Istat. Perdite idriche in leggero calo nei capoluoghi di provincia
Non tutta l’acqua immessa viene effettivamente erogata agli utenti finali. Nel 2020 sono infatti andati
dispersi 0,9 miliardi di metri cubi, pari al 36,2% dell’acqua immessa in rete (37,3% nel 2018), con una
perdita giornaliera per km di rete pari a 41 metri cubi (44 nel 2018). Proseguendo la tendenza già
segnata nel 2018, le perdite totali di rete si riducono di circa un punto percentuale.
21/03/2022 - Va perduto oltre un terzo dell’acqua immessa nella rete di distribuzione. Nel 2020 sono andati persi 41 metri cubi al giorno per km di rete nei capoluoghi di provincia/città metropolitana, il 36,2% dell’acqua immessa in rete (37,3% nel
2018). Sono 236 i litri per abitante erogati ogni giorno nelle reti di distribuzione dei capoluoghi di provincia/città metropolitana. Le perdite totali di rete hanno importanti ripercussioni ambientali, sociali ed economiche, soprattutto
per gli episodi di scarsità idrica sempre più frequenti. Sono da attribuire a fattori fisiologici presenti in
tutte le infrastrutture idriche, alla vetustà degli impianti, prevalente soprattutto in alcune aree del
territorio, e a fattori amministrativi, riconducibili a errori di misura dei contatori e ad allacci abusivi, per
una quota che si stima pari al 3% delle perdite.
In più di un capoluogo su tre si registrano perdite totali superiori al 45%.
Le condizioni di
massima criticità, con valori superiori al 65%, sono state registrate a Siracusa (67,6%), Belluno
(68,1%), Latina (70,1%) e Chieti (71,7%). All’opposto, una situazione infrastrutturale decisamente
favorevole, con perdite idriche totali inferiori al 25%, si rileva in circa un Comune su cinque.
In sette
capoluoghi i valori dell’indicatore sono inferiori al 15%: Macerata (9,8%), Pavia (11,8%), Como
(12,2%), Biella (12,8%), Milano (13,5%), Livorno (13,5%) e Pordenone (14,3%).
In nove Comuni, tre del Centro e sei del Mezzogiorno, si registrano perdite totali lineari superiori ai
100 metri cubi giornalieri per chilometro di rete, generalmente superiori al 50% in termini percentuali.
Nei Comuni nei quali - in controtendenza con il dato complessivo – peggiora la performance del
servizio rispetto al 2018, il gestore attribuisce in alcuni casi il risultato a una più corretta registrazione
dei volumi (Belluno e Vicenza, ad esempio), all’eliminazione del minimo impegnato nella bolletta
dell’acqua o a cambiamenti nel sistema di contabilizzazione.
Dove registrata, la riduzione delle perdite è dovuta principalmente alle attività di distrettualizzazione
della rete di distribuzione effettuate negli ultimi anni, che hanno consentito di ridurre le pressioni di
esercizio e di rilevare le perdite occulte (come, ad esempio, a Roma e Como).
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