Istat. Continua il razionamento dell’acqua nei capoluoghi del Mezzogiorno
Nel 2020, ben 11 Comuni capoluogo di provincia/città metropolitana, localizzati tutti nel Mezzogiorno,
hanno fatto ricorso a misure di razionamento nella distribuzione dell’acqua potabile, disponendo la
riduzione o sospensione dell’erogazione idrica. Ciò a seguito della forte obsolescenza
dell’infrastruttura idrica, dei problemi di qualità dell’acqua per il consumo umano e dei sempre più
frequenti episodi di riduzione della portata delle fonti di approvvigionamento, che rendono scarsa o
addirittura insufficiente la disponibilità della risorsa idrica in alcune aree del territorio.
21/03/2022 - Rispetto al 2019 il numero di Comuni interessati da misure di razionamento è aumentato di due unità,
ma è rimasto sostanzialmente invariato il numero di giorni oggetto di misure emergenziali volte ad
assicurare la distribuzione dell’acqua ai cittadini. Misure di razionamento sono state adottate in quasi
tutti i capoluoghi della Sicilia (tranne a Messina e Siracusa), in due della Calabria (Reggio di Calabria
e Cosenza), in un capoluogo abruzzese (Pescara) e in uno campano (Avellino).
Ad Agrigento e Trapani le misure più restrittive di erogazione dell’acqua
In quattro capoluoghi le restrizioni nella distribuzione dell'acqua potabile sono state estese a tutto il
territorio comunale: Enna, dove l’erogazione dell’acqua è stata sia sospesa che ridotta (32 giorni);
Pescara, dove il servizio è stato ridotto solo in alcune ore della giornata, specialmente nelle ore
notturne o nelle prime ore mattutine (74 giorni); Cosenza e Reggio di Calabria, dove le misure sono
state adottate per fascia oraria e a giorni alterni (rispettivamente per 366 e 77 giorni).
L’adozione di misure di razionamento solo per una parte del territorio comunale ha coinvolto sette
capoluoghi di provincia (a parte Avellino, tutti situati in Sicilia); due casi in più rispetto all’anno
precedente. Le misure restrittive hanno interessato circa 227mila residenti, soprattutto siciliani (13,9%
della popolazione residente nei capoluoghi della regione).
A Catania la distribuzione dell'acqua è stata ridotta per fascia oraria per sei giorni nel mese di luglio.
Ad Avellino e Palermo l'erogazione dell'acqua è stata sospesa nell’arco dell’anno, rispettivamente per
11 e 183 giorni, per fascia oraria, soprattutto nelle ore notturne, per consentire il riempimento delle
vasche di alimentazione della rete di distribuzione, coinvolgendo rispettivamente il 18,8% e l’11,1%
dei residenti.
A Caltanissetta il 20,8% dei residenti è stato sottoposto a una riduzione o sospensione
nell’erogazione dell’acqua per complessivi 211 giorni.
A Ragusa si è fatto ricorso a turni di erogazione o sospensione dell’acqua per 75 giorni in alcune
zone della città, interessando il 13,9% dei residenti. Le situazioni più critiche ad Agrigento e Trapani,
dove l'erogazione dell'acqua è stata sospesa o ridotta in tutti i giorni dell'anno, con turni diversi di
erogazione estesi a tutta la popolazione residente.
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