Casteldaccia: la morte di 5 operai lascia sgomenti, ennesimo incidente sul lavoro grave e inaccettabile

Incidente sul lavoro a Casteldaccia: cinque lavoratori perdono la vita e un sesto è in gravi condizioni. La Cisal indice per domani, martedì 7 maggio, uno sciopero generale di 4 ore nel settore privato, a partire dall’inizio del turno di lavoro, "mentre dalle 9 terremo un sit-in di fronte alla Prefettura di Palermo”.   Palermo, 6 maggio 2024 – "L'incidente sul lavoro che a Casteldaccia, in provincia di Palermo, ha portato alla morte di cinque operai e al ferimento di un sesto, ci lascia sgomenti. Esprimiamo cordoglio e vicinanza alle famiglie dei lavoratori coinvolti e chiediamo che si accertino al più presto le cause di questo ennesimo incidente sul lavoro, grave e inaccettabile. La sicurezza sul lavoro è un'emergenza nazionale e come tale va affrontata a ogni livello, coinvolgendo sindacati, imprese e istituzioni". Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Daniele Ciulla di Federerenergia Cisal in merito all'incidente sul lavoro avvenuto a Castaldaccia, nel Palermit

IMMIGRAZIONE: PERICOLOSI MERCANTI DI ESSERI UMANI CATTURATI A PALERMO E MESSINA

Tra le persone coinvolte nell'indagine vi sono due personaggi noti agli inquirenti: Ermias Ghermay, etiope, e Medhane Yehdego Redae, eritreo, considerati tra i più importanti trafficanti di migranti che operano sulla rotta libica. Ghermay è responsabile del naufragio del 3 ottobre 2013 davanti alle coste di Lampedusa, in cui persero la vita almeno 366 migranti



Palermo, 20/04/2015 -Una pericolosa organizzazione transnazionale specializzata nell'immigrazione illegale è stata identificata e i suoi componenti sono stati arrestati dagli uomini delle Squadre mobili di Palermo, Agrigento, Catania, Milano e Roma coordinati dallo Sco (Servizio centrale operativo). L'indagine "Glauco II" ha consentito di ricostruire la struttura organizzativa e le dinamiche del gruppo criminale, composto da cittadini eritrei, etiopi, ivoriani, guineani e ghanesi, che favoriva l'immigrazione clandestina. Tra i 14 arrestati, spiccano un cittadino etiope e uno eritreo, ritenuti da tempo, tra i più importanti trafficanti di migranti che operano sulla cosiddetta "rotta libica".

Tra le persone coinvolte nell'indagine vi sono due personaggi noti agli inquirenti: Ermias Ghermay, etiope, e Medhane Yehdego Redae, eritreo, considerati tra i più importanti trafficanti di migranti che operano sulla rotta libica. Ghermay, vive a Tripoli e Zuwarah, è latitante dal 2014, quando nei suoi confronti fu emesso un provvedimento cautelare, esteso anche in campo internazionale, dopo il naufragio avvenuto il 3 ottobre 2013 davanti alle coste di Lampedusa, in cui persero la vita almeno 366 migranti. L'etiope è ritenuto organizzatore e responsabile della tragica traversata.
L'inchiesta, coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi e dall'aggiunto Maurizio Scalia, ha portato a scoprire anche una cellula della stessa organizzazione criminale, complementare a quella che agisce in Africa, composta da eritrei che vivono in Italia, in particolare nelle province di Palermo, Agrigento, Catania e Milano.

L'etiope era latitante dal luglio del 2014, dopo le indagini condotte in merito al tragico naufragio avvenuto, il 3 ottobre 2013, nei pressi di Lampedusa e nel quale persero la vita 366 migranti, evento del quale il trafficante in questione è considerato organizzatore e responsabile. L'organizzazione criminale si occupava anche della permanenza sul territorio italiano agevolando il successivo espatrio, sempre illegale, verso altri Paesi europei, in particolare Norvegia, Germania, e Svezia.

Sono arrivati sabato 18 aprile presso il molo Marconi dell’area portuale di Messina i 453 migranti soccorsi in mare dalla motonave militare Driade. Due barconi differenti, entrambi sovraffollati e con a bordo gente di età, sesso e nazionalità differenti.

Le immediate indagini della Squadra Mobile hanno permesso di individuare ed arrestare un cittadino egiziano, responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, peraltro in passato già espulso dal territorio nazionale. Sottoposto ai rilievi dattiloscopici e al successivo riscontro AFIS, l’uomo è infatti risultato essere la stessa persona sottoposta a fotosegnalamento presso la Questura di Agrigento nell’aprile di un anno fa ed in pari data destinatario di un decreto di espulsione emesso dal Prefetto di Agrigento, notificato all’interessato, con accompagnamento alla frontiera e contestuale esecuzione. Tante le testimonianze di chi lo ha riconosciuto alla guida del barcone e con un ruolo attivo durante le differenti fasi del viaggio. Un’altra persona è indagata per lo stesso reato.

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