Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr, nelle mani della criminalità organizzata

Le mani della criminalità organizzata sui Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr.  La metà delle indagini relative alle frodi sui fondi Ue riguardano l'Italia (6 su 12 miliardi complessivi di danno stimato). E sulla maggior parte di queste c'è l'ombra della criminalità organizzata, attratta dal richiamo del flusso consistente di denaro. 4 mag 2024 - È quanto emerso il 29 e il 30 aprile a Bruxelles, nel corso dei due giorni di studio, approfondimento e confronto giuridico dedicati alla Procura europea, alle sue competenze e ai riflessi più significativi della sua azione giudiziaria. Un appuntamento che si è concluso con l'affermazione di un dato che non può lasciare indifferenti anche coloro che non sono professionisti del settore legale: l'Italia è al centro delle indagini Eppo.   Pur essendo stato pubblicato pochi giorni fa il Report 2023 - 2023 in numbers | European Public Prosecutor’s Office (europa.eu) - l'analisi dell'andamento delle

Censimento popolazione: le famiglie con 2 componenti si riducono al Nord, mentre aumentano a Palermo e Messina

Istat. Censimento della popolazione. Le famiglie aumentano ma sono sempre più piccole. Il numero medio di componenti, infatti, scende da 3,35 del 1971 a 2,29 del 2019. Nelle regioni del Sud, dove le famiglie sono storicamente più numerose, si attesta a 2,5 componenti ma erano 3,75 nei primi anni ’70 e 2,92 all’inizio del nuovo millennio. Le famiglie con due componenti si riducono in misura maggiore nei comuni del Nord, con picco negativo a Milano (-5,3 punti percentuali), mentre aumentano a Palermo e Messina. Le famiglie di dimensioni medie (3-5 componenti) hanno sempre un peso relativo maggiore nel resto della provincia (eccezioni Livorno e Messina), lo stesso accade per quelle numerose (ma non a Prato, Perugia, Taranto, Palermo, Messina e Catania).
 

7 mar 2022 - Le profonde trasformazioni economiche e sociali che hanno interessato la Penisola nel mezzo secolo osservato, il calo delle nascite, il progressivo invecchiamento della popolazione e il consistente ingresso di cittadini stranieri hanno contribuito al forte ridimensionamento delle famiglie. A crescere sono soprattutto le famiglie unipersonali, pari a 9.073.852 nel 2019, il 35,1% del totale contro il 12,9% del 1971. In altri termini, vive da solo circa il 15% delle persone abitualmente dimoranti in Italia. Nei 26 grandi comuni, che hanno una distribuzione diversa rispetto alla media nazionale, prevalgono le famiglie monocomponenti (42,6%, in crescita dal 37,4% del 2011), seguite da quelle con 3-5 componenti (30,8%) e con 2 componenti (25,4%). Rispetto alla media nazionale è invece più bassa la quota di famiglie con 6 componenti e più (1,2% contro 1,4%). 

 Le famiglie con due componenti si riducono in misura maggiore nei comuni di Torino, Venezia, Padova, Trieste, Bologna, Firenze, con picco negativo a Milano (-5,3 punti percentuali), mentre aumentano a Palermo e Messina. Tra i 12 comuni che hanno una quota di famiglie monocomponenti superiore alla media delle città più grandi (42,6%), due sono localizzati nel Centro Italia (Firenze e Roma), uno è nel Mezzogiorno (Cagliari) e nove sono al Nord (Torino, Milano, Brescia, Genova, Verona, Venezia, Padova, Trieste, Bologna). A Milano e Bologna queste famiglie superano il 50% del totale. Le famiglie unipersonali sono generalmente più frequenti nei comuni capoluogo rispetto al resto della provincia, con le eccezioni di Livorno, Palermo e Messina. 

La situazione si presenta differenziata per le famiglie di due componenti che nel Mezzogiorno sono relativamente più numerose nei grandi centri urbani (ad eccezione di Catania) mentre al Centro-nord sono maggiormente rappresentate nel resto della provincia (fanno eccezione Parma e Livorno). Le famiglie di dimensioni medie (3-5 componenti) hanno sempre un peso relativo maggiore nel resto della provincia (eccezioni Livorno e Messina), lo stesso accade per quelle numerose (ma non a Prato, Perugia, Taranto, Palermo, Messina e Catania). 

 Il fenomeno dello spopolamento dei grandi centri a vantaggio dei comuni del resto della provincia sembra aver perso rilevanza. In alcune aree del paese, tra il 2011 e il 2019 a perdere popolazione in famiglia sono infatti sia il capoluogo sia gli altri comuni della provincia. Cambia però la conformazione delle famiglie: la quasi totalità dei centri di maggiori dimensioni è caratterizzata dalla presenza di famiglie piccole, di 1-2 componenti, mentre nel resto della provincia prevalgono le famiglie con tre componenti e più.

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