Casteldaccia: la morte di 5 operai lascia sgomenti, ennesimo incidente sul lavoro grave e inaccettabile

Incidente sul lavoro a Casteldaccia: cinque lavoratori perdono la vita e un sesto è in gravi condizioni. La Cisal indice per domani, martedì 7 maggio, uno sciopero generale di 4 ore nel settore privato, a partire dall’inizio del turno di lavoro, "mentre dalle 9 terremo un sit-in di fronte alla Prefettura di Palermo”.   Palermo, 6 maggio 2024 – "L'incidente sul lavoro che a Casteldaccia, in provincia di Palermo, ha portato alla morte di cinque operai e al ferimento di un sesto, ci lascia sgomenti. Esprimiamo cordoglio e vicinanza alle famiglie dei lavoratori coinvolti e chiediamo che si accertino al più presto le cause di questo ennesimo incidente sul lavoro, grave e inaccettabile. La sicurezza sul lavoro è un'emergenza nazionale e come tale va affrontata a ogni livello, coinvolgendo sindacati, imprese e istituzioni". Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Daniele Ciulla di Federerenergia Cisal in merito all'incidente sul lavoro avvenuto a Castaldaccia, nel Palermit

BROLO: UNA STORIA 'INQUIETANTE' NEL NOME DI PEPPINO IMPASTATO

Brolo (Me), 09/06/2011 - Pubblichiamo testualmente una nota a firma del presidente dell’Associazione 'Peppino Impastato' di Brolo, Sonny Foschino, sulla questione relativa ad una lettera-denuncia, un appello alla cittadinanza e al mondo degli “Adulti”, presentato da sei giovani studenti brolesi: Luca Scaffidi Militone, Francesco Pintaudi, Giuseppe Ziino, Antonino Colantropo, Maura Miragliotta e Rosita Di Luca.
I sei firmatari avevano scritto e pubblicato una accorata lettera aperta indirizzata ad alcuni sindaci del comprensorio, al sindaco del comune di Brolo, Salvo Messina, e al presidente dell’Associazione Culturale Onlus 'Peppino Impastato' di Cinisi, prof. Salvo Vitale.

Nella lettera, rivolta alla comunità di Brolo tutta, si invita il mondo degli “adulti” a volere sostenere moralmente gli stessi scriventi: giovani che “credono e sperano ancora di poter credere nel sogno della legalità”, per avere subito  comportamenti scorretti da parte dell’attuale presidente dell’Associazione brolese, Sonny Foschino, fino allo scioglimento “ad imperio” della compagnia “Peppino Impastato”. I 6 giovani, tra l'altro, rivendicano il diritto di ricevere le spettanze in parte loro dovute per alcuni spettacoli teatrali rappresentati presso comuni del comprensorio, compensi che i 6 giovani vorrebbero devolvere interamente in beneficenza. Ciò perché il presidente, Sonny Foschino, avrebbe incassato le somme in questione, omettendo di ripartirle tra i componenti la compagnia stessa.
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Il Presidente dell’Associazione Impastato rende noto quanto segue:

Alla cittadinanza nostra unica vera forza
Al Sindaco del Comune di Brolo
e per conoscenza
Ai sindaci dei Comuni di: Caprileone,
Gioiosa Marea,
Ficarra,
Piraino.
Al professor Salvo Vitale
Presidente dell’Associazione Peppino Impastato di Cinisi

Cari amici,
anzitutto ci preme scusarci per il ritardo della nostra risposta, dovuta agli iter burocratici intrapresi per far fronte alla vicenda in questione. A scrivere è Sonny Foschino, Presidente pro-tempore dell’Associazione socioculturale “Peppino Impastato” di Brolo.
Questa nostra vuole essere una riflessione condivisa in merito alla vicenda venutasi a creare qualche giorno fa riguardante la lettera aperta pubblicata dai sei famosi splendidi ragazzi: Luca Scaffidi Militone, Francesco Pintaudi, Giuseppe Ziino, Antonino Colantropo, Maura Miragliotta e Rosita Di Luca.
In verità dato che stava per essere inviata anche oltreoceano, tranne che ai diretti interessati, non eravamo in obbligo di rispondere.
Ma siccome, onde evitare di lasciar trapelare la parvenza di possibili lati oscuri, ci è sembrato opportuno, doveroso nei riguardi della comunità nebroidea e provinciale rendere noto quanto segue.

E lo faremo con un sorriso sulle labbra, come nel nostro personale stile. =)
La presidenza che ci fregiamo di rappresentare ha sicuramente subito un colpo scontato, ma, di sicuro, più forte di quanto pensasse. Conosciamo questi bei ragazzi molto bene, anche dal punto di vista personale, e, di certo, credevamo, fino a non molto tempo fa, di avere di fronte gente già facente parte del mondo degli “adulti”; basandoci però sulle ultime dichiarazioni da loro stessi pubblicate, siamo stati costretti a fare dieci passo indietro nelle nostre precedenti convinzioni.
Per quanto riguarda le dichiarazioni rilasciate, una domanda ci sorge spontanea: ma su cosa dovremmo rispondere a questi “giovanotti” che, evidentemente, hanno molto tempo?
Bene, ci proveremo.

I giovani firmatari dichiarano di essere “ragazzi che hanno creduto e sperano ancora di potere credere nel sogno della legalità, dei corretti comportamenti, della lealtà e della giustizia”. Non crediamo, e ne siamo certi e convinti nell’affermarlo, che nessuno gliel’abbia mai impedito, in quanto noi non siamo i detentori del brevetto della legalità stessa, e quindi nessuno può impedir loro di continuare a farlo.
Rifacendosi alle loro stesse dichiarazioni, che ci preme riportare, essi asseriscono di aver “aderito all’idea di far nascere una compagnia teatrale, per coltivare la socialità e l’amicizia”. In merito a ciò si può dunque dire che, nostro malgrado, quando la socialità e l’amicizia vengono messe in discussione crollando di soppiatto e dopo svariati tentativi di ricostruzione andati a farsi fottere, diventa opportuno intraprendere strade diverse per il bene comune. Gli amici dovrebbero ricordare le serate trascorse assieme al tesoriere della nostra associazione, Paolo Cusmano, il quale ha inutilmente impiegato il suo tempo per cercare di riattaccare dei cocci ormai svaniti. Potremmo soffermarci per un bel po’ su questo aspetto, ma siccome si entrerebbe in caratteri prettamente personali, non ci sembra opportuno tediare chi legge.

La “compagnia” alla quale si fa riferimento non era ancora stata perfezionata nei termini burocratici in quanto i primi “campanelli d’allarme” erano già ben visibili e preoccupanti (e ci riferiamo, nello specifico, al mese di gennaio 2011 quando la presidenza ha appreso da fonti certe che si stava iniziando a mettere i bastoni fra le ruote all’Associazione perché “alcuni di noi” erano fortunatamente e letteralmente “sfuggiti di mano”).
I firmatari continuano citando le “imprescindibili operazioni di sana democrazia, che prevedono la consultazione e la formale volontà della maggioranza”.
La risposta è semplice e scontata.

Essendo la “compagnia”, come da voi stessi affermato, non ancora perfezionata in termini burocratici, e dunque gruppo spontaneo non vincolato da nessuna norma o legge effettiva e statutaria, non eravamo in obbligo di “ufficializzare” la decisione di quella “minoranza” che ha letteralmente e legittimamente preso le distanze dai firmatari in questione per ragioni personali e di percorso. Ed è proprio per questo che nessuno era in dovere di richiedere ufficialmente un “personale consenso” di quella ipotetica “maggioranza” da voi in questo caso rappresentata.

Ci preme sottolineare che quella stessa “minoranza” a cui si fa riferimento, ad oggi, è formata da una quarantina di giovani “sparsi” per tutti i paesi dei Nebrodi tra Soci Effettivi, Simpatizzanti, Soci Fondatori e due prestigiosi Soci Onorari (media di età 17 anni) i quali si fregiano di condurre VERAMENTE una vita libera da ogni cappello, da ogni padrino politico e da ogni “burattinaio”; sono quegli stessi giovani che conducono un’esistenza all’insegna della legalità giornaliera ed effettiva; giovani ai quali non piace assolutamente perdere tempo; giovani che sacrificano le loro energie GRATUITAMENTE per far fronte al problema mafia e per apportare un valido contributo a quella “lotta” che ormai va avanti da anni… insomma: ragazzi senza “grilli per la testa”.

La “dissolvenza in una generica associazione Socioculturale” di cui si parla nello scritto, non è altro che l’attuale Associazione Socioculturale “Peppino Impastato”, operante nel territorio da vari mesi ormai e con risultati lodevoli. Se abbiamo con convinzione continuato ad utilizzare l’intitolazione ad Impastato è perché abbiamo sempre creduto in ciò che abbiamo fatto, e, di certo, siamo sicuri che nessuno ne possegga “l’esclusiva”.
E andiamo alla frase cardine di tutto il fantastico tema da “dieci e lode”…
I firmatari asseriscono con convinzione e determinatezza che il tutto è stato “agito da una minoranza, “in barba” a quei principi in cui tanto credeva Peppino Impastato, ovvero: giustizia, comportamenti democratici e lotta ad ogni tipo di strapotere, violenza, prevaricazione e prepotenza, definibili “mafiosi” in senso lato.”

Chiaramente la gravità, la volgarità e l’ingenuità contenute in queste frasi non possono che lasciarci l’amaro in bocca. Ma, d’altro canto, cosa ci si poteva aspettare da un gruppo di “giovani in crescita” che, evidentemente, hanno ancora tanto e tanto da apprendere?
Abbiamo sempre agito in funzione della giustizia e della correttezza (anche fin troppo) personale ed istituzionale nei vostri riguardi, senza individuali ed opportunistici scopi, spendendoci spesso anche a livello umano nei vari momenti di difficoltà attraversati da ognuno di noi (evidentemente qualcuno lo ha dimenticato con estrema facilità).
Cosa ci si poteva aspettare dunque? Solo questo. L’utilizzo di un social network per gettare fango su chi, fino a questo momento, si è speso in toto per la realizzazione di obiettivi e di fini, mentre altri si sono letteralmente dileguati nell’oscurità.

E adesso arriviamo al punto fondamentale di tutto il “tema”, o, per dirla con linguaggio tipico di qualcuno di nostra conoscenza, al “focus” dello “sfogo” di tutta la fantastica letterina: le retribuzioni dei compensi, gli ingenti finanziamenti, le cospicue cifre.
Su questo ci preme rassicurare tutti i firmatari e l’opinione pubblica che NESSUNO si è mai preso il lusso di mettersi un solo centesimo in tasca, ma che tutto è stato speso per fini comuni.

La cifra di cui si parla nella missiva (un totale di euro 2.500, contributo da parte del Comune di Brolo per le procedure burocratiche e statutarie) non era destinata alla ripartizione fra i soci in quanto l’associazione non ha fini di lucro. Il contributo del comune stesso non è stato quindi erogato in seguito a prestazione artistica da loro effettuata come rimborso spese, ma come contributo e patrocinio per la costituzione di una associazione dedicata a “Peppino Impastato”, come del resto è stato fatto. Quindi con questa “ingente cifra”, unica e sola, i firmatari non c’entrano né per la porta né per la finestra.
Il contributo è stato ritirato il 21 gennaio 2011 e si è provveduto, dopo i dovuti procedimenti, a registrare lo statuto stesso (tuttora in vigore).

Il Presidente pro-tempore della “Peppino Impastato” non aveva stipulato nessun tipo di accordo in merito ed essendo ideatore e fondatore, nonché iniziale trascinatore dell’iniziativa, ha agito non “d’imperio”, ma secondo le regole di buona e sana convivenza civile, per alcuni ancora allo stato brado.
I firmatari parlano ancora di un “isolamento” verso il quale “qualcuno” li ha indotti.
Siccome non amiamo le operazioni di vittimismo per interagire sui sentimenti dell’opinione pubblica ci sembra opportuno ufficializzare che il 15 maggio, con una nota ufficiale affissa ad oggi all’albo presso la sede legale dell’associazione, l’ufficio di Presidenza invitava i sig.ri “giovani in crescita”, riconoscendone a prescindere la validità sociale, a presentare domanda d’iscrizione all’associazione socioculturale “Peppino Impastato”.

A tale nota, il 31 maggio, abbiamo ricevuto la vostra “indignata” lettera alla comunità, al Sindaco di Brolo, ai Sindaci del Comprensorio (?), al Sindaco di Gioiosa (??) e al Presidente dell’associazione culturale Peppino Impastato di Cinisi (???).
Che la cittadinanza sappia quanto sia stata dunque sproporzionata la nostra correttezza nei vostri riguardi; che l’opinione sappia la verità in merito a questa vicenda.

Certo, siamo abituati ormai a leggere solo frutti di bravi manipolatori della cultura e dell’autenticità, ma volenti o nolenti è la verità a trionfare sempre e in ogni luogo.
“Chi si è fregiato di moventi ed ideali altisonanti” grazie al cielo, resterà sempre coerente con se stesso e con le linee guida sino ad ora intraprese nello spirito della comunione, della solidarietà e di uno stile di vita consono a tutto ciò che riguarda la lotta alla mafia.
Per concludere, in quanto non ci sembra opportuno tediare la cittadinanza, il Sindaco di Brolo e gli altri sindaci che tanto lavoro hanno da fare, o addirittura il Presidente Vitale di Cinisi, grandissima persona da noi stimata e ammirata che, di certo, non baderà a certe “ragazzate” puerili, dichiariamo ufficialmente che:

I compensi per quanto riguarda gli spettacoli realizzati durante la stagione estiva, tolte le spese a carico, quale service audio e luci, saranno ripartiti equamente come rimborso spese a ciascuno dei firmatari (e non come retribuzione), senza bisogno di allarmarvi o ricorrere a lettere aperte al Presidente della Repubblica.
C’è una certa differenza tra l’ “aver ragione di credere” e i dati di fatto. Tanto e vero che nessuno dei firmatari stessi si è degnato di richiederci formalmente (ne tantomeno ufficialmente prima di sputtanare la questione) le nostre intenzioni in merito a questa situazione. Si è “sparato a zero”, quasi “senza cognizione di causa”, come a voler screditare il nome di chi, non per farne vanto, impiega tempo, togliendo ore allo studio e al lavoro, affinché questa nostra Terra, questo nostro Paese, questa nostra Sicilia, possa trovare un riscatto per il sangue versato dei propri Figli.

Quindi non abbiamo tempo da perdere, ne tantomeno voglia di metterci a “giocare” con chi, purtroppo, è ancora “in crescita”, con questi giovanotti che, per quanto simpatici siano, con noi, dal punto di vista istituzionale e operativo, hanno poco a che spartire.
Certo, tutti noi siamo in crescita, ma di sicuro ci possiamo fregiare di avere già raggiunto importanti traguardi nella vita, di avere grandi progetti altruistici per il futuro e ovviamente di non sventolare la bandierina della legalità per i propri scopi personali e solo quando lo si ritiene opportuno per egoistici tornaconti.

Coltivare i sogni significa crederci. Noi, dal canto nostro, non abbiamo mai smesso di credere in questi sogni. Ci crediamo fermamente e possiamo asserire con convinzione che ce la metteremo tutta per realizzarli, affinché questi sogni stessi si tramutino in realtà vive e tangibili per la nostra comunità (e non solo per la cittadina di Brolo).

Ed ecco che vi aiutiamo dunque a “diventare Grandi” come da voi richiestoci. E per diventare grandi è necessario assumersi le responsabilità di ciò che si fa e delle azioni che si compiono.
La legalità va fatta alla luce del sole, senza intrighi e giochi di palazzo che alcuni ben conoscono. E, soprattutto, la forza più grande dei ragazzi di tutta l’Associazione Impastato, nostra personale forza e nostro personale orgoglio, è la LIBERTA’.

Liberi da ogni colore politico, liberi da ogni padrino, vestiti a modo nostro senza il cappello di nessuno, senza i fili da burattino dei “vecchi e nuovi mostri” della classe dirigente tutta.
La LIBERTA’ e la TRASPARENZA sono i nostri cavalli di battaglia, e a nessuno, e ribadiamo nessuno, abbiamo permesso, permettiamo e permetteremo in nessun modo di attaccare questi nostri due saldi principi che fanno della nostra forza l’effettiva tangibile differenza.

Sonny Foschino
Presidente Associazione
“Peppino Impastato” (BROLO)

P.S. Dopo aver preso le dovute precauzioni e aver chiarito le nostre posizioni, siamo spiacenti di comunicare che l’Associazione ha intenzione di presentare nei giorni a seguire un esposto-denuncia presso le sedi competenti affinché vengano chiariti i caratteri giuridici della vicenda e verificare gli estremi per sporgere querela a danno dei firmatari.
Anche questo giova a crescere …
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LA LETTERA DEI 6 GIOVANI BROLESI

Alla "Comunità"
Al Sig. Sindaco di Brolo
e per opportuna conoscenza: 
ai Sindaci dei Comuni di Caprileone, Piraino, Ficarra, Gioiosa Marea 
ed al Presidente dell’Associazione Peppino Impastato di Cinisi


A Salvo Messina, Sindaco di Brolo

A scrivere è un gruppo di ragazzi brolesi, orgogliosi di appartenere a questa Comunità, cresciuta socialmente, culturalmente ed economicamente per la volontà e l’impegno di Amministratori corretti e attenti come Lei, Sig. Sindaco e dei Cittadini operosi e seri, che fanno di Brolo la città che “amiamo e che vogliamo”, una città aperta, che sta educando i suoi cittadini a credere nell’emancipazione, nella crescita, nella cultura dell’accoglienza e del dialogo, senza perdere di vista l’etica e la giustizia, la lotta per un mondo più giusto e più sano.
Noi stessi, firmatari di questa lettera, siamo ragazzi che hanno creduto e sperano ancora di potere credere nel sogno della legalità, dei corretti comportamenti, della lealtà e della giustizia.

Chi siamo

Siamo Luca Scaffidi Militone, Antonino Colantropo, Maura Miragliotta, Giuseppe Ziino, Francesco Pintaudi e Rosita Di Luca, tutti componenti della oramai ex Compagnia teatrale “Peppino Impastato”.

Codesta Comunità forse ha memoria di averne sentito parlare e magari ha avuto anche modo di apprezzarne il modesto, ma onesto impegno, nell’avere portato in scena, mesi orsono, la loro prima (e, ahimè, ultima) rappresentazione teatrale “Lu mortu assicuratu” liberamente tratta dall’opera dialettale di Ferruccio Centonze.

Abbiamo con entusiasmo aderito all’idea di far nascere una compagnia teatrale, per coltivare la socialità e l’amicizia, per animare la vita culturale, artistica e turistica di Brolo, tra utilità sociale e passione, incoraggiati dal concreto contributo Suo, Signor Sindaco e dal consenso affettuoso di tutti i nostri concittadini ai quali siamo sinceramente grati.

Per essere degni cittadini di Brolo

Quanto poi alla scelta di intitolare la compagnia alla figura di un giovane tanto coraggioso e coerente, ci è sembrata una decisione bene orientata, come auspicio e responsabile impegno assunto per il futuro nostro e dei nostri concittadini e coetanei, come un ‘contratto’ d’onore e di fede ideale, poiché Peppino Impastato, ha segnato una direzione percorribile e non utopistica al percorso di ogni giovane che voglia, in maniera convinta, scegliere verso che parte orientare la propria vita e i propri comportamenti.

Noi crediamo nell’impegno sociale e culturale, non siamo ragazzi con “grilli per la testa” bensì intenzionati a ragionare, a coltivare il nostro autonomo senso critico e a consolidare una piena consapevolezza dei nostri diritti all’insegna del rispetto della nostra e altrui libertà, nella convinzione che ciascuno di noi può fare qualcosa per migliorare se stesso e la società, con l’evoluzione culturale, l’apertura degli orizzonti e con l’impegno a contrastare ogni forma di sopruso, ingiustizia e tracotante prevaricazione “mafiosa”, oltre che in senso stretto, anche come modello di vita votato ad ogni tipo di comportamento che viola le norme legali e di civile convivenza.

Chiamarci Compagnia teatrale Peppino Impastato, ha dunque per noi assunto un significato responsabile e non suggestivo, quello di somigliargli più possibile, nel vivere coerente, nel camminare a schiena dritta, su una strada altrettanto retta, per poterci dire degni figli di questa comunità positiva di Brolo. E’ con questo spirito che finora ci siamo mossi e abbiamo agito.

“Sciolta d’imperio” la compagnia Peppino Impastato

Oggi, la compagnia, che peraltro non era ancora stata perfezionata nei termini burocratici, ma si muoveva attraverso la gestione di un comune e solidale intento di “lavorare” dando già alla Collettività i suoi frutti al di là del mero perfezionamento formale, in itinere, senza il nostro personale consenso, è stata sciolta improvvisamente, omettendo tutte quelle imprescindibili operazioni di sana democrazia, che prevedono la consultazione e la formale volontà della maggioranza… Si è operata così una sorta di “dissolvenza” in una generica “Associazione sociale e culturale”, continuando ad usare l’intitolazione a Peppino Impastato.

Comportamenti scorretti ci hanno turbato

Tutto “agito” da una minoranza, “in barba” a quei principi in cui tanto credeva Peppino Impastato, ovvero: giustizia, comportamenti democratici e lotta ad ogni tipo di strapotere, violenza, prevaricazione e prepotenza, definibili “mafiosi” in senso lato.

Sappiamo che lottare la mafia non può prescindere dalla capacità di ribellarsi ad ogni forma di ingiustizia, senza gettare la spugna, bensì con determinazione spendersi in prima persona per modificare una mentalità consolidata, che è meglio per quieto vivere abbassare la testa sotto il piede del prepotente di turno, orientato verso suoi opportunistici e personali scopi, piuttosto che ribellarsi e senza paura denunciare i comportamenti scorretti.

Così arriviamo anche al focus del nostro “sfogo”: abbiamo ragione di sospettare che tutti noi verremo esclusi dalla equa ripartizione di ciò che, come rimborso spese, ogni Comune presso cui l’estate scorsa abbiamo recitato, si è impegnato ad erogarci, poiché ci risulta che, dal Comune di Brolo, il presidente pro-tempore (Sonny Foschino) ha già incassato da tempo una cospicua cifra, come contributo, e pur essendosi impegnato a provvedere alla ripartizione della stessa, secondo criteri di equità stabiliti e concordati, fino ad oggi tali criteri risultano totalmente elusi.

Questo ed altro ci ha profondamente turbato, provocando una comprensibile caduta di fiducia nei rapporti interpersonali e ritenuti consolidati.

Volendo credere fino in fondo ai modelli cui abbiamo ispirato la nostra fede di giovani in crescita, e volendoci affidare agli Adulti di questa comunità di Brolo che consideriamo la nostra Famiglia, abbiamo deciso con travaglio e sofferenza di non commettere l’errore dell’isolamento, affidando invece la vicenda alla Vostra conoscenza ed al Vostro giudizio.

Chiediamo

Chiediamo allora che il sig. Sindaco Salvo Messina, la Comunità, il mondo degli Adulti, ci sostengano, con il loro giudizio, secondo il loro senso di correttezza e di giustizia.

Siamo infatti convinti che un Paese che tanto investe nella cultura della legalità, nella lotta alla mafia, con concrete iniziative culturali e sociali votate sempre a questo quotidiano impegno, non voglia e non possa permettersi di “allevare” giovani che “remano contro”, non possa rinunciare a mettere in pratica ciò a cui aspira.

Per noi, infatti, la delusione si presenta molto più grave e cocente nel dovere prendere atto che proprio da chi si è fregiato di moventi ed ideali altisonanti provengono scorrettezze e comportamenti che non si addicono alla giovane età, casomai ad adulti smaliziati, oramai sfuggiti al “sogno” della “buona vita”, oramai scaduti nel modello di una vita ipocrita e cinicamente interessata.

La suddivisione equa delle somme percepite in nome e per conto della Compagnia Peppino Impastato, indipendentemente dalle modalità burocratiche con cui sono state incamerate, è un fatto legittimo e dovuto. E venire meno a tale precetto è un fatto gravissimo e oltraggioso, al di là di ogni necessità economica.

Siamo inoltre intenzionati, con convinzione sincera e non per ostentare grandezza o per sterile vanagloria, a destinare in attività e azioni di pubblica utilità, per Brolo stessa e per i suoi giovani o per ogni altra forma di beneficenza che la Comunità brolese vorrà individuare e stabilire, le somme che dovremo ricevere dal Comune di Brolo.

Saremo ben lieti di devolvere in beneficenza, ciò che ci spetta da ogni singolo Comune, il quale, avendo appreso i fatti esposti, ci auguriamo vivamente, a questo punto, voglia consegnare i compensi chiamando a raccolta tutti i ragazzi che facevano parte della Compagnia all’epoca dell’accordo, in modo da farsi garante che ciascuno abbia la sua specifica spettanza.

Crediamo che ogni Comunità evoluta debba ai propri giovani dare esempi di trasparenza, affinché non cominci a serpeggiare quella insidiosa idea che tanto alimenta poi il lassismo, l’indifferenza e il nichilismo, che l’impegno, la passione e l’entusiasmo non servono a niente.

Vogliamo crescere senza, così presto, corromperci all’inganno che coltivare i sogni sia inutile e perfino penalizzante, inclinando verso un pericoloso atteggiamento di sfiducia nella vita e nei comportamenti umani.

Vogliamo crescere onesti, sani e fiduciosi.

Sia la Casa Comune e la piazza, il luogo sano dove i giovani andranno a dissetarsi di giustizia, a guardare il sole che sorge e sentirne il tepore di legalità scaldare loro l’anima prima che il viso.

Aiutateci dunque a diventare Grandi con tanto fiato nei polmoni per urlare contro tutte le ingiustizie, a cominciare dalle piccole, poiché, parafrasando un antico motto: “Il buon giorno si vede dal mattino”.

Grazie della vostra attenzione e per tutto ciò che vorrete fare per noi, perché Brolo resti sempre la città che “amiamo e che vogliamo”.

Luca Scaffidi Militone, Antonino Colantropo, Maura Miragliotta, Giuseppe Ziino, Francesco Pintaudi e Rosita Di Luca

Commenti

  1. Molto diretta, leggera e concisa. Complimenti al mio amico presidente.

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  2. L’aspetto più triste di questa angusta vicenda è la circonvenzione del povero Peppino Impastato, abusato nel nome senza che egli possa nemmeno dolersene o reagire.

    Ciò che è invece del tutto credibile, come afferma il sig. Foschino nel suo diluvio di parole, è il fatto che “impiega tempo, togliendo ore allo studio e al lavoro”, come egli stesso confessa. E non può che essere vero, a giudicare dal trattamento che Foschino riserva alla grammatica e alla sintassi.

    I “giovanotti in crescita”, come sprezzantemente Foschino definisce i suoi ‘oppositori’, hanno (per noi) il merito di sottoscrivere quanto affermato pubblicamente, condividendo e lottando con coraggio una brutta faccenda.

    Le ragioni per le quali, invece, Foschino parla di pericolosi “campanelli d’allarme” le dichiara lui stesso, nella sua incredibile lettera, scrivendo: “Quando la presidenza (cioè lo stesso Foschino) ha appreso da fonti certe che si stava iniziando a mettere i “bastoni fra le ruote”, “alcuni di noi” erano letteralmente “sfuggiti di mano”.

    “Bastoni fra le ruote”! “Sfuggiti di mano”!

    Bastano queste ‘confessioni’, poche parole, per spiegare ciò che Foschino cerca di affastellare con quel diluvio greve e sprezzante di epiteti, strani appellativi e parole, indegne di Peppino Impastato e pure di chi legge.

    Se il sig. Foschino fosse incline a leggere qualche pagina illuminata da sapienza e fede saprebbe che “nella moltitudine delle parole vi è la stoltezza”.

    Scrive Foschino: “Siamo infatti convinti che un Paese che tanto investe nella cultura della legalità, nella lotta alla mafia, non voglia e non possa permettersi di “allevare” giovani che “remano contro”.

    Sa il sig. Foschino che i carnefici di Peppino Impastato lo consideravano un “giovane in crescita” che ““remava contro”? E che lo hanno trucidato per avere osato “mettere i bastoni fra le ruote”, perché Peppino era “sfuggito loro di mano”?

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