Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

«Paura varda vigna e non filagnu»: ma pure il «timore di Dio» la salvaguarda?

«Paura varda vigna e non filagnu» è un proverbio siciliano diffuso pure in Calabria in versione «Paura guarda vigna e non supala». Il senso è che la paura ci permette di salvaguardare l’intera vigna e non soltanto un singolo filare. Già Antonio Vignali, nel 1557, citava questo proverbio nella sua Lettera alla Gentilissima Madonna.

29/11/2022 - «Filagnu» vuol dire «filare» e «supala» o «sipala» vogliono dire siepe. Filagnu in italiano sta per filagna: pali tutori di legno messi in fila. «Sipala» è la siepe, in italiano «sepala». Se il timore è di subire un furto, proprio la «paura» ci indurrà ad essere vigili, a tutela di ciò che ci appartiene, per cui temiamo. Dunque, la paura di perdere ciò cui teniamo deve indurci a difendere e tutelare le nostre cose, mettendo in atto adeguate misure e strategie. Ma pure la paura che noi incutiamo negli altri, a tutela delle nostre cose, ci permette di salvaguardare la vigna, per l'altrui paura di essere scoperti e severamente puniti.
 
E il «timore di Dio» salvaguarda la vigna? Certamente, per chi crede. Il timore di Dio per il credente non è avere paura di Dio ma rispetto. Il timore di Dio è la consapevolezza che Egli è sempre l'Altissimo da onorare con la propria condotta. Il timore di Dio è il dono dello Spirito che ci ricorda quanto siamo piccoli di fronte a lui e al suo amore e che il nostro bene sta nell’abbandonarci con umiltà, con rispetto e fiducia nelle sue mani. Questo è il timore di Dio.

Proverbi 8.13[3]: Il timore del Signore è odiare il male; io odio la superbia, l'arroganza, la via del male e la bocca perversa (Tanakh)

Antonio Vignali, nato nel 1500 a Siena, nella «Lettera alla Gentilissima Madonna», scritta nel maggio del 1557 e contenente 365 proverbi, scrive: "Pure, come vedete, la paura guarda la vigna".

m.m.

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