Roma, 05/05/2010 - “Sei gentile negli occhi”. E’ la dichiarazione d’amore che Valeria Galati Casimiro, una giovane ragazza con sindrome down divenuta attrice per caso e per passione, farebbe al suo innamorato, al suo migliore amico, ai compagni di lavoro e ad ogni essere umano il cui sguardo sia in grado di posarsi lieve e gentile sull’esistenza di questa generosa fanciulla. La lezione d’amore viene dalla giovane Valeria, ospite dell’edizione odierna di 'Uno Mattina' su Raiuno, assieme alla sua compagnia teatrale: la 'Lucio Piccolo' di Capo d’Orlando (Messina), della quale, oltre a lei, fanno parte Cono Messina,
Sara Liuzzo Lo Sardo, Salvatore Messina ed altri.
E il lavoro teatrale che ora la compagnia sta portando in giro per l’Italia, 'Un milione di milioni al secondo', ha una storia vera per una protagonista autentica: Valeria Galati Casimiro, ragazza innamorata dell’amore, quell’amore che a stento riusciamo a coniugare con le fiction televisive e con i talk show serali, allorquando questi hanno superato la sacra soglia di sopportabilità della politica e non resterebbe altro di cui parlare se non la dieta e i massaggi dimagranti per veline, escort ed attrici consumate, anzi rovinate.
Così Valeria irrompe nel 'mercato' italiano dello spettacolo (che fa riflettere e guarire dalle malattie dell'anima), come una severissima dolce presenza ed autentica lezione di vita.
Valeria ha bisogno di occhi gentili coi quali sognare, ha bisogno di occhi gentili che sappiano piangere e sorridere secondo le stagioni della vita, secondo l’ultima gioia, l’ultimo dramma, l’ultima sciocchezza detta o pensata.
- Ma tu come passi il tempo?
- Io canto e suono!
La trama: una famiglia va in crociera con la figlia con sindrome
SDD e per un contrattempo si imbatte in un giovane medico, del quale Valeria si innamora. La ragazza si sente attratta e nasce una relazione tra i due. E’ il dottore a farsi avanti, forse stimolato dalla dolcezza ragazza. Non necessariamente la commedia fa pensare ad un possibile matrimonio. Probabilmente solo la ragazza prova veri sentimenti: non si sa se ricambiati da vero amore o per il desiderio del medico di capire, di studiare il caso.
Una prova utile e faticosa per Valeria ma pure per gli altri attori, capeggiati dal veterano Cono Messina, ex docente di matematica ed oggi impegnato a tempo pieno in teatro e nel cinema, dove si caratterizza per la sua esperienza ma pure per la bravura ormai riconosciuta.
La regista Sara Liuzzo Lo Sardo è una maestra elementare impegnata in progetti educativi e formativi di apprezzabile profilo pedagogico: una figura stimata sul territorio e decisamente attiva nel volontariato sociale e nel lavoro.
“Per una persona con un corredo diverso - ha detto Sara Liuzzo - è sempre molto importante ciò che c’è intorno ed ogni nuova esperienza, ogni nuova sensazione entra a fare parte del curriculum della persona con sindrome down, sia in senso formativo che terapeutico. La sindrome down, del resto, non comporta necessariamente un ritardo mentale”.
“Il nostro obiettivo è relazionarci con la diversità. Siamo tutti diversi. Nel momento in cui Valeria ci ha accolti non abbiamo più pensato al lavoro ma a stabilire una relazione e vedere che cosa veniva fuori. Questo ci ha fatto crescere. Lei ha fatto da punto d’unione”.
Quando si è prospettata la possibilità che l’esperienza teatrale stesse per finire Valeria ha fatto commuovere tutti dicendo: “Mi dispiacrebbe perdere la vostra amicizia”
"Per una persona disabile non è importante fare ciò gli altri fanno ma ciò che riesce bene a loro", ripeteva Giovanni Paolo II.
E il giornalista Piero Damosso, citando Italo Calvino: “L’amore non ha confini se non quelli che noi gli diamo”.
Potrei sapere chi glie lo ha detto, al giornalista che ha scritto il pezzo, che l' esistenza di questa "candida ragazza", come la chiama lui, è "ingenua??"
RispondiEliminaO pensa che l' esistenza di tutte le persone con Sindrome di Down sia ingenua? Che le persone con sindrome di Down siano tutte candide e abbiano un' esistenza ingenua? Perchè se non è così non mi capacito di come ci si possa permettere, senza aver vissuto per anni con una persona, di definire come sia o non sia la sua "esistenza".
Vorrei dire a questo giornalista che la peggior sindrome è quella del preconcetto.
Inoltre Down non è un aggettivo, è il nome del medico che ha scoperto questa sindrome. Questa ragazza non E' Down, ma HA la Sindrome di Down.
Il rispetto per le persone viene prima delle esigenze di sintesi. Se proprio vuole sintetizzare che abbrevi SDD, ma non usi Down come aggettivo. Down sarà lui.
Comprendo... "senza aver vissuto per anni con una persona" non permette di "definire come sia o non sia la sua "esistenza".
RispondiEliminaIn realtà io credo che neanche dopo averci vissuto per anni uno si dovrebbe permettere di dare giudizi così perentori sull' esistenza di qualcuno, al punto da definirla "ingenua"!
RispondiEliminaInoltre spero che abbia compreso anche la corretta definizione delle persone "con sindrome di Down", e non "persone Down", e spero che abbia compreso anche che i clichè preconcettuosi che vogliono vedere sempre le persone con SDD come candide e ingenue le danneggiano forse più ancora di chi le denigra intenzionalmente.
L' intenzione dell' articolo è ottima, ma spero che la prossima volta che le capiterà di parlare di questi argomenti cerchi di farlo in un modo più moderno, aperto, e soprattutto più libero da PRE-concetti. Grazie.
Ingènuo= lat. INGÈNUUS composto della particella IN e tema di GÈNO, io genero, (ved. Gente)
RispondiEliminaCosì fu detto presso i Romani Colui che nasceva in paese, di padre certo e legittimo, in confronto de’ servi che erano stranieri o altramente Quelli cui la libertà era ingenita e naturale; e figurativ. valse Degno d’uomo Libero, Nobile, Liberale, Verace, Sincero, Schietto: avvegnachè le qualità corrispondenti a questi attributi fossero più facilmente reperibili nell’uomo libero, che negli schiavi e nei liberti. (cfr, Genuino). – Oggi si adopra solamente nel senso di Sincero, Schietto, Semplice, donde Ingenuità nel senso moderno.
Riveda i suoi preconcetti e “cerchi di farlo in un modo più moderno, aperto, e soprattutto più libero da preconcetti”, cercando d’essere “gentile negli occhi” e nei modi.
Indipendentemente dall' etimologia della parola, che le persone con SDD siano ingenue e candide sia un clichè che, come tutti i clichè su di loro (positivi o negativi che siano non importa) le danneggia, lei non lo ha capito.
RispondiEliminaCome non ha capito che Down non dev' essere usato come aggettivo (non mi puntualizzi che lo ha usato con la lettera maiuscola, per cortesia, perchè dimostrerebbe una volta di più di non aver capito qual è il punto). Evidentemente è più interessato all' etimologia delle parole piuttosto che alla loro ripercussione sulla vita e sull' integrazione altrui.I miei non sono PRE concetti, ma concetti che, le piaccia o no, ho elaborato in seguito alla lettura delle sue parole. I suoi sono PRE concetti perchè non è spiegabile come possa definire l' esistenza di qualcuno se non attraverso un giudizio a priori, un concetto a priori, appunto un PRE-concetto, basato su un luogo comune e su una generalizzazione estesa da una categoria (la SDD), a un individuo che, in questo modo, dimostra di non rispettare.
Aggiungo che fra i significati che il dizionario della lingua Italiana (moderna, non arcaica) attribuisce della parola "ingenuo" ce ne sono, oltre a quelli che ha citato Lei, anche altri, che non so se nella sua dotta ricostruzione filologica si è dimenticato di citare, o ha consapevolmente omesso al fine di rafforzare una tesi insostenibile, piuttosto che fare un minimo di autocritica; i significati da lei omessi della parola ingenuo sono: inesperto, sprovveduto credulone.
RispondiEliminaQuesto per amore di precisione. Ma il punto continua a non essere il significato della parola, ma, come già abbondantemente spiegato, l' uso di un clichè. Chissà se, a questo punto, è riuscito a capirlo.