Danni da incendi in Sicilia: Irfis pubblica avviso da 2,9 milioni

Danni da incendi, Irfis pubblica avviso da 2,9 milioni. I n pubblicazione oggi da Irfis FinSicilia l’avviso pubblico per contributi straordinari per i danni causati dagli incendi della scorsa estate.   16/05/2024 - Si tratta di una misura da 2,9 milioni di euro destinata a quanti hanno subito danni al patrimonio immobiliare e mobiliare a seguito dell’ondata di calore e degli incendi che hanno interessato, a partire dal 23 luglio 2023, le province di Catania, Messina, Palermo e Trapani e per i quali è stata emanata una apposita ordinanza del capo della protezione civile (la 1078 del 13 marzo 2024). Grazie al decreto della Regione (n. 31/2024 del 9.4.2024), è stato costituito, mediante incremento del Fondo Sicilia, un plafond destinato alla concessione dei contributi d’importo pari a 2,9 milioni di euro. Irfis – FinSicilia S.p.A. è stata incaricata di gestire le relative agevolazioni. Per accedere al contributo è necessario, tra l’altro, essere proprietari dei beni e avere denunciato pri

Fecondità: Bolzano è prima, Palermo feconda (Ragusa e Catania (1,36)

INDICATORI DEMOGRAFICI | ANNO 2023 Popolazione quasi stabile grazie alle immigrazioni dall’estero Natalità in discesa, mortalità in forte calo: sei neonati e 11 decessi per 1.000 abitanti. Più immigrati e meno emigrati dell’anno precedente: il saldo migratorio netto sale da +261mila nel 2022 a +274mila nel 2023. 

Calo demografico più sensibile nei Comuni delle Aree interne del Mezzogiorno: variazione di circa il 5 per mille in meno sull’anno precedente; riduzione della popolazione in quattro comuni su cinque. Popolazione residente straniera in crescita: 5 milioni e 308mila individui al 1° gennaio 2024, +166mila sull’anno precedente. Popolazione residente in lieve diminuzione. Al 1° gennaio 2024 la popolazione residente in Italia è pari a 58 milioni 990mila unità (dati provvisori), in calo di 7mila unità rispetto alla stessa data dell’anno precedente (-0,1 per mille abitanti). Confermando quanto già emerso nel 2022 (-33mila unità) prosegue il rallentamento del calo di popolazione che, dal 2014 al 2021 (-2,8 per mille in media annua), ha contraddistinto il Paese nel suo insieme. La variazione della popolazione nel 2023 rivela un quadro eterogeneo tra le ripartizioni geografiche. Nel Mezzogiorno la variazione è negativa, peraltro consistente nella misura del -4,1 per mille. Nel Nord, invece, la popolazione aumenta del 2,7 per mille. Stabile quella del Centro (+0,1 per mille). 

 Meno di un figlio per donna in Sardegna 

Il Trentino-Alto Adige, con un numero medio di figli per donna pari a 1,42, continua a detenere il primato della fecondità più elevata del Paese, sebbene sia tra le regioni con la variazione negativa maggiore rispetto al 2022 (1,51). Seguono Sicilia e Campania, con un numero medio di figli per donna rispettivamente pari a 1,32 e 1,29 (contro 1,35 e 1,33 nel 2022). In queste tre regioni le neo- madri risultano mediamente più giovani che nel resto del Paese: 31,7 anni l’età media al parto in Sicilia; 32,2 anni in Trentino-Alto Adige e Campania. 

 La Sardegna continua a essere la regione con la fecondità più bassa. 

Stabilmente collocata sotto il livello di un figlio per donna per il quarto anno consecutivo, nel 2023 si posiziona a 0,91 figli (0,95 nel 2022). Nel panorama generalizzato di una fecondità bassa e tardiva, estesa a tutte le aree del Paese, con differenze lievi tra le tre ripartizioni, si evidenziano condizioni di eterogeneità, anche all’interno di una stessa ripartizione geografica. Nel Mezzogiorno, ad esempio, coesistono regioni con più alta fecondità (Sicilia, Campania e Calabria) e regioni con livelli minimi (Sardegna, Basilicata e Molise). 

Nel Nord, tre regioni su quattro del Nord-ovest (Valle d’Aosta/Vallée d'Aoste, Liguria, Piemonte) evidenziano una fecondità al di sotto della media nazionale (1,20 figli per donna), mentre tutte quelle del Nord-est ne evidenziano una al di sopra. Più coeso il Centro, dove solo le Marche, con un tasso di 1,17 figli (unica a presentare un minimo vantaggio rispetto all’1,16 del 2022) si distingue leggermente da Toscana, Lazio e Umbria (1,12, 1,11 e 1,10 figli rispettivamente). 

Palermo (1,39), Reggio Calabria (1,37), Ragusa (1,36) e Catania (1,36)

 Scendendo a livello provinciale, il più alto numero medio di figli per donna si registra nella Provincia Autonoma di Bolzano/Bozen (1,56), che presenta però una significativa discesa rispetto al 2022 (era 1,64). Seguono le Province di Gorizia (1,42), Palermo (1,39), Reggio Calabria (1,37), Ragusa (1,36) e Catania (1,36). Tutte le Province sarde, ai minimi nazionali, presentano una fecondità inferiore al figlio per donna: da quelle di Cagliari e del Sud Sardegna (0,86 per entrambe) a quelle di Oristano (0,93), Sassari (0,95) e Nuoro (0,99). A queste seguono la Provincia di Massa Carrara (1,02), nel Centro, e quella di Verbano-Cusio-Ossola (1,06), nel Nord.

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