Ponte sullo Stretto: “LiberiAmo Messina dal Ponte di Matteo Verdini"

“LiberiAmo Messina dal Ponte di Matteo Verdini”. Con questo slogan il leader di Sud chiama Nord Cateno De Luca dà appuntamento giovedì 25 aprile a Messina dalle 17,30 in poi a Torre Faro nei pressi del Pilone, al locale La Pinnazza.   Messina,  23/04/2024 - Presente il sindaco di Messina Federico Basile il cui intervento insieme a quello del leader di Sud chiama Nord, Cateno De Luca, è previsto alle 19:00. “Siamo contrari al ponte di Matteo Verdini che dovrebbe essere realizzato con una rapina del Fondo Sviluppo e Coesione che appartiene alla Sicilia -afferma De Luca-. È impensabile che due miliardi di euro che servono per gli invasi, che servono per le strade, per le scuole, per i depuratori vengano scippati alla Sicilia per il ponte sullo Stretto di Messina. Noi siamo per il corridoio Berlino-Palermo che prevede l'alta velocità da Salerno fino a Villa San Giovanni, la sostituzione della monorotaia dei Borboni in Sicilia, il potenziamento del Porto di Gioia Tauro e di Augusta e c

CAPO D'ORLANDO, TORNA IN CARCERE FRANCESCO CANNIZZO, CONDANNATO ALL'ERGASTOLO NEL PROCESSO "MARE NOSTRUM"

1 settembre 2009 - Francesco Cannizzo, accusato di fare parte del clan dei tortoriciani, torna in carcere per violazioni degli arresti domiciliari. Cannizzo, era stato condannato all'ergastolo nel processo 'Mare Nostrum', ma attualmente era detenuto per la condanna a 16 anni ed 8 mesi per l'operazione antidroga 'Due Sicilie.' All'uomo, tuttavia, erano stati concessi i domiciliari per potersi sottoporre a cure riabilitative necessarie in conseguenza delle gravi ferite alle gambe riportate nel corso di agguato subìto da Francesco Cannizzo nei primi anni '90. In questi mesi, pero', la polizia ha scoperto una serie di violazioni agli obblighi cui era stato sottoposto per usufruire dei domiciliari. Il Tribunale di sorveglianza di Messina ha dapprima diffidato l'uomo e, poi ha revocato il beneficio disponendo il ritorno in carcere. Francesco Cannizzo, originario di Caronia (Me), era attualmente detenuto per la condanna a 16 anni e 8 mesi, confermata in appello, nell’ambito dell’operazione “Le Due Sicilie”. Cannizzo è tra l'altro accusato di avere fatto parte del gruppo di fuoco che la notte tra il 28 e il 29 giugno 1990 uccise Calogero Franco, residente in contrada Piscittina di Capo d'Orlando.

Dopo le scarcerazioni del novembre 2007 di 12 appartenenti alle cosche barcellonesi e tortoriciane erano rimasti da processare 133 imputati in secondo grado nel cosiddetto processo “Mare Nostrum”. Dopo il 27 gennaio 1998 erano 271 i rinviati a giudizio dal Gup di Messina. Il processo andò avanti per otto anni ancora per concludersi, in primo grado, il 26 luglio 2006. Quel giorno la Corte d’Assise di Messina, nell’aula-bunker del carcere di Gazzi, affibiò ben 28 ergastoli agli affiliati alle cosche mafiose dell’hinterland nebroideo e tirrenico, dedite particolormente alle estorsioni. Sulle loro spalle pesavano 40 omicidi e 45 tentati omicidi, a fronte dei gravi attentati messi a segno. Francesco Cannizzo era stato condannato all'ergastolo.

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