Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

San Martino e i cornuti: amano il prossimo, a loro spetta il paradiso

L’11 novembre si festeggia San Martino con le sue virtù, le sue gesta leggendarie, le belle giornate di sole e il vino novello. Ma la fama di Martino è particolarmente legata all'episodio del mantello. Eppure non mancano le scempiaggini secondo cui San Martino sarebbe protettore dei cornuti, vale a dire degli uomini traditi. Secondo il poeta Ignazio Buttitta: "I cornuti amano il prossimo, se c’è spetta a loro il paradiso "


[11/11/2022] - San Martino, Martino di Tours, nacque nel 316 d.C. a Sabaria, odierna Ungheria, da un ufficiale dell'esercito romano. Fu vescovo e militare. Giovanissimo fu arruolato nella cavalleria imperiale. Era ancora un bambino quando i genitori si trasferirono a Pavia, dove Martino visse la sua infanzia. Nel 356 lasciò la vita militare, ripudiando le armi. A Poitiers conobbe S. Ilario vescovo e fu ordinato sacerdote. Aveva 18 anni quando donò metà del suo mantello al povero di Amiens. La notte seguente Cristo gli apparve in sogno, vestito di quello stesso mantello. Fu così che Martino decise di farsi battezzare. San Martino è patrono dei mendicanti e degli albergatori, dei cavalieri e delle Guardie Svizzere pontificie.

L’Estate di San Martino

Secondo la leggenda, l’Estate di San Martino torna ogni anno nei giorni di novembre, quando l’autunno e il primo freddo cedono il posto alle belle giornate di sole e di tepore. Tornato così il bel tempo, matura il vino nuovo, da ciò il proverbio popolare: «A San Martino ogni mosto diventa vino».
Ma la fama di San Martino è particolarmente legata all'episodio del mantello. Secondo il racconto popolare Martino, incontrando un povero mendicante miseramente vestito, sofferente a causa del freddo intenso e della pioggia, non esitò a fargli dono di metà del suo mantello di lana, dividendolo con la sua stessa spada. Subito la volta celeste si illuminò e il sole apparve in cielo riscaldando gli uomini e la terra, la temperatura divenne mite e fu “l’Estate di San Martino”.

La sorella di San Martino

Eppure, tra le scempiaggini, corre una ‘vociferazione’ secondo cui Martino aveva una sorella tanto bella ma altrettanto esuberante, incapace di rigare dritto e piuttosto incline al peccato, tanto che Martino, per preservarla dal peccato, non la lasciava sola un attimo ed anzi la portava sempre con sé ovunque andasse, seduta sulle spalle. 
Una volta che la sorella gli chiese di lasciarla scendere per poter fare i propri ‘bisogni’ dietro una siepe, Martino acconsentì, non senza tenerla d’occhio per assicurarsi che la ragazza non incontrasse nessuno. Ma dietro la siepe, accovacciato e ben nascosto, c’era un bel giovane ad aspettarla e là avvenne il «tradimento». Questo episodio spiegherebbe per quale ragione, in alcune località italiane, San Martino sarebbe il «protettore» di chi teme o ha subito tradimenti: San Martino protettore dell’infedeltà o più alacremente dei «cornuti». Folklore, ovviamente. Che tristezza!

San Martino protettore dei «cornuti», che tristezza

Secondo tale ‘geniale asinata’ San Martino sarebbe (pure) protettore dei «cornuti». Oddio... Quanta foga ‘letteraria’ c’è in una simile scempiaggine, alla cui base, a costituire la fantasiosissima leggenda, ci sarebbero le fiere di bestiame in cui si commerciavano soprattutto bestie con le corna (fiere che sarebbero frequenti in questo periodo). E dalle fiere alle mogli dei bovari rimaste sole a casa il passo è breve. 
A completare il corredo di indizi che concorrono a dare forza e ufficialità alla leggenda ci sarebbero, quindi, le abbondanti libagioni e il copioso vino novello. Che tristezza. Cornuto sarebbe il coniuge tradito, finemente chiamato anche ‘becco’. Che finezza!

I cornuti sono contenti?

Ma ecco cosa scrive in «Il poeta in piazza» (Feltrinelli) il grande poeta popolare Ignazio Buttitta, in una delle tante dediche apposte sui libri venduti durante i recital:

I curnuti sunnu umani
caritatevuli
ginirusi:
u sô un è sô,
s’i spartinu cû l’autri
i piaciri a rima accuppiata.

Non dunanu l’ossa,
dùnanu a purpa:
s’a levanu dâ vucca.

Amanu ‘u prossimu i curnuti,
si c’è ‘u paradisu spetta a iddi;
ci avissiru a dari ‘a midagghia
e intantu a genti ‘i disprezza.
Chi munnu è chistu?!

Traduzione

I cornuti sono umani
caritatevoli
generosi:
il loro non è loro,
dividono con gli altri
i piaceri a rima accoppiata.

Non danno gli ossi,
danno la polpa:
se la levano dalla bocca.

Amano il prossimo i cornuti,
se c’è il paradiso spetta a loro;
dovrebbero dargli la medaglia
e intanto la gente li disprezza.
Che mondo è questo?!

Mimmo Mòllica

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