Vittima di violenze: ok al distacco presso altra sede di lavoro

Vittima di violenze: ok al distacco presso altra sede di lavoro.  Una dipendente dell’Ufficio del processo presso il tribunale di Catania ha chiesto e ottenuto la proroga del distacco presso un’altra sede lavorativa, a tutela della sua incolumità. 8 mag 2024 - Dopo essere stata assunta a tempo determinato, la dipendente è stata vittima di violenze, regolarmente denunciate, che l’hanno costretta a chiedere il distacco dalla propria sede lavorativa perché non si sentiva più al sicuro. Il Tribunale di Catania le aveva però concesso il distacco fino a settembre 2024. Nel frattempo, la donna aveva denunciato altri reati contro la sua persona e il ritornare nella sede assegnatagli avrebbe messo a serio repentaglio la sua incolumità. Per tale ragione si è rivolta allo studio legale Leone-Fell & C. per ottenere la necessaria tutela. “Vista la gravità della situazione, abbiamo inoltrato un’istanza al ministero di Giustizia – spiegano i legali Francesco Leone, Simona Fell e Davide Marceca ch

Caso Cucchi a Spadafora: morì durante il fermo, "riaprire il caso" ed avere 'giustizia e verità"

E' il caso di Enrico Lombardo", morto il 27 ottobre del 2019, all'età di 42 anni a Spadafora (Messina), dopo essere stato fermato dai carabinieri, in seguito alla richiesta dell'ex compagna, minacciata dall'uomo (?). La famiglia ha presentato ricorso in Cassazione contro l'archiviazione decisa dal Gip: il 23 giugno la V sezione dovrà esprimersi. Secondo i carabinieri, Lombardo quella notte accusò un malore durante le fasi del fermo. Le fasi, molto concitate, sono state riprese da un video. Le ambulanze del 118 intervennero, ma per Lombardo non ci fu niente da fare. La Procura della Repubblica di Messina ha aperto un'inchiesta, con tre indagati: un carabiniere e i sanitari del 118, ma il Gip ha disposto l'archiviazione. 


19/06/2023 - "Un nuovo caso Cucchi quello di Enrico Lombardo", morto a 42 anni, il 27 ottobre del 2019, a Spadafora, in provincia di Messina, dopo essere stato fermato dai carabinieri, intervenuti in seguito alla richiesta dell'ex compagna, che si sentiva minacciata dall'uomo? Secondo la famiglia, le associazioni a Buon Diritto, Amnesty e la stessa senatrice Ilaria Cucchi sembra proprio di si. Ed è per questo motivo che contro l'archiviazione decisa dal Gip la famiglia ha presentato ricorso in Cassazione: il 23 giugno la V sezione dovrà esprimersi.

Sulla pagina FB di Ilaria Cucchi, oggi senatrice della Repubblica, membro della Giunta delle elezioni e delle immunita' parlamentari. Vicepresidente della 2ª Commissione permanente (Giustizia). Membro della 4ª Commissione permanente (Politiche dell'Unione europea). Membro del Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa.

Ilaria Cucchi su FB: "Enrico Lombardo, 42 anni, muore a Spadafora, in provincia di Messina, la notte del 27 ottobre 2019 durante un fermo dei carabinieri. Stando alla ricostruzione ufficiale quella sera Lombardo era andato sotto l’abitazione in cui vive l’ex compagna, aveva bussato alla porta in stato di agitazione e per questo motivo la donna avrebbe deciso di chiamare i carabinieri. Una volta giunti sul posto i carabinieri avrebbero provato a calmarlo e chiamato un’ambulanza.
Dopo essersi inizialmente allontanato Lombardo ritorna e bussa nuovamente alla porta dell’ex compagna che chiama di nuovo i carabinieri. Ed è allora che inizia una colluttazione tra Lombardo e un carabiniere che viene aiutato da un suo collega con l’ausilio del manganello in dotazione. Lombardo viene ammanettato, immobilizzato, messo a terra e per circa 20 minuti resterà bloccato da tre carabinieri.

Da quel fermo Lombardo non uscirà più vivo. Per terra, accanto a lui, vistose macchie di sangue. Secondo l’autopsia, la morte non sarebbe avvenuta per via delle percosse ricevute, ma per un arresto cardio-circolatorio avvenuto a causa della sua resistenza all’immobilizzazione.
L’inchiesta, aperta alla Procura di Messina sul caso, ha visto indagati tre sanitari e un carabiniere: il carabiniere che immobilizzò l’uomo quella notte doveva rispondere di morte come conseguenza di altro delitto, ad un medico e due soccorritori del 118 è stato contestato l’omicidio colposo.
La Procura per due volte ha chiesto l’archiviazione del caso, e per altrettante volte i familiari si sono opposti.
 
Nell’opposizione presentata dalla famiglia erano state evidenziate alcune lacune che puntavano ad una ricostruzione dei fatti alternativa. Le lesioni di Lombardo, secondo la famiglia e il suo legale, non potevano essere solo frutto di compressione e contenimento, infatti in entrambe le richieste di archiviazione viene chiesto l’esame di una traccia ematica sul manganello usato quella notte che però non è del carabiniere attualmente unico indagato.
 
Inoltre, dall’esame autoptico i consulenti avrebbero documentato un ritardo nell’uso del defibrillatore che utilizzato nell’immediatezza avrebbe potuto dare altro esito.
Il 27 luglio 2022, il gip ha disposto la seconda archiviazione ritenendo che non ci fossero elementi per andare avanti. Il legale della famiglia Galeani – composta da Alessandra, ex partner, ed Erika, figlia di Enrico Lombardo – ha fatto ricorso in Cassazione, per la riapertura del caso.
Il 23 giugno ci sarà la pronuncia.

Per ora mi viene da dire che Federico Aldrovandi, Stefano Cucchi, Riccardo Magherini non hanno insegnato nulla, ma proprio nulla.
Enrico Lombardo è l’ennesimo caso di violenza da parte di chi ha la presunzione di detenere il potere. La sopraffazione del più forte sul più debole.
Ed i suoi familiari rischiano di diventare vittime di un caso di mala giustizia, da aggiungere a tutti gli altri.

Quando dico che Stefano Cucchi è stato un morto ‘fortunato’ so quel che dico.
Quando succederà che la Giustizia sarà in grado di fare il suo corso senza il bisogno di un familiare che abbia la capacità di assumersi sulle proprie spalle un ruolo che dovrebbe essere, viceversa, proprio quello della Giustizia, così come noi tutti comuni cittadini la intendiamo?"

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