Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

'CASTELLO' BROLO (ME), 72ª ORA DI SCIOPERO DELLA FAME DI GIUSEPPE PIZZINO DAVANTI ALLA SEDE CENTRALE UNICREDIT, A MILANO

MILANO, 27/09/2009 – ORE 16:45 - Il Sig. Giuseppe Pizzino, titolare del Gruppo Castello, continua lo sciopero della fame sotto la Sede Centrale dell’UniCredit in Piazza Cordusio, a Milano, in attesa di essere ricevuto dal Dr. Alessandro Profumo per discutere un piano di rilancio del suo Gruppo, che dà lavoro a 300 persone.
Il Sig. Pizzino ha ricevuto telefonate di solidarietà da tutti i Sindaci del comprensorio nebroideo, i quali domani invieranno una delegazione, nelle persone dei Sindaci di Brolo, Ficarra e Piraino, che saranno presenti in Piazza Cordusio per testimoniare la solidarietà di un territorio che non può permettersi di rinunciare a fonti così importanti di reddito ed occupazione. Il Gruppo Castello ed il suo titolare hanno ricevuto la solidarietà della Regione Sicilia, nella persona dell’On. Dr. Raffaele Lombardo - che ringraziano -, nella qualità di Presidente della Regione Sicilia ed azionista di UniCredit. I dipendenti del Gruppo hanno iniziato una serie di azioni a sostegno della protesta del loro titolare.
A conclusione di questa settimana il Sig. Pizzino ha inviato una lettera aperta ai Vertici di UniCredit (che alleghiamo al presente comunicato) in cui, tra l’altro, conferma che andrà avanti nella sua forma di protesta.




Ufficio Stampa - Gruppo Castello
Michela Pizzino

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LA LETTERA DELL'UNICREDIT ALLA SOCIETA' "CASTELLO": "TUTTO NEGATIVO", PURE LA RISPOSTA

Commenti

  1. Certo che sentire Tremonti che bacchetta le banche affinche eroghino credito alle piccole e medie imprese e poi sentire queste vicende a dell'incredibile. Forse in Italia quando si parla d'imprese si intende esclusivamente FIAT ?
    Booo !!!
    Viene solo da GGrridare ...

    Peppe M.

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  2. evidentemente il Ministro Tremonti non ha tutti i torti... nel cotinuare la sua battaglia contro le banche. Questa della Castello è la prova.

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  3. Beh, mi pare che questa battaglia contro le banche il ministro l'abbia fatt a solo a parole. Non si è visto niente di concreto e di modi per "costringerle" a fare semplicemente il loro dovere (niente di più e comunque niente che viioli il libero mercato) ce ne sarebbero un paio.

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  4. non voglio pensare e non voglio credere che le istituzioni abbandonano il signor PIZZINO (castello) le banche non possono scherzare sul futuro di l'unica azienda del comprensorio nebroideo che da lavoro a circa 300 persone al90% donne madri di famiglia con anni di esperienza e con donne ormai cinquantenni che non potranno più entrare nel mondo del lavoro se la CASTELLO chiude on berlusconi AIUTO

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  5. le aziende del sud devono chiudere....
    questo e quello che pensano le banche e le istituzioni e soprattutto i politici..
    se le persone stanno bene non sono piu' sottomessi ai clientelismi politici ed economici...

    questo e il problema...

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  6. Il problema è che nn si da sostegno ad una azienda siciliana che da' lavoro ai siciliani e che preferisce restare in Sicilia con un aggravio di spese piuttosto che ricorrere alla manodopera cinese o tailandese che costerebbe molto di meno. E come dire...."Se vuoi abbattere i costi,vattene all'estero...." (e molte grandi aziende lo hanno già fatto...

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  7. PRIMA PARTE
    Sono andato via dal Banco di Sicilia appena dopo che Unicredito lo ha scippato per la seconda volta alla Sicilia e ciò sempre più nell'indifferenza dei nostri governanti regionali (patetiche le ultime dichiarazioni sull'argomento "Castello" dell'attuale Governatore Lombardo...). Qualcuno ricorderà come i media avessero dato per fallito il Banco, salvo poi ad assistere a vendite di proprietà a distanza di oltre 20 anni ( ma anche regali……. ricordate gli alberghi ?)!! Ma si doveva fare un regalo anche grosso ad un certo Geronzi, per intenderci quello che dal 1986 entra ed esce dai tribunali italiani per poi essere più o meno sempre assolto... (delle due l'una o è un perseguitato politico o.....lascio alla fantasia dei siciliani e in generale della gente del Sud la seconda ipotesi). Sono andato via disgustato quando ho scoperto, e c'è voluto poco tempo, di avere a che fare con gente (Unicredit) che a prescindere da ogni cosa considera noi siciliani come truffaldini imbroglioni e mafiosi; sono andato via disgustato, c'e' voluto molto poco tempo, quando ho scoperto che avevo a che fare con gente che aveva provveduto ad aprire e svuotare la propria scatola cranica, sostituendo la massa celebrale con microcips, sono andato via disgustato, anche per questo c'è voluto poco, quando ho scoperto che fra un direttore di agenzia ed una sedia non c'era più alcuna differenza... tanto per qualunque cosa anche la più banale a decidere era il computer; sono andato via disgustato quando ho scoperto già nell'immediato che avevo fatto per tanto tempo e con molta serietà il bancario e che quel mestiere di fatto non esisteva più. Lo avevo svolto all'interno di una realtà (Banco di Sicilia) che, vicina a diversificati territori, puntava sulle loro crescite economiche e culturali e non regalava comunque soldi a nessuno, come sbandierato ai tempi per fornire ad hoc un'immagine di mediocrità. Quella realtà faceva Banca, quella vera, assumendosi un onere che anche un salumiere si assume e viene chiamato... il rischio Azienda. Oggi, al di la dei proclami di efficienza e di eccessi di auto stima e pubblicità di Unicredito (siamo certamente al narcisismo che vorrei ricordare è un disturbo della personalità... nello specifico Istituzionale) caro Sig.Pezzino, e senza entrare nei particolari di bilancio etc.. della Sua Azienda che non conosco, purtroppo ho da darLe una brutta notizia: salvo che non riesca mettere a rischio l'immagine di Unicredito, a cui la dirigenza tiene tantissimo (cfr quanto detto prima), Lei non otterrà nulla e sa perchè? Unicredito non fa banca in quanto è un'istituzione che si occupa di finanza che è cosa ben diversa.

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  8. SECONDA PARTE
    Sa cosa c'è di grottesco nella Sua vicenda ? che nessuno ha fatto o non vuole esprimere su Unicredito le stesse valutazioni che sono state fatte alla sua Azienda ( sarebbe interessante sapere veramente sulle sue esposizioni all’estero e a forte rischio di default, quanti sono i contratti su derivati a rischio di fallimenti aziendali ed anche Istituzionali ... cfr comuni , province etc...quanta reale è la portata dei titoli spazzatura che ha in "pancia" etc.....) ovvero determinare su Unicredito il reale suo " merito creditizio". Purtroppo sull’odierna realtà finanziaria siciliana dovremo sempre ringraziare i nostri passati Governanti regionali che hanno concesso, a volte con stupefacente o complice placet, la sparizione nel nulla di un grande Istituto di Credito tutt’altro che sull’orlo del fallimento e con all'interno grandi professionalità. Ma ciò, qualora non lo sapesse, fu imposto da un allora ministro del tesoro, certo Ciampi, il quale disse pubblicamente che “per sconfiggere la mafia, n'drangheta e quant'altro” bisognava eliminare le banche del Sud. Provi a trovarne una al servizio di una regione del sud .... non ne è rimasta nessuna. L’ordine dato, grazie ad un allegro giochetto di regalie ( ma ci saranno state delle contropartite....) venne eseguito da certo Fazio, salvo poi costui ad essere beccato a fare lo stesso giochetto con BNL (ricorda Mr. Fiorani ?) ….. ma quell’affaire forse dava fastidio a qualcuno mentre del Banco, per il tornaconto di pochi politicanti locali, ancora una volta la Sicilia e i siciliani sono stati ricondotti all’interno del ruolo da sempre svolto ovvero servi della gleba utili solamente a fornire mezzi e denaro a farabutti del nord ( ricorda il benemerito Garibaldi ? fu il primo a rubare finanze e portarle al nord; il Banco di Sicilia venne svuotato delle casse per 50 milioni, e siamo attorno al 1860, e tantissimi paesi siciliani vennero saccheggiati………… ed ancora si continuano ad intestare vie e piazze.
    Auguri di cuore Sig. Pezzino

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  9. Leggete qui


    http://icrl.wordpress.com/2009/09/29/unicredito-vs-pizzino/

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