1° Maggio: «Festa del Lavoro», la filastrocca di Mimmo Mòllica

1° Maggio Festa del lavoro. La «Filastrocca del Lavoro» di Mimmo Mòllica racconta in versi e strofe questa importante ricorrenza. E noi la proponiamo a grandi e piccini per celebrare la «Festa del Lavoro e dei Lavoratori».  «Filastrocca del lavoro» di Mimmo Mòllica   Caro babbo che cos’è il lavoro? dei bambini domandano in coro a un papà stanco e pure affannato, dal lavoro appena tornato. Ed il babbo risponde a fatica «serve a vivere, è una regola antica». Ed aggiunge: «… ed inoltre, sapete il lavoro è passione, è volontà e decoro». «E che cosa vuol dire decoro?», ribatterono subito loro. «È nell’opera di un falegname, è Van Gogh, è in un vaso di rame». «È Geppetto e il suo pezzo di legno, è Pinocchio, è Collodi e il suo ingegno, è donare qualcosa di noi senza credersi dei supereroi». «È costruire un gran bel grattacielo, è Gesù quando spiega il Vangelo, compiacersi di quello che fai, è dolersene se non ce l’hai!». Però un tipo iniziò a blaterare: «È pagare la gente per non lavorare, s

Assemblea costituente: 9 comuni messinesi votarono in maggioranza per la Repubblica

«La FIAP (Federazione Italiana Associazioni Partigiane) della provincia di Messina celebra la Festa della Repubblica onorando i nove comuni del territorio che il 2 giugno del 1946 votarono in maggioranza per la forma repubblicana dello Stato.

02/06/2022 - Come ricorda il docente universitario e dirigente socialista democratico Antonio Matasso, esponente della FIAP, «quando i cittadini e, per la prima volta, anche le cittadine del nostro Paese, si ritrovarono alle urne per eleggere l’Assemblea costituente e scegliere tra monarchia e repubblica, la Sicilia e il Sud si espressero nel secondo caso a favore di Casa Savoia. Va ricordato – prosegue Matasso – che se Ravenna, centro principale della provincia di nascita di Pietro Nenni, era stato il capoluogo più repubblicano d’Italia, a Messina toccò il poco lusinghiero primato di città più monarchica tra le sedi provinciali (con l’85,35% dei voti a favore del re), tallonata a breve distanza dal comune di Palermo (84,19% per la monarchia). Vorrei però che fossero ricordate, in questa data, le coraggiose popolazioni dei nove comuni messinesi che votarono in maggioranza per la repubblica: Capizzi (56,51%), Limina (58,38%), Mandanici (56,09%), Mazzarrà Sant’Andrea (60,05%), Novara di Sicilia (52,55%), San Piero Patti (69,37%), San Salvatore di Fitalia (50,70%), Tortorici (57,23%) e Tusa (62,74%)».

Si tratta di sette centri della zona tirrenico-nebroidea e di due del versante joinico peloritano, in cui peraltro era forte la presenza dei partiti laici antifascisti, ai quali si ricollegano le associazioni aderenti alla FIAP. Il sodalizio fu infatti costituito nel 1949 da partigiani d’ispirazione socialista e socialdemocratica, azionista, repubblicana, radicale e liberale di sinistra. Nel messinese, in occasione della festività del 2 giugno, la FIAP ricorda particolarmente i partigiani del territorio, tra cui Vittorio Craxi (avvocato messinese con origini sanfratellane, nonché padre di Bettino), i fratelli nasensi Cono e Carmelo Di Lena ed il pattese Giovanni Rampulla (martire delle Fosse Ardeatine). Anche loro, da annoverare di diritto tra i padri della nostra Repubblica, secondo la rappresentanza locale della Federazione Italiana Associazioni Partigiane.

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