1° Maggio: «Festa del Lavoro», la filastrocca di Mimmo Mòllica

1° Maggio Festa del lavoro. La «Filastrocca del Lavoro» di Mimmo Mòllica racconta in versi e strofe questa importante ricorrenza. E noi la proponiamo a grandi e piccini per celebrare la «Festa del Lavoro e dei Lavoratori».  «Filastrocca del lavoro» di Mimmo Mòllica   Caro babbo che cos’è il lavoro? dei bambini domandano in coro a un papà stanco e pure affannato, dal lavoro appena tornato. Ed il babbo risponde a fatica «serve a vivere, è una regola antica». Ed aggiunge: «… ed inoltre, sapete il lavoro è passione, è volontà e decoro». «E che cosa vuol dire decoro?», ribatterono subito loro. «È nell’opera di un falegname, è Van Gogh, è in un vaso di rame». «È Geppetto e il suo pezzo di legno, è Pinocchio, è Collodi e il suo ingegno, è donare qualcosa di noi senza credersi dei supereroi». «È costruire un gran bel grattacielo, è Gesù quando spiega il Vangelo, compiacersi di quello che fai, è dolersene se non ce l’hai!». Però un tipo iniziò a blaterare: «È pagare la gente per non lavorare, s

Lotta alla povertà: in Sicilia il genere femminile chiede aiuto più che altrove

Lunedì 17 ottobre, in occasione della Giornata internazionale di lotta alla povertà, Caritas Italiana ha presentato il 21° Rapporto su povertà ed esclusione sociale. Dal rapporto emerge che non esiste una sola povertà: ce ne sono tante, acuite dai disastrosi effetti della pandemia, ancora in corso, e dalle ripercussioni della vicina guerra in Ucraina. Nel 2021 i poveri assoluti nel nostro Paese sono stati circa 5,6 milioni, di cui 1,4 milioni di bambini.

17 ott 2022 - In occasione della Giornata internazionale di lotta alla povertà, Caritas Italiana ha presentato, lunedì 17 ottobre ore 10.30-12.30 a Roma – Sala Stampa Estera e in diretta streaming, il suo 21° Rapporto su povertà ed esclusione sociale dal titolo “L’anello debole”. Dal Rapporto emerge che non esiste una sola povertà: ce ne sono tante, acuite dai disastrosi effetti della pandemia, ancora in corso, e dalle ripercussioni della vicina guerra in Ucraina. Nel 2021 i poveri assoluti nel nostro Paese sono stati circa 5,6 milioni, di cui 1,4 milioni di bambini.
Tra gli “anelli deboli”, i giovani, colpiti da molte forme di povertà: dalla povertà ereditaria, che si trasmette “di padre in figlio” per cui occorrono almeno cinque generazioni a una persona che nasce in una famiglia povera per raggiungere un livello medio di reddito; alla povertà educativa, tanto che solo l’8% dei giovani con genitori senza titolo superiore, riesce a ottenere un diploma universitario.

“Pavimenti” e “soffitti appiccicosi”

Caritas Italiana ha condotto il primo studio nazionale su un campione rappresentativo di beneficiari Caritas al fine di quantificare le situazioni di povertà ereditaria nel nostro Paese. Complessivamente, i casi di povertà intergenerazionale pesano per il 59,0%; nelle Isole e nel Centro il dato risulta ancora più marcato, pari rispettivamente al 65,9% e al 64,4%; il nord-Est e il Sud risultano le macro-aree con la più alta incidenza di poveri di prima generazione. Il rischio di rimanere intrappolati in situazioni di vulnerabilità economica, per chi proviene da un contesto familiare di fragilità è di fatto molto alto.

Grazie ai dati raccolti da 2.797 CdA e servizi afferenti a 192 diocesi italiane, è possibile tracciare un profilo socio-anagrafico delle persone che si sono rivolte alla rete Caritas nel corso del 2021, pari complessivamente a 227.556. Una media di circa 81 individui per ciascuna struttura. Si tratta in maggior parte di stranieri (55,0%), con punte che arrivano al 65,7% e al 61,2% nel Nord-Ovest e nel Nord-Est del Paese.

Nel Sud e nelle Isole, al contrario, prevalgono le persone di cittadinanza italiana, il cui peso risulta pari rispettivamente al 68,3% e all’74,2%. Si tratta di uomini e donne, con un’età media di 45,8 anni, in prevalenza coniugati (45,2%), con figli (64,9%) per lo più minori, disoccupati (47,1%), abitanti in case in affitto (64,0%), con bassi livelli di istruzione (il 69,7% ha al massimo una licenza media). Nel 2022 il problema-bisogno più frequente è quello della povertà economica (80,1%), seguito dai problemi di lavoro (48,1%) e da problemi abitativi (20,9%).

Fragilità del Mezzogiorno

Nel post pandemia (2021) la povertà assoluta cresce nelle regioni del Sud e delle Isole a fronte di un calo registrato nelle aree del Nord: le famiglie in povertà assoluta salgono al 10%, a fronte del 9,4% registrato nel 2020; ancora più difficile risulta in queste aree la condizione dei minori (16,1%).
A chiedere aiuto sono soprattutto le donne, che rappresentano il 53,9% del totale. 
In alcune regioni più che altrove: ad esempio in Campania e in Sicilia il genere femminile arriva a pesare rispettivamente il 57,4% e il 56%. Si tratta per lo più di persone coniugate o celibi/ nubili anche se l’incidenza dei vedovi (6,8%) e dei separati (10,0%) appare più alta della media. Oltre i tre quarti delle persone sostenute dichiara di avere figli (esattamente il 74,5%, a fronte di un valore nazionale del 64,9%).

Si tratta dunque di nuove e vecchie povertà che colpiscono soprattutto i nuclei familiari. Tali trend si allineano perfettamente ai dati della statistica ufficiale sopradescritti. Un dato che preoccupa è poi senza dubbio quello relativo al basso livello di istruzione. Povertà e bassa istruzione sono altamente correlati, nelle regioni del Mezzogiorno più che mai.
Tra le persone che hanno chiesto aiuto, il 78,9% possiede al massimo una licenza di scuola media inferiore (nelle isole si arriva alll’84,7%). Quella dell’istruzione è sicuramente una dimensione da attenzionare e sulla quale investire, attivando percorsi che scoraggino l’abbandono scolastico soprattutto in queste aree

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