BENESSERE E DISUGUAGLIANZE IN ITALIA
SINTESI DEI PRINCIPALI RISULTATI
In occasione della settima edizione del Forum on Well-Being organizzato da OCSE a Roma in
collaborazione con ISTAT e MEF viene diffuso una pubblicazione in italiano e inglese che, partendo dal
progetto sul benessere equo e sostenibile (Bes), offre uno sguardo sulle disuguaglianze tra uomini
e donne, tra generazioni, tra territori e tra gruppi di popolazione con diverso titolo di studio, con un
approccio che tiene conto anche della combinazione di più caratteristiche, per individuare i gruppi
maggiormente svantaggiati in termini di benessere nei vari ambiti della vita.
4 Novembre 2024 -
L'analisi degli indicatori del Bes in Italia consente di delineare un quadro complesso e articolato delle
disuguaglianze, evidenziando differenze significative tra regioni, tra uomini e donne, tra gruppi di
popolazione con diverso titolo di studio e diversa classe d'età.
Le regioni del Nord presentano più spesso indicatori di benessere con valori migliori rispetto alla media
nazionale, mentre il Mezzogiorno presenta ancora situazioni di marcato svantaggio, soprattutto nei
domini del lavoro e delle relazioni sociali.
Dal punto di vista delle disuguaglianze di genere, notevoli sono stati i progressi in ambito educativo e
culturale per le donne: una giovane donna su tre, nella fascia d’età 25-34 anni è laureata contro uno su
quattro tra gli uomini, inoltre i percorsi di istruzione femminili si distinguono per migliori risultati, con
meno abbandoni e competenze più elevate.
Mercato del lavoro
Nonostante questo le donne continuano a essere
penalizzate nel mercato del lavoro, evidenziando un gap persistente nei tassi di occupazione (56,5%
rispetto al 76% degli uomini), nella presenza nelle posizioni di rappresentanza politica ai vertici delle
istituzioni e nelle condizioni economiche. Tuttavia, il maggiore investimento femminile nell'istruzione
costituisce un fattore di potenziale attenuamento di questa disparità in futuro, soprattutto se
accompagnato da un parallelo ampliamento delle opportunità e degli strumenti di sostegno alla
conciliazione dei tempi di vita.
Partecipazione culturale
Il livello di istruzione si conferma un determinante cruciale per il benessere, infatti la maggior parte degli indicatori presenta un forte gradiente per titolo di studio, a sottolineare la crescente associazione positiva con le misure di benessere all’aumentare del livello di istruzione. Le differenze sono
particolarmente marcate per la partecipazione culturale (64,6% tra i laureati di almeno 25 anni rispetto
al 12,5% tra le persone con al più un titolo di scuola secondaria inferiore) e la formazione continua
(25,2% tra le persone di almeno 25 anni con elevato titolo di studio rispetto a 3,2% per le persone con
titolo di studio basso), con un forte impatto del titolo di studio posseduto anche sulle condizioni
economiche e sulle possibilità di occupazione.
Politiche educative
Pertanto politiche educative orientate a migliorare
l'accesso all'istruzione superiore e universitaria, particolarmente nelle aree svantaggiate e per le fasce
di popolazione più vulnerabili, possono costituire un fattore di crescita dell’equità del benessere.
Gli indicatori di benessere presentano un forte gradiente per età, in alcuni casi a vantaggio dei più
giovani, ad esempio il 93,9% dei giovani 25-34enni usa regolarmente internet, contro il 57% degli over
55-enni.
Stili di vita
Per gli stili di vita, i giovani sono meno sedentari degli over 55 (26,8% contro 45,8%) ma è più
diffusa l’abitudine al fumo (26,9% contro il 14,4% degli ultra 55enni).
Infine, le disuguaglianze
intergenerazionali pongono i giovani adulti in una condizione di vulnerabilità economica, che potrebbe
avere ripercussioni nel lungo periodo, non solo a livello individuale ma anche per la coesione sociale e
lo sviluppo del Paese.
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