLA DELLA GINESTRA, 1 mag 2024 -  “Oggi con Giuseppe Conte abbiamo ricordato la strage di Portella della Ginestra avvenuta l'1 Maggio 1947. Un’occasione importante per ribadire l’importanza del diritto al lavoro come strumento di giustizia sociale e di lotta alla mafia. Il sud continua ad avere il più alto tasso di disoccupazione in Italia; tasso ancora più elevato tra le donne. E proprio nel disagio si insinua la criminalità organizzata. C’è fame di lavoro, di di

«I muricciuoli, un fico, un uccellino» di Pirandello: una “lezzona cenciosa degna di lui”

«I muricciuoli, un fico, un uccellino» è una "novella sconosciuta dell'ultimo Pirandello", pubblicata nel cinquantenario della scomparsa (1936-1986). Quattordici frammenti che hanno indignato un casto lettore il quale, in data 15 aprile 1929, al direttore del più autorevole foglio italiano del tempo scrive: «Vi pare degna del Corriere della Sera questa roba che fa schifo, preceduta e seguita da altri appunti dell'ineffabile Pirandello? La “lezzona cenciosa” è degna di lui». Un padre di famiglia assiduo del Corriere.

[26/11/2021] - «I muricciuoli, un fico, un uccellino» è una novella di Luigi Pirandello, Giuseppe Maimone Editore, Catania, con prefazione di Sarah Zappulla Muscarà. “Una novella sconosciuta dell'ultimo Pirandello”, pubblicata nel cinquantenario della scomparsa (1936-1986). Luigi Pirandello è morto a Roma il 10 dicembre 1936. “Caro Mafii, spero di mandarvi presto una novella per il Corriere, dopo tanto tempo… E di riprendere la mia collaborazione». Così scrive da Berlino, il 13 maggio 1929, Luigi Pirandello al direttore del Corriere ella Sera».
Sono trascorsi tre anni dacchè sul quotidiano lombardo è apparsa l’ultima novella pirandelliana, Pubertà (Corriere della Sera, 11 aprile 1926) e poco più di un mese dalla pubblicazione dei paradossali Appunti (Corriere della Sera, 7 aprile 1929), quattordici frammenti che hanno indignato un casto lettore il quale, in data 15 aprile 1929, al direttore del più autorevole foglio italiano del tempo scrive:

«Vi pare degna del Corriere della Sera questa roba che fa schifo, preceduta e seguita da altri appunti dell'ineffabile Pirandello? La “lezzona cenciosa” è degna di lui». (Firmato: Un padre di famiglia assiduo del Corriere)*. Così scrive Sarah Zappulla Muscarà nella prefazione a questo prezioso volumetto di Luigi Pirandello.
Le succitate parole di Luigi Pirandello sono rivolte a Maffio Maffii, direttore della «Gazzetta del Popolo», del «Corriere della Sera» e de «La Nazione». Nel 1927 Maffii fu chiamato alla direzione del «Corriere della Sera» succedendo ad Ugo Ojetti. Nei due anni di direzione, secondo le direttive del regime, Mafii operò per la "fascistizzazione" del Corriere: licenziò i collaboratori non graditi, sostituendoli con altri in grado di garantire l’ortodossia politica. Malgrado ciò tuttavia il «regime» e la proprietà del giornale giudicarono l'operato di Maffii scarsamente incisivo e, nel 1929, lo sostituirono con Aldo Borelli.
Non è la prima volta

Tornando al contenuto de «I muricciuoli, un fico, un uccellino», Sarah Zappulla Muscarà, nelle note alla prefazione, scrive: «Non è la prima volta che i lettori del Corriere della Sera accusano Pirandello di immoralità. Un ‘finimondo’ ha suscitato infatti la novella Pensaci Giacomino (Corriere della Sera, 23 febbraio 1910)».
A questo proposito, così scrive Pirandello ad Alberto Albertini: «Egregio signor Albertini, non può credere quanto dispiacere m’abbia arrecato la notizia delle noje derivate al Corriere per mia cagione! Sono cascato dalle nuvole! Ha dunque ragione il D’Annunzio quando parla della veneranda virtù dei contemporanei? Ma qui non si tratta neanche di virtù: si tratta di somaraggine!» (2 marzo 191).

E Ugo Ojetti a Pirandello: «Caro Luigi, la tua novella era una bellezza e una delizia. Ma io direttore del Corriere non l’avrei stampata. La colpa è loro. Essi sanno gli umori e l’imbecillità del loro pubblico. Tu sei un artista. Al pubblico hanno da pensar loro. E non devono annoiarti con gli spropositi loro. Appena la lessi, previdi questo finimondo. Io li conosco i miei corrieristi o meglio i miei direttori, che ricevendo tredici lettere di protesta non pensano che il Corriere ha un poco più di tredici lettori...» (3 marzo 1910).

“La firma di Pirandello, è noto, – fa notare Sarah Zappulla Muscarà – è apparsa su una singolarmente frastagliata tessitura di testate, non tutte parimenti conosciute, diverse per significato e area geografica, con una frequenza notevolmente varia. La collaborazione prestata da Pirandello al Corriere della Sera, unitamente al suo supplemento mensile La Lettura, nella storia di tale attività giornalistica, svolta su così innumerevoli periodici e quotidiani del tempo, riveste importanza primaria, sia per intensità, sia per durata, coprendo un ampio arco di tempo, dal 4 ottobre 1909 al 9 dicembre 1936”.
La carta e la sovraccoperta

«I muricciuoli, un fico, un uccellino», fu finito di stampare in Catania dalla Tipografia Mario Terminella, nel marzo 1986. La carta e la sovraccoperta sono state realizzate in puro cotone linters 100% presso la Sicars s.r.l di Catania e tirate a mano del mastro cartaio Franco Conti. La carta ha tutti i bordi intonsi ed il pH 7,3 che assicura la sua inalterabilità nel tempo. Alle prime 150 copie sono allegati altrettanti esemplari dell’incisione di Antonio Santacroce, tirati a torchio a mano su carta Magnani di Pescia, colorati a mano e firmati dall’artista.

Mimmo Mòllica
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«I muricciuoli, un fico, un uccellino» è una novella di Luigi Pirandello, Giuseppe Maimone Editore, Catania, collana Il carrubo (1986). Prefazione di Sarah Zappulla Muscarà. “Una novella sconosciuta dell'ultimo Pirandello”, pubblicata nel cinquantenario della scomparsa (1936-1986). 10 dicembre 1936, Roma.

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