Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

Antimafia, il bilancio di un anno: mai come oggi diffuso il possesso di armi, pure tra insospettabili e minorenni

Antimafia: presentato in aula il bilancio dell'attività della commissione a un anno dal suo insediamento. Dal presidente Cracolici la proposta di un Osservatorio per monitorare gli appalti e il pericolo di infiltrazioni nei subappalti. Sono state 55 le sedute tenute dalla Commissione regionale Antimafia, 14 le inchieste avviate, 70 le audizioni, 9 gli incontri con i prefetti e i comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica, 302 gli incontri con gli amministratori locali

Palermo, 26 Mar - “Ci sono segnali che ci preoccupano: mai come adesso in molti territori si è

diffuso il possesso di armi, persino in ambienti insospettabili. La cronaca ci consegna un pericoloso

modello di comportamento anche tra i giovanissimi, come il caso di un 17enne che prima di andare

in discoteca si è munito di una pistola. Si diffonde la mafiosità come stile di vita”. Lo ha detto il

presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, in un passaggio della sua

presentazione in aula, all’Ars, della relazione sull'attività della commissione a un anno dal suo

insediamento e che restituisce uno spaccato drammatico della Sicilia. Sono state 55 le sedute tenute

dalla Commissione regionale Antimafia, 14 le inchieste avviate, 70 le audizioni, 9 gli incontri con i

prefetti e i comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica, 302 gli incontri con gli amministratori

locali, due le risoluzioni approvate e la stipula di un protocollo d'intesa con la Cesi.

L'intervento del presidente Cracolici si è svolto in aula alla presenza del presidente della Regione,

Renato Schifani, del presidente dell'Assemblea, Gaetano Galvagno, dei parlamentari, dei prefetti

dell'Isola, del commissario dello Stato per la Regione e di una cinquantina di studenti del liceo

linguistico Ninni Cassarà di Palermo.


"In settanta sedute la commissione ha affrontato singole questioni come i casi di corruzione alla

Motorizzazione civile di Palermo, la gestione del 118 e lo scandalo delle invalidità civili e il

Consorzio autostrade siciliane - ha aggiunto Cracolici - su questo la commissione ha suggerito una

serie di provvedimenti per spersonalizzare il più possibile la gestione delle pratiche e garantire la

tracciabilità degli interventi. Abbiamo anche promosso dei confronti tesi a rafforzare il ruolo della

Regione Siciliana in materia di appalti e del contrasto alla diffusione del crack".

L'altro dato allarmante è quello che riguarda le aziende confiscate: “In Sicilia c'è una mortalità delle

imprese confiscate alla mafia - ha detto il presidente Cracolici - che è pari al 98%: un dato

inaccettabile. Il modello organizzativo dell'Agenzia nazionale dei beni confiscati non funziona. La

gran parte del territorio siciliano è gestito dagli uffici che hanno sede in Calabria, mentre Palermo,

Trapani e Agrigento fanno riferimento alla sede dell'Agenzia che è a Palermo, con modelli

amministrativi che in alcuni casi differiscono l'uno dall'altro. E' un tema da affrontare, occorre

sistematizzare e affrontare i nodi di difficoltà amministrativa”.


“La mafia sa tutto, sa per esempio quando e dove si svolgono le gare d'appalto - ha proseguito

Cracolici - Allora la creazione di un Osservatorio per monitorare il pericolo di infiltrazioni nei

subappalti è necessaria, non è tempo di arretrare, è tempo di rilanciare la lotta alla mafia. La nostra

sfida è far sentire il fiato sul collo alla mafia, far sapere che siamo attenti, che non cediamo alla

rassegnazione. Abbiamo bisogno di rafforzare il tessuto associativo nel territorio: entro fine anno

faremo una sorta di Stati generali dell'antiracket siciliano, anche per superare divisioni e lacerazioni che ci sono anche in quel mondo".

Lotta al racket delle estorsioni in Sicilia

Alla luce dei dati raccolti in materia di prevenzione e contrasto del racket delle estorsioni

e dell’usura nell’ambito del ciclo di incontri con i Prefetti e le autorità locali, nonché dando

seguito ad alcune richieste specifiche provenienti dal territorio, all’inizio del mese di

settembre, la Commissione ha deliberato l’avvio di un’inchiesta sulle problematiche

riscontrate nella lotta al racket in Sicilia. In tale contesto, sono stati ascoltati i 

rappresentanti delle reti o federazioni di associazioni antiracket operanti in Sicilia, e

segnatamente, in ordine cronologico:

- l’Associazione “SOS Impresa rete per la legalità”;

- la Federazione delle associazioni antiracket ed antiusura italiane (FAI);

- l’Associazione AddioPizzo.


Con la collaborazione delle prefetture siciliane, è stato ricostruito l’elenco di tutte le

associazioni iscritte nei nove appositi albi prefettizi. La Commissione intende proseguire

i suoi lavori sul tema, con l’ascolto dei rappresentanti di quelle associazioni iscritte nei

suddetti albi ma non federate nell’ambito delle tre reti o federazioni già citate.


LE AUDIZIONI SU SPECIFICI ACCADIMENTI E QUESTIONI

La Commissione ha effettuato numerose audizioni su temi e vicende specifiche; si

segnalano le seguenti:


Consorzio per le autostrade siciliane

A seguito di una specifica segnalazione, che esponeva fatti peraltro già oggetto di due

interrogazioni parlamentari, nel mese di marzo 2023 la Commissione ha avviato una

serie di audizioni in merito alle vicende relative all’affidamento del servizio di presidio

antincendio nelle gallerie gestite dal Consorzio autostrade siciliane (CAS). Nel corso

dell’inchiesta, sulla base di quanto appreso nel corso delle audizioni nonché di ulteriori

notizie di stampa, l’indagine è stata estesa anche alla gestione del Consorzio e alla

prevenzione della corruzione nell’ambito del medesimo, alla gestione delle procedure di

appalto e alla revoca di alcuni concorsi pubblici per titoli ed esami banditi dal Consorzio

stesso.

Nel corso della sua attività, la Commissione si è anche riunita in seduta presso i locali

del Consorzio autostrade siciliane di Messina.

Durante le sedute dedicate all’approfondimento di questi temi, la Commissione ha

ascoltato in audizione:

- l’Assessore regionale per le infrastrutture e la mobilità, on. Alessandro Aricò;

- l’Autore di interrogazioni parlamentari nonché di una segnalazione sul tema, on.

Emanuele Dipasquale;

- il Dirigente generale del dipartimento regionale delle infrastrutture e della mobilità,

arch. Salvatore Lizzio;

- il Presidente del Consiglio direttivo del CAS, avv. Filippo Nasca (audito tre volte);

- il Direttore generale del CAS, ing. Salvatore Minaldi;

- l’Amministratore delegato di Elisicilia srl, dott. Luca Mallia;

- il Direttore tecnico di Elisicilia srl. dott. Francesco Galazzo.


Presunti casi di corruzione presso la Motorizzazione civile di Palermo

Da aprile a luglio 2023, la Commissione ha inteso approfondire alcune notizie relative al

presunto verificarsi di casi di corruzione presso la Motorizzazione civile di Palermo. Il

lavoro d’inchiesta è stato svolto dalla Commissione tramite l’audizione dei dirigenti e

degli amministratori preposti, o già preposti, a ruoli di vertice presso gli uffici regionali

coinvolti e tramite la richiesta di documentazione rivolta alle competenti autorità inquirenti

(nei limiti della ostensibilità di atti non più coperti da riserbo) ed ai vertici delle competenti

autorità amministrative regionali. Ciò è avvenuto nel pieno rispetto dell’attività

dell’Autorità Giudiziaria – cui la Commissione non ha inteso in alcun modo sovrapporsi

– e con l’intento di mettere a fuoco le eventuali lacune procedurali o organizzative che

potrebbero aver permesso fatti la cui esistenza ed eventuale rilevanza penale è in corso

di accertamento da parte della magistratura.


Durante le citate audizioni, la Commissione ha preso atto delle gravi carenze di

personale in servizio – le quali limitano fortemente le possibilità di procedere a rotazione

del personale negli uffici particolarmente esposti al rischio di corruzione – nonché della

mancata compiuta implementazione di procedure informatizzate per la gestione delle

pratiche. Su quest’ultimo fronte la Commissione ha suggerito la rapida adozione di

procedure che consentano una gestione decartolarizzata delle pratiche in tutti gli stadi

della procedura, al fine di garantire una totale tracciabilità ed attribuibilità di tutti gli

interventi da parte di utenti e funzionari, nonché all’ulteriore fine di interrompere ogni

momento di prossimità tra richiedenti e funzionari preposti all’emissione dei

provvedimenti. In tal senso va anche l’ulteriore suggerimento volto all’implementazione

di procedure che prevedano l’assegnazione diretta – attraverso meccanismi non

prevedibili – di ogni singola pratica al funzionario il quale – è stato suggerito – dovrebbe

essere scelto tra gli operatori di una motorizzazione civile diversa rispetto a quella presso

cui è stata presentata la pratica, al fine di spersonalizzare il più possibile la gestione delle

pratiche di competenza delle motorizzazioni civili in Sicilia.


La gestione delle eccedenze del servizio di emergenza-urgenza 118

Partendo da alcune notizie di stampa la Commissione ha inteso approfondire alcune

questioni rilevanti relative alla gestione del servizio di emergenza e urgenza sanitaria. In

particolare, la Commissione si è concentrata sull’organizzazione e gestione del servizio

di trasporto per l’emergenza-urgenza 118 da parte di S.E.U.S. Scpa, la società consortile

per azioni a capitale interamente pubblico, in house providing, costituita il 22 dicembre

2009 tra la Regione siciliana, socio pubblico di maggioranza, e le Aziende del Servizio

sanitario regionale, quale strumento operativo attraverso il quale i soci organizzano e

gestiscono il suddetto servizio. In particolare, la Commissione ha concentrato la propria

attività di inchiesta sulla gestione delle eccedenze, sul ruolo svolto dalle associazioni di

volontariato chiamate ad operare in assenza di disponibilità di mezzi e sui controlli

preventivi posti in essere al fine di verificare che le suddette associazioni non fossero in

alcun modo collegabili con la criminalità organizzata.


Presunte irregolarità nelle procedure di riconoscimento dell’invalidità

civile

Anche in questo caso l’inchiesta ha preso abbrivio da alcune notizie di stampa che

riferivano di indagini giudiziarie relative ad alcune gravi presunte irregolarità che

avrebbero consentito il perpetrarsi di un elevato numero di abusi in materia di

riconoscimento dello status di invalidità. Mentre la giustizia fa il suo corso nell’accertare

eventuali responsabilità di natura penale, la Commissione ha inteso mettere a fuoco i

meccanismi procedurali che regolano le declaratorie di invalidità civile, cecità e sordità,

al fine di individuare possibili disfunzioni di sistema, tali da consentire – in principio –

ripetute e sistematiche violazioni della normativa, a beneficio di accertatori corrotti e

cittadini privi dei requisiti necessari all’ottenimento dei succitati benefici.

Tra le criticità individuate nel corso delle succitate audizioni si segnala: la possibilità per

i presidenti delle commissioni per il riconoscimento delle invalidità civili e dei benefici

della legge n. 104 del 1992 di caricare verbali eludendo la collegialità dell’organo; il

mancato utilizzo di strumenti quali la firma digitale; la presenza di un monte di arretrati

significativo, a causa de lunghi tempi di attesa, che attrae appetiti criminali sulle

spettanze già maturate. Nel corso delle citate audizioni, la Commissione ha suggerito

l’opportunità che sia presa in considerazione la predisposizione di meccanismi di verifica

cartolare dei requisiti invalidanti – prescindendo dalla sottoposizione a visita medica dei

richiedenti, ove possibile – al fine di rendere più rapido il processo di valutazione e far

diminuire gli arretrati.


Possibile coinvolgimento della criminalità nelle vicende relative agli

incendi che hanno devastato la Sicilia

A seguito del verificarsi degli incendi che hanno devastato la Sicilia nell’estate del 2023,

nel mese di novembre la Commissione ha deciso di avviare un’inchiesta in merito al

possibile coinvolgimento della criminalità organizzata, allargando successivamente il

suo campo di indagine anche ad altri aspetti della vicenda riconducibili alle sue

competenze.

In questo contesto la Commissione, oltre ad effettuare un sopralluogo presso la discarica

provinciale di Bellolampo, tra i luoghi colpiti dagli incendi oggetto di approfondimento da

parte della Commissione, ha ascoltato in audizione il Dirigente generale del Comando

del Corpo forestale, dott. Giuseppe Battaglia e il Dirigente generale del Dipartimento

regionale della Protezione civile, ing. Salvatore Cocina.

Nel 2024 la Commissione sta proseguendo con ulteriori audizioni il suo approfondimento

della materia.

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