Centro di cardiochirurgia pediatrica di Taormina: chiarezza e mantenimento del presidio

La Cisl Messina vicina alla protesta dei genitori del CCPM,  Centro di cardiochirurgia pediatrica dell'ospedale San Vincenzo di Taormina . Alibrandi: “Mercoledì in Commissione Sanità chiederemo chiarezza e il mantenimento del presidio”. Messina, 15 giugno 2025 - Vicinanza della Cisl Messina ai familiari dei piccoli pazienti del CCPM di Taormina che hanno avviato la mobilitazione in vista della scadenza della proroga. “Da diverso tempo stiamo lavorando per chiedere una deroga per il Centro di Taormina - afferma il segretario generale Antonino Alibrandi - sappiamo che non è facile ma abbiamo fiducia, per questo abbiamo chiesto ed ottenuto per mercoledì prossimo la convocazione da parte della Commissione Sanità dell’Ars. Chiederemo chiarezza e, con forza, il mantenimento del reparto all’ospedale San Vincenzo di Taormina, fondamentale per la continuità e la cura dei pazienti che trovano professionalità nei medici e nel personale sanitario ma anche sostegno in un percorso part...

Divorzi: in cima alla graduatoria Liguria e Sicilia, accordi ex art. 6 in Sicilia (10,1%)

Istat. Separazioni in rallentamento, divorzi stabili. Nel 2022 le separazioni sono state complessivamente 89.907 (-8,2% rispetto all’anno precedente). I divorzi sono stati 82.596, stabili rispetto all’anno precedente (-0,7%) e il 16,6% in meno nel confronto con il 2016, anno in cui sono stati finora i più numerosi (99.071). Il trend dei divorzi è stato sempre crescente dal 1970 (anno di introduzione del divorzio nell’ordinamento italiano) fino al 2015.

18/12/2023 - Separazioni e divorzi non più soltanto in Tribunale. Nel 2022 una separazione su quattro e il 28,9% dei divorzi si sono conclusi con procedure extragiudiziali. Le due fattispecie introdotte dal Decreto legge 132/2014 per chi intenda separarsi o divorziare consensualmente, in alternativa alla tradizionale ratifica da parte del giudice, sono: la convenzione di negoziazione assistita da almeno un avvocato per parte (ex art. 6); l’accordo innanzi all’Ufficiale di Stato Civile in assenza di patti di trasferimento patrimoniale e di figli minori, di figli maggiorenni incapaci/portatori di handicap grave o economicamente non autosufficienti (ex art. 12). Il peso di queste due “nuove” procedure nel 2022 corrisponde rispettivamente al 29,7% delle separazioni consensuali e al 40,4% dei divorzi consensuali.

Negli accordi extragiudiziali per separarsi o divorziare la componente più consistente è quella degli

accordi direttamente presso gli Uffici di Stato Civile (ex art. 12). Nel 2022, 13.701 separazioni e

17.134 divorzi sono stati effettuati direttamente presso il Comune (con tempi e costi molto più bassi

rispetto alle altre procedure): si tratta del 15,2% di tutte le separazioni e del 20,7% di tutti i divorzi.

Nel 2022 le quote delle negoziazioni assistite da avvocati (ex art. 6) sono il 9,5% delle separazioni e

l’8,1% dei divorzi. Rispetto all’anno precedente si nota, in entrambi i casi, una diminuzione

(rispettivamente -11,8% e -7,3%) che ha fatto seguito a una più larga adozione di questa procedura

nel corso del periodo pandemico.


La propensione a ricorrere agli accordi extragiudiziali di divorzio è diffusa soprattutto nel Centro-nord,

ma con alcune differenze per tipologia: la procedura ex art.12 (direttamente presso lo Stato Civile) è

più presente nel Nord-est (28,9%), seguita dal Nord-ovest (27,1%), mentre quella ex art.6

(negoziazioni assistite da avvocati) nel Centro (11,7%) (Figura 8). Le regioni in cui il ricorso alle

procedure ex art. 12 è più diffuso, con il vincolo di tutte le condizioni già ricordate, sono la provincia

autonoma di Bolzano/Bozen (34,9%), quella di Trento (30,5%) e la Valle d’Aosta/Vallée d'Aoste

(30,3%). La quota di accordi ex art. 6 raggiunge il suo valore massimo nel Lazio (15,6%), in

Campania (12,1%) e in Sicilia (10,1%).


I divorzi consensuali conclusi in Tribunale sono quelli che presentano una minore variabilità

territoriale mentre il ricorso ai divorzi giudiziali è più diffuso nel Mezzogiorno (38,5%) con picchi nei

Tribunali di Sardegna (41,3%), Puglia (41,1%) e Campania (39,3%).


Considerando i divorzi per 1.000 abitanti, a livello nazionale l’indicatore è pari a 1,4, stabile rispetto

all’anno precedente. La variabilità territoriale va riducendosi e si assiste a una progressiva

convergenza tra i livelli registrati nel Nord e nel Mezzogiorno. A livello regionale, in cima alla

graduatoria ci sono Liguria e Sicilia (entrambe con un valore dell’1,6 per mille) mentre il valore più

basso è quello della Provincia Autonoma di Bolzano/Bozen (1,0 per mille).

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