SANT’AGATA DI MILITELLO: TESTATE DAVANTI LA SCUOLA. RAGAZZO AGGREDITO E MINACCIATO PER FARSI CONSEGNARE DEL
DENARO. ARRESTATI DAI CARABINIERI UN 18ENNE ED UN 17ENNE. I Carabinieri di Sant’Agata di Militello hanno dato esecuzione a due misure cautelari nei confronti di un ragazzo da poco maggiorenne e di un minorenne, presunti responsabili di minacce, lesioni e tentata estorsione ai danni di un 19enne. I fatti, hanno avuto origine nella serata del 24 febbraio scorso, quando i tre giovani, dopo aver trascorso una serata di svago a Gioiosa Marea.
17 marzo 2023 - Questa mattina i Carabinieri della Compagnia di Sant’Agata di Militello hanno dato esecuzione a due
ordinanze di applicazione di misure cautelari, emesse dai Giudici per le indagini preliminari del Tribunale di
Patti e del Tribunale per i Minorenni di Messina, nei confronti di un ragazzo da poco maggiorenne e un
minorenne, presunti responsabili di minacce, lesioni e tentata estorsione ai danni di un 19enne.
I fatti, hanno avuto origine nella serata del 24 febbraio scorso, quando i tre giovani, dopo aver trascorso una
serata di svago a Gioiosa Marea, facendo rientro a bordo di un’auto di proprietà di un genitore della vittima e
condotta da uno degli indagati, non si erano fermati a un posto di controllo dei Carabinieri, allontanandosi.
I
Carabinieri avevano poco dopo rintracciato il mezzo fermo lungo la strada, identificando solo il 19enne, in
quanto gli altri due, verosimilmente in possesso di stupefacenti, si erano dati alla fuga a piedi facendo
perdere le loro tracce.
Quell’episodio, a seguito del quale era stato multato solo il 19enne, è stato utilizzato dagli indagati come
pretesto per avanzare nei confronti del loro amico la richiesta di pagamento di 300 euro a titolo di vero e
proprio “indennizzo” per l’accaduto, ritenendolo “colpevole” di aver fatto la “spia” e collaborato con le
Forze dell’Ordine. In sostanza, gli indagati ritenevano erroneamente che il loro compagno fosse responsabile
del controllo subito da parte della pattuglia dell’Arma e di aver collaborato con i Carabinieri, fornendo
indicazioni per la loro identificazione.
La richiesta di denaro era stata accompagnata, nel corso del tempo, da un crescendo di violenze e minacce.
Infatti, dapprima i due indagati avevano rivolto al 19enne una lunga serie di messaggi WhatsApp minatori
con espressioni del tipo “Tu sei morto!” e “ti sparo in testa”, poi gli avrebbero teso un vero e proprio
agguato innanzi l’istituto scolastico da lui frequentato, colpendolo con una violenta testata al viso.
Successivamente, si sarebbero presentati all’interno della scuola al fine di ribadire le loro “pretese
risarcitorie”, proseguendo nei loro messaggi di minaccia e giungendo, persino, a evocare conoscenze con
pregiudicati pericolosi. Per ultimo, avrebbero minacciato anche il padre del giovane, intervenuto in difesa del
figlio.
Dopo queste ripetute condotte, la vittima ha deciso di non sottostare alle vessazioni, si è rivolta ai
Carabinieri, anche per il timore di poter subire altre e più gravi conseguenze. L’indagine svolta dai militari
dell’Arma, diretta dalle Procure della Repubblica di Patti e dei Minorenni di Messina, ha messo così fine al
protrarsi delle intimidazioni e delle azioni violente da parte dei due.
Per effetto delle ordinanze cautelari,
l’indagato maggiorenne è stato quindi sottoposto agli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto
elettronico, mentre il minorenne è stato collocato in una comunità.
Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e per gli indagati vale il principio di non
colpevolezza sino alla sentenza definitiva, ai sensi dell’art. 27 della Costituzione.
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