Autonomia differenziata: incontri in Sicilia e a Milazzo, “rischia di spaccare l'Italia”

Autonomia differenziata.  Fico e Di Paola (M5S), sei incontri in Sicilia, domenica e lunedì, per parlare di autonomia differenziata “che rischia di spaccare l'Italia” 20/04/2024 - Sei incontri in appena due giorni per parlare di autonomia differenziata, “la riforma scellerata che rischia di spaccare l'Italia”. È il mini tour che l'ex presidente della Camera Roberto Fico, farà in Sicilia domenica 21 e lunedì 22 aprile prossimi assieme al coordinatore regionale M5S per la Sicilia, Nuccio Di Paola, per illustrare i contraccolpi del ddl Calderoli. "L'autonomia differenziata - dice Fico - sarebbe uno schiaffo insopportabile al Sud, aumenterebbe i divari che già esistono e danneggerebbe la struttura istituzionale del Paese. E' un disegno scellerato che mira a spaccare l'Italia. In questi mesi sto girando l'Italia per parlare dei rischi dell'autonomia voluta da Calderoli ed è importante parlarne anche in Sicilia". “Di questa riforma che rischia avere

SAN NICOLA BENEDICA GLI UOMINI DELLA DELEGAZIONE DI SPIAGGIA DI PATTI E DELLA CAPITANERIA DI PORTO DI MILAZZO

Non sarà una maniera consolidata di fare informazione ma noi invochiamo lo stesso, volentieri, San Nicola di Bari, protettore di Gioiosa Marea e dei naviganti
Gioiosa Marea, 30/04/2010 – San Nicola di Bari e la Madonna di Odigitria abbiano in gloria gli uomini della Delegazione di Spiaggia di Patti Marina, con quanti della Guardia Costiera e della Capitaneria di Porto di Milazzo, a bordo della motovedetta CP 544, hanno interrotto una illecita attività di pesca nel mare di Gioiosa Marea. Non sarà una maniera consolidata di fare informazione ma noi (senza pudori professionali)
invochiamo volentieri San Nicola di Bari, protettore di Gioiosa Marea e dei naviganti, perché abbia in gloria questi valenti uomini dello Stato per l’operazione portata a compimento nella mattinata del 28 aprile: il maresciallo Luca Losapio, gli uomini della Guardia Costera e della Capitaneria di porto di Milazzo che hanno posto fine a quanto consentiva all’equipaggio di una imbarcazione palermitana da pesca, di media stazza, di praticare una pesca (a giudicare dall'azione di polizia) illecita e distruttiva nei bassi fondali di Gioiosa Marea.

Gli uomini della Guardia Costiera di Patti Marina e della capitaneria di Porto di Milazzo, infatti, sulle ‘orme’ del peschereccio c’erano già da giorni e ne tracciavano i comportamenti rilevando quanto l’occhio allenato dell’inquirente preparato e attento non manca di cogliere.

E al momento giusto hanno saputo interrompere una pesca (a quanto pare) indiscriminata o comunque reprensibile, in grado di distruggere i fondali e sterminare le colonie di ‘pettini’ insediati nell’area compresa tra Capo d’Orlando e Gioiosa Marea, dove essi si riproducono secondo i ritmi biologici tipici di questa specie autoctona.

Da novembre a maggio tale specie è solita andare il letargo, interrandosi nei fondali sabbiosi, per poi tornare al di sopra del manto di sabbia nei mesi più caldi. La cattura dei pettini nel presente periodo, perciò, può avvenire solo con modalità di pesca a strascico o con reti appesantite, in grado di ‘arare’ e affondare nella sabbia.
Soltanto Caronia Marina, dove i fondali sono ben più pietrosi, ha dimostrato di potere meglio proteggere l’insediamento dei pettini, presenti in poche località del Tirreno e che richiedono 'urgentemente' d'essere protetti con apposite normative di tutela. A Caronia Marina, la migliore difesa è data certamente dalla presenza sui fondali di grosso pietrame, che impedisce lo strascico, pena la facile e frequente rottura delle reti (a strascico).

Il maresciallo Luca Losapio, d’intesa con la Capitaneria di Porto di Milazzo ha saputo valutare tutto ciò, contemperandolo con quanto è nel ‘codice genetico’ di un valente uomo delle istituzioni e dello Stato: la quotidiana lotta all'illegalità.
Agli occhi degli uomini della Delegazione di spiaggia di Patti Marina non sono passate inosservate le strane abitudini e gli altrettanto strani luoghi (e profondità) scelti dai palermitani del peschereccio che sono stati fermati, controllati e scortati fino al porto di Capo d’Orlando, dove gli uomini di Losapio hanno contestato al ‘comandante’ del natante tutto ciò che non andava del loro armamentario da pesca: illeciti amministrativi in fatto di pesca con sanzioni per duemila euro e reti da pesca sotto sequestro per circa 10.000 euro.

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