Capizzi, studente modello di 16 anni ucciso in piazza da un ventenne armato di pistola

Uno studente di 16 anni,  Giuseppe Di Dio, è stato ucciso sabato 1° novembre a Capizzi, piccolo comune dei Nebrodi in provincia di Messina, mentre un suo amico è rimasto ferito nella sparatoria. Fermate tre persone.  Giuseppe Di Dio frequentava la terza classe  dell'istituto alberghiero di Troina (Enna) e sarebbe stato attinto per errore dai colpi mortali esplosi da  Giacomo Frasconà Filaro , il 20.enne presunto assassino . 3 nov 2025 - Giuseppe Di Dio, 16 anni, e i suoi amici si trovavano  davanti a un bar di via Roma, a Capizzi, quando da un'automobile sarebbero scese tre persone, una delle quali avrebbe esploso i colpi di arma da fuoco che hanno attinto mortalmente il sedicenne, ferendo un altro giovane di 22 anni.  Si tratta di  Antonio Frasconà Filaro , 48 anni, e dei figli Mario, 18 anni, e Giacomo, 20 anni. Quest'ultimo, armato di pistola avrebbe fatto fuoco sulle persone presenti all'esterno del  bar di via Roma, a Capizzi, uccidendo ...

SAN NICOLA BENEDICA GLI UOMINI DELLA DELEGAZIONE DI SPIAGGIA DI PATTI E DELLA CAPITANERIA DI PORTO DI MILAZZO

Non sarà una maniera consolidata di fare informazione ma noi invochiamo lo stesso, volentieri, San Nicola di Bari, protettore di Gioiosa Marea e dei naviganti
Gioiosa Marea, 30/04/2010 – San Nicola di Bari e la Madonna di Odigitria abbiano in gloria gli uomini della Delegazione di Spiaggia di Patti Marina, con quanti della Guardia Costiera e della Capitaneria di Porto di Milazzo, a bordo della motovedetta CP 544, hanno interrotto una illecita attività di pesca nel mare di Gioiosa Marea. Non sarà una maniera consolidata di fare informazione ma noi (senza pudori professionali)
invochiamo volentieri San Nicola di Bari, protettore di Gioiosa Marea e dei naviganti, perché abbia in gloria questi valenti uomini dello Stato per l’operazione portata a compimento nella mattinata del 28 aprile: il maresciallo Luca Losapio, gli uomini della Guardia Costera e della Capitaneria di porto di Milazzo che hanno posto fine a quanto consentiva all’equipaggio di una imbarcazione palermitana da pesca, di media stazza, di praticare una pesca (a giudicare dall'azione di polizia) illecita e distruttiva nei bassi fondali di Gioiosa Marea.

Gli uomini della Guardia Costiera di Patti Marina e della capitaneria di Porto di Milazzo, infatti, sulle ‘orme’ del peschereccio c’erano già da giorni e ne tracciavano i comportamenti rilevando quanto l’occhio allenato dell’inquirente preparato e attento non manca di cogliere.

E al momento giusto hanno saputo interrompere una pesca (a quanto pare) indiscriminata o comunque reprensibile, in grado di distruggere i fondali e sterminare le colonie di ‘pettini’ insediati nell’area compresa tra Capo d’Orlando e Gioiosa Marea, dove essi si riproducono secondo i ritmi biologici tipici di questa specie autoctona.

Da novembre a maggio tale specie è solita andare il letargo, interrandosi nei fondali sabbiosi, per poi tornare al di sopra del manto di sabbia nei mesi più caldi. La cattura dei pettini nel presente periodo, perciò, può avvenire solo con modalità di pesca a strascico o con reti appesantite, in grado di ‘arare’ e affondare nella sabbia.
Soltanto Caronia Marina, dove i fondali sono ben più pietrosi, ha dimostrato di potere meglio proteggere l’insediamento dei pettini, presenti in poche località del Tirreno e che richiedono 'urgentemente' d'essere protetti con apposite normative di tutela. A Caronia Marina, la migliore difesa è data certamente dalla presenza sui fondali di grosso pietrame, che impedisce lo strascico, pena la facile e frequente rottura delle reti (a strascico).

Il maresciallo Luca Losapio, d’intesa con la Capitaneria di Porto di Milazzo ha saputo valutare tutto ciò, contemperandolo con quanto è nel ‘codice genetico’ di un valente uomo delle istituzioni e dello Stato: la quotidiana lotta all'illegalità.
Agli occhi degli uomini della Delegazione di spiaggia di Patti Marina non sono passate inosservate le strane abitudini e gli altrettanto strani luoghi (e profondità) scelti dai palermitani del peschereccio che sono stati fermati, controllati e scortati fino al porto di Capo d’Orlando, dove gli uomini di Losapio hanno contestato al ‘comandante’ del natante tutto ciò che non andava del loro armamentario da pesca: illeciti amministrativi in fatto di pesca con sanzioni per duemila euro e reti da pesca sotto sequestro per circa 10.000 euro.

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