"Io nacqui nella prateria dove il vento soffiava liberamente e dove non c’era nulla a bloccare la luce del sole. Io nacqui dove non c’erano recinti e dove ogni cosa respirava liberamente. Io voglio morire là, e non dentro questi muri”
29/07/2010 - Probabilmente cominciano a capire che il Parco non è casa loro, né la cassaforte dei loro stipendi. Probabilmente cominciano a rendersi conto che è cessata la ‘sacralità’ dietro cui restava confinato il tentativo
di dimostrare che un
Parco naturale non è un luna park, non è un circo equestre (con assoluto rispetto per il Circo Equestre, quando è il proprio mestiere), né luogo di ectoplasmi o di cubiste da 'offrire' sui calendari. Questo blog da sempre porta avanti tale fiera istanza, affinché i cosiddetti
parchi naturali (istituzionali) siano sempre meno luoghi ‘protetti’, nel senso burocratico e degli appannaggi; sempre meno luoghi di sottopotere e sottogoverni, dove andare a dislocare 'eterni' commissari e direttori generali di nomina ‘domestica’, con compiti non proprio definiti e poteri vicini allo
jus primae noctis.
Probabilmente si sono resi conto che ormai l’Italia è tutta un Parco naturale, nel senso che si è innalzata notevolmente la coscienza ecologica ed ambientale dei cittadini, e che ciascuno comprende quanto è faticoso guadagnarsi da vivere onestamente, per accettare che determinati
comparti e certi
ruoli godano della ‘sacra’ aureola, che rende tutto inamovibile e lecito.
Ed ecco arrivare il Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo ad affidare la protezione e la salvaguardia della colonia di foca monaca individuata a Marettimo, la più lontana delle isole Egadi, agli stessi pescatori che di recente l'hanno avvistata, anziché farne uno zoo, un baraccone con tanto di consiglio di amministrazione, organigramma e armamentari burocratici di rito.
Un cartellone esposto all’ingresso della Riserva dello Zingaro (Tp), qualche anno addietro, iniziava i suoi severi ammonimenti con ‘... omissis’ e sciorinava di seguito, coi toni e col linguaggio della burocrazia, la lunga serie delle cose che era proibito fare: tra l'altro, era proibito introdurre carri armati all’interno dell’area protetta. Così la famiglia media italiana smise di presentarsi allo Zingaro col carro armato.
L'agenzia Ansa pubblica - ora - alcune dichiarazioni dell’assessore piemontese William Casoni, in merito alla decisione di farsi più flessibili (e più vicini al cittadino) nella gestione e nei regolamenti dei Parchi. Leggiamo:
"Non abbandoniamo la missione (figuriamoci se non lo facevano per missione, ndr!) della conservazione delle aree protette, ma diamo sempre più spazio alla loro fruizione da parte dei cittadini": così l'assessore William Casoni riassume le linee guida delle nuove norme che regolano attività e funzioni dei parchi della Regione Piemonte.
Si tratta di un testo unico che, nel recepire alcuni rilievi mossi dalla Corte Costituzionale sui rapporti e le competenze fra Stato e Regione, si propone di snellire il sistema e di arrivare a una maggiore semplicità operativa, visto che i cosiddetti 'Piani d'Areà, adesso potranno essere approvati direttamente dalla giunta.
Tra le modifiche salienti vi è poi quella a riguardo dei tempi sugli indennizzi per i danni provocati dai selvatici, che sono ora regolamentati "entro i 90 giorni" e - in linea con le indicazioni della nuova legge finanziaria - la riduzione dei componenti nei consigli di amministrazione dei Parchi, che scendono a cinque membri (due di nomina regionale, uno di nomina provinciale e due nominati dalla comunità del parco). "L'obiettivo della normativa - ha concluso Casoni - è quello di creare unitarietà d'intenti e di costruire finalmente un "sistema dei parchi", rendendo le aree delle vere e proprie risorse ed offrendo sempre maggiori servizi ai cittadini".

Ciò, mentre il governo taglia del 50% i finanziamenti al sistema dei parchi in Italia e mentre proliferano i movimenti spontanei di cittadini e le organizzazioni popolari, come L’Associazione “Parcopoli, No Grazie!”, che ha come scopo primario, attraverso il coinvolgimento delle Comunità locali dei Comuni di Palazzo Adriano, Chiusa Sclafani, Prizzi, Castronovo di Sicilia, Contessa Entellina, Giuliana, Burgio, Bivona, San Giovanni Gemini, Cammarata, Santo Stefano di Quisquina e Sambuca di Sicilia, il contrasto alla istituzione, imposta e contraria agli interessi dei cittadini, di un mega “parco dei monti sicani” così come ipotizzato dal Comitato istitutivo di cui alla Legge regionale n. 6 del 14 maggio 2009 art. 64.

L’Associazione “Parcopoli, No Grazie!”, si pone in contrasto con la sistematica “imbalsamazione” del territorio regionale, ed intende proporre in fase d’istituzione e di perimetrazione dell’area protetta, soluzioni che possano evitare gli errori di altri Parchi Regionali, i quali, spesso, hanno causato un impoverimento economico di quei territori.
"Io nacqui nella prateria dove il vento soffiava liberamente e dove non c’era nulla a bloccare la luce del sole. Io nacqui dove non c’erano recinti e dove ogni cosa respirava liberamente. Io voglio morire là, e non dentro questi muri” (Dieci Orsi, Comanche Yanmparika - in AA. VV., 1995).
____________
Immagini su: http://www.imontanari.it
Quelli che s'innamoran di pratica sanza scienza, son come 'l nocchieri ch'entra in navilio sanza timone o bussola, che mai ha certezza dove si vada.
Commenti
Posta un commento
NEBRODI E DINTORNI © Le cose e i fatti visti dai Nebrodi, oltre i Nebrodi. Blog, testata giornalistica registrata al tribunale il 12/3/1992.
La redazione si riserva il diritto di rivedere o bloccare completamente i commenti sul blog. I commenti pubblicati non riflettono le opinioni della testata ma solo le opinioni di chi ha scritto il commento.