Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

PRESTI E FANZONE INCONTRO ALLA BELLEZZA, SULLA SCIA DI ALAMAK TRA IL MARE E LA POESIA

RODIA: “SULLA SCIA DI ALAMAK”, TRA MARE, ARTE E POESIA
Messina (Rodia), 09/07/2010 - Ci sono sere in cui le cime degli alberi hanno soltanto gemiti. Ci sono sere mediterranee in cui il cuore del mare non ha suoni ma altre in cui, con un po’ di fortuna, è possibile ascoltare il cuore del mare che batte. Non è superfluo - perciò - dedicare un premio alla poesia inedita avente per tema ‘Voci e suggestioni del mare’.
Del resto, a volte i concorsi e i premi di poesia hanno per tema proprio la poesia. E il premio di poesia inedita intitolata a Sebastiano Mafodda ‘Voci e suggestioni dal mare’ è certamente uno di questi, essendo intenzione degli organizzatori, con esso, rinnovare la memoria di un uomo di mare, che credeva nella poesie come nelle onde, che a volte sentiva agitarsi dentro di sé, quando il mondo gli appariva più insolente e le albe poco chiare.

Giunto alla seconda edizione, il premio di poesia ‘Sebastiano Mafodda’ è organizzato a Rodia, in provincia di Messina, dall’omonima Associazione ‘Alamak S. Mafodda’, all’interno di una quattro giorni che spazia dal concorso poetico al recital della cantastorie Maria Costa, dalle storie di mare raccontate attraverso i filmati delle Teche Rai alla musica etnica del gruppo ‘Sarva la Pezza’, alla ‘Politica della Bellezza’ di Antonio Presti e Ornella Fanzone.

Appunto, la bellezza….


Altezza è mezza bellezza… Sua Altezza è mezza bellezza... La bellezza è come una gemma preziosa… Non è bello quel ch’è bello ma che bello, che bello, che bello - concluderebbe Nino Frassica.

Beh, certo facile non dev’essere capire la bellezza, definirla. Capirne i messaggi, i valori consustanziali, le vaghezze e la libertà. Quanta libertà vi è nella bellezza? Se la bellezza c’entra con la libertà... Libertà che sferza il viso, col vento in faccia su un aliscafo, vento che fa infuriare i capelli e salivare un angolo della bocca, d'impeto, ebbrezza e voglia di partire.

Di sicuro, la libertà di stampa è una cosa bellissima. Dunque la libertà con la bellezza c’entra!

“La bellezza è soltanto nei musei”, ha scritto Nino Ferraù, il poeta dell’ascendentismo di Galati Mamertino, sui Nebrodi, che le vacanze al mare le faceva a Rodia. Ma capitò una volta che alcuni intellettuali si siano ribellati nel sentire che avevamo approntato per loro la lettura di alcune poesie di Ferraù. Avrebbero preferito Novella Parigini, ma al momento era pittrice…

Per fortuna non eravamo da soli ed eccoci qua: sopravvissuti. Che bellezza…!

Tanto vivi e vegeti che se non tirasse aria di ‘manovra’ pro-euro e non fossero così incalzanti gli aumenti del gasolio da autotrazione, domani sera avremmo potuto essere laddove Antonio Presti e Ornella Fanzone renderanno omaggio alla generosità dell’uomo di mare, capitano Sebastiano Mafodda, e alla bellezza come insostituibile opportunità di buona vita e di rinascita, fisica e interiore.

‘Na farfalledda di tanti culuri /
libera e sula ‘n campagna girava /
e leggiu leggiu di tutti li ciuri /
lu beddu meli, contenta, sucava.

‘Na carussitta chi ‘ntantu passava /
s’avvicinò, senza fari rumuri /
e mentri chidda pusannu si stava /
ci detti ‘na botta.

Ahi, chi duluri, dissi chiancennu /
dda povera afflitta:
“N’ancilu pari di li so’ biddizzi /
ma pi’ daveru, puru s'è bidditta /
è ‘na diavula ch’i capiddi rizzi!

Questa è l’unica poesia studiata a scuola dallo scrivente sulla bellezza. Non ho di meglio ma a me è sembrata bella… L’autore non lo ricordo: forse Leopardi o magari Antonio De Curtis. O forse il marito della maestra che faceva il ragioniere al municipio. Un bravo ragioniere!

Per saperne di più sulla bellezza sarà davvero utile e interessante, domani sera alle 21 sul lungomare di Rodia (vicino Messina), ascoltare Antonio Presti (La politica della bellezza) e Ornella Fanzone (Bellezza e poesia): un mecenate ed una esperta di comunicazione, appassionata di poesia.

Antonio Presti, la bellezza l’ha fabbricata e disseminata con ordine e genialità nel territorio compreso tra Castel di Tusa e il Cairo, dove tra meridiani e paralleli ne passano 38. Forse oggi bastevoli per far capire come la politica, l'analfabetismo culturale e l'abusivismo abbiano tentato di confinare Presti tra i malfattori, tra i costruttori abusivi di opere d’arte monumentali, al posto di discariche pubbliche, di cui in tempi di Ato c’è tanto bisogno. Una ‘bella’ discarica firmata Staccioli al posto delle solite Piramidi...

Un’infamia imperdonabile, la Fiumara d’Arte di Antonio Presti, un’onta che la società del pentapartito non poteva subire. Un’onta alla spazzatura: metterci dentro, assieme alle carcasse di animali morti, ai pneumatici usati, ai reflui, agli elettrodomestici dai motori abbrustoliti, a plastica e tanto vetro, perfino un’opera d’arte, col pericolo di inquinare la spazzatura, che appestava il torrente-discarica prima che Presti facesse erigere quella che rimane la prima opera d’arte in senso cronologico della Fiumara d'Arte, fatta erigere nel 1986 in memoria del padre da Pietro Consagra. L'opera si intitola "La materia poteva non esserci".

Ornella Fanzone della poesia conosce la bellezza e la portata. La Fanzone, dopo il liceo classico e gli studi giuridici, ha praticato la cultura e la poesia con quotidiana passione, padroneggiandole al punto da innovare quel modo enfatico e forzoso di declamare il dramma nella lettura, offrendo alla poesia stessa un nuovo modo, naturale ed empatico di viverla, interpretarla e percepirla. Modo che trova rispondenza in uno stile penetrante e convincente, tale da permetterne l’efficace fruizione del linguaggio e della bellezza riposta nella composizione poetica: dunque da distillare.

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