Casteldaccia: la morte di 5 operai lascia sgomenti, ennesimo incidente sul lavoro grave e inaccettabile

Incidente sul lavoro a Casteldaccia: cinque lavoratori perdono la vita e un sesto è in gravi condizioni. La Cisal indice per domani, martedì 7 maggio, uno sciopero generale di 4 ore nel settore privato, a partire dall’inizio del turno di lavoro, "mentre dalle 9 terremo un sit-in di fronte alla Prefettura di Palermo”.   Palermo, 6 maggio 2024 – "L'incidente sul lavoro che a Casteldaccia, in provincia di Palermo, ha portato alla morte di cinque operai e al ferimento di un sesto, ci lascia sgomenti. Esprimiamo cordoglio e vicinanza alle famiglie dei lavoratori coinvolti e chiediamo che si accertino al più presto le cause di questo ennesimo incidente sul lavoro, grave e inaccettabile. La sicurezza sul lavoro è un'emergenza nazionale e come tale va affrontata a ogni livello, coinvolgendo sindacati, imprese e istituzioni". Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Daniele Ciulla di Federerenergia Cisal in merito all'incidente sul lavoro avvenuto a Castaldaccia, nel Palermit

MESSINA. CELEBRATO IL 197° ANNUALE DELLA FONDAZIONE DELL’ARMA DEI CARABINIERI

A Messina, presso la Caserma “A. Bonsignore” sede dei Comandi Interregionale “Culqualber” e Provinciale, si è celebrato il 197° Annuale della Fondazione dell’Arma dei Carabinieri
Messina, 08/06/2011 - Il Comandante Interregionale, Generale di Corpo d’Armata Lucio Nobili, ha commemorato la ricorrenza nel corso di una cerimonia militare alla presenza delle più alte cariche Istituzionali civili, religiose e militari, del Vice Comandante Interregionale,
Generale di Brigata Ermanno Meluccio, del Comandante la Legione Sicilia, Generale di Divisione Riccardo Amato e del Comandante la Legione Calabria, Generale di Brigata Adelmo Lusi.

Alla ricorrenza hanno preso parte anche i familiari dei Carabinieri “Vittime del Dovere” ed i rappresentanti di Enti civici ed Associazioni Combattentistiche e d’Arma della Provincia, nonché la locale Associazione Nazionale Carabinieri con labaro e tutti i soci comprese le “benemerite”, queste ultime Signore iscrittesi perché congiunte di un appartenente all’Arma in servizio o in quiescenza oppure per “simpatia e vicinanza” all’Istituzione.
Composizione dello schieramento di formazione:
- la Banda della Brigata Meccanizzata “Aosta”;
- la Bandiera di Guerra del 12° Battaglione Carabinieri “Sicilia”;
- una Compagnia della Scuola Allievi Carabinieri di Reggio Calabria, in Grande Uniforme Speciale;
- una Compagnia di Appuntati e Carabinieri dell’Arma territoriale, in Grande Uniforme Speciale;
- una Compagnia di Comandanti di Stazione della Provincia di Messina e di Catania;
- una Compagnia del 12° Battaglione Carabinieri “Sicilia”, in uniforme da ordine pubblico;
- una Rappresentanza dei Reparti Speciali di stanza a Messina, composto da militari del RIS (Reparto Investigazioni Scientifiche), delle Motovedette e del Nucleo Subacquei e da Carabinieri di Quartiere;
- una Rappresentanza di motociclisti ed equipaggi del Nucleo Radiomobile con relativi mezzi.
Dopo la lettura del messaggio del Presidente della Repubblica e dell’Ordine del Giorno del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, è intervenuto il Comandante Interregionale che ha tracciato, tra l’altro, il bilancio dell’attività svolta dai militari di tutti i Reparti dell’Arma che operano in Sicilia ed in Calabria nell’ambito del Comando istituito il 7 giugno 1991, alcuni dei quali, subito dopo, hanno ricevuto le ricompense tributate per atti di soccorso alle popolazioni ed operazioni di servizio.
Gli onori finali hanno preceduto un vino d’onore con tutti gli ospiti presso la Sala di Rappresentanza.

IL DISCORSO DEL GEN. C.A. LUCIO NOBILI

Ufficiali, Marescialli, Brigadieri, Appuntati e Carabinieri!

nel celebrare oggi il 197° anniversario della fondazione dell’Arma, ritengo doveroso rivolgere innanzitutto un deferente e commosso pensiero verso tutti coloro che hanno onorato la nostra uniforme sacrificando, in pace ed in guerra, in Italia e nei teatri operativi esteri, la propria vita in difesa della patria e dell’ordinato svolgersi della civile convivenza. Un particolare ricordo per il Tenente Colonnello Cristiano Congiu, ultimo dei caduti dell’Arma, deceduto solo pochi giorni orsono in Afghanistan per mano di ignoti malviventi.
Ringrazio e saluto le gentili signore presenti, le Autorità politiche, religiose, civili e militari, i magistrati, gli esponenti del mondo dell’economia, del lavoro, della cultura, della stampa per aver voluto ancora una volta testimoniare con la loro significativa presenza l’attenzione e la stima della società nei confronti della nostra Istituzione.

Un sincero benvenuto a tutti i rappresentanti delle valorose Armi, Corpi e Servizi, stretti attorno ai loro labari ed alle loro Associazioni, ed ai componenti degli Organismi di Rappresentanza presenti, che ringrazio ancora una volta per il continuo e qualificato sostegno che assicurano alla mia azione di comando.

Ed ancora un abbraccio fraterno agli uomini in congedo della nostra Arma, qui numerosi, ai quali va la nostra più viva gratitudine non solo per ciò che hanno rappresentato in passato, ma anche e soprattutto per il presente, per ciò che gli appartenenti all’Associazione nazionale compiono quotidianamente al servizio della gente e per l’esempio che forniscono alle future generazioni.

Ed a tutti voi carabinieri dell’Interregionale Culqualber di ogni ordine e grado, che, riuniti in questo cortile, rappresentate le migliaia di colleghi che con il loro impegno quotidiano ed onesto servono l’Italia, rivolgo il mio affettuoso saluto, orgoglioso di essere il vostro Comandante.

In questa cerimonia sobria ma al contempo solenne nei suoi contenuti, commemoriamo un’altra tappa importante per l’Arma che, nonostante sia prossima a compiere ben duecento anni di storia dalla sua fondazione, è una Istituzione ancora assolutamente vitale.

In analogia a quanto praticato in tutto il territorio nazionale, i carabinieri della Calabria e della Sicilia hanno cercato negli anni di adeguarsi continuamente all’evolversi di una società sempre più dinamica, tentando di coglierne per tempo le esigenze prioritarie, ma soprattutto facendo sentire sempre e comunque la propria vicinanza a tutte le persone oneste di queste due bellissime regioni.

Quotidianamente avvertiamo i sentimenti di stima e di riconoscenza della popolazione; segno tangibile di ciò che dico è rappresentato dal fatto che questi territori che ci circondano rappresentano un bacino di utenza assolutamente ragguardevole per l’arruolamento nella nostra Istituzione.

La ricorrenza odierna è pure occasione per un pubblico consuntivo delle attività espletate nei decorsi mesi, nonché momento propositivo per l’immediato avvenire

In qualità di Comandante Interregionale, voglio esprimere la mia più viva soddisfazione nonché il mio incondizionato plauso a tutti i reparti territoriali delle Legioni Calabria e Sicilia per il rendimento offerto e gli straordinari risultati conseguiti quest’anno.

Le motivazioni delle ricompense, che verranno tra poco consegnate ai militari resisi protagonisti di azioni meritorie nel corso di questi mesi, stanno a dimostrare la veridicità di queste mie affermazioni.

In questo contesto, prima di sottolineare le attività più significative svolte, vorrei rivolgere un sentito grazie alla Magistratura il cui convinto e valido sostegno, in un rapporto di reciproca stima e comunione di intenti, è stato fondamentale per il raggiungimento dei lusinghieri risultati.

Un ulteriore ringraziamento rivolgo al personale delle altre Forze di Polizia e delle Forze Armate, con il quale si è lavorato in un clima di grande collaborazione e sinergia al fine di poter conseguire al meglio i comuni obbiettivi.

Un pensiero caloroso e sentito va poi ai rappresentanti delle associazioni antiusura ed antimafia il cui fattivo e prezioso apporto, che va sempre più consolidandosi, ha reso possibile l’avvio di diverse importanti attività investigative ma, soprattutto, ha contribuito a far acquisire agli imprenditori ed ai commercianti piena fiducia verso le istituzioni dello Stato.

Non intendo tediare l’uditorio con un’arida elencazione di cifre e statistiche riguardanti l’attività operativa dei reparti effettivi alle 14 province del Comando Interregionale.

Non posso però esimermi dal sottolineare, per legittima soddisfazione dei militari dipendenti, che nei dodici mesi trascorsi nell’ambito delle Legioni Sicilia e Calabria, l’Arma ha perseguito circa 180.000 reati, segnalando all’Autorità Giudiziaria 32.000 persone, delle quali 7.000 arrestate in flagranza di reato. E’ stata, inoltre, data esecuzione a 2.600 ordinanze di custodia cautelare, scaturite, per la stragrande maggioranza, da attività investigative degli stessi reparti carabinieri. Numerose sono state le operazioni contro la criminalità organizzata che hanno anche consentito il sequestro di beni mobili ed immobili per oltre 500 milioni di euro.

E questo è sicuramente uno dei dati di maggior interesse attesa l'importanza strategica che è stata giustamente attribuita alla lotta ai patrimoni illeciti; ne è prova tangibile il fatto stesso che la prima Agenzia nazionale dei Beni Confiscati sia stata istituita proprio a Reggio Calabria. Tutto ciò, oltre a rendere più celere il passaggio definitivo del bene illecito alle comunità locali, ha anche contribuito a favorire quella rivoluzione culturale che si sta portando avanti in queste due regioni non senza sacrifici. La strada da seguire è ancora molto lunga ma è indubbio, ed è sotto gli occhi di tutti, che notevoli progressi sono stati fatti e le premesse affinché le cose possano migliorare ci sono e che bisogna assolutamente crederci.

Rimanendo in tema di lotta alla criminalità organizzata, mi piace evidenziare che anche quest'anno sono stati ingenti i sequestri di armi e di sostanze stupefacenti effettuati dall’Arma. A conferma di quanto il lavoro che portiamo avanti non abbia soste, voglio ricordare che anche nel decorso anno sono stati assicurati alla giustizia ben 13 latitanti pericolosi, di cui 5 inseriti nell’elenco di quelli di massima pericolosità. E questo grazie all’intelligente lavoro ed agli enormi sacrifici personali dei militari operanti.

Va, inoltre, doverosamente ricordata quella oscura, silenziosa e generosa attività che viene svolta quotidianamente al servizio dei cittadini onesti e che non si traduce in numeri ed articoli di stampa, ma che rappresenta pur sempre un contributo di assoluto rilievo e notevolmente apprezzato dalla collettività.

Mi riferisco soprattutto all’attività del personale delle Stazioni e dei loro Comandanti che quotidianamente, anche nelle più piccole comunità, svolgono una preziosissima funzione sociale che, seppur meno remunerativa e visibile dell’attività repressiva, contribuisce ad andare incontro alle esigenze dirette e concrete della cittadinanza.

A questo punto mi sembra doveroso evidenziare anche la meritoria attività di assistenza e di soccorso posta in essere dai nostri carabinieri, tanto nel quotidiano quanto al verificarsi di vere e proprie emergenze, come accaduto in queste aree in occasione delle recenti alluvioni. Queste circostanze hanno ancora una volta messo in luce lo spirito di sacrificio, la dedizione e la professionalità degli appartenenti all’Arma, autori non di rado di azioni che hanno portato al salvataggio di diverse vite umane. Al riguardo, cito i numerosi interventi effettuati nel corso degli sbarchi recentemente avvenuti sulle nostre coste.

In sintesi sono questi i fattori che ci consentono ancora oggi di rappresentare un modello organizzativo assolutamente saldo ed efficace, stimato in Italia ed all'estero, come attestano i sondaggi effettuati a livello nazionale e le continue espressioni elogiative che ci giungono in campo internazionale da esponenti dei paesi più importanti al mondo.

L’Arma, in definitiva, conferma di essere un'istituzione in costante trasformazione, che cerca di migliorarsi affinando sempre più le strutture ed i mezzi a disposizione. Ma il vero “quid pluris” è dato dalla qualità morale e professionale del nostro personale, dagli uomini e dalle donne che quotidianamente indossano la nostra gloriosa uniforme.

Nell’avviarmi alla conclusione,
esprimo la certezza che i Carabinieri della Sicilia e della Calabria continueranno ad operare con immutato spirito d’abnegazione, entusiasmo ed impegno, consci della necessità di doversi ogni giorno misurare con le esigenze del territorio e di garantire una presenza vicina e rassicurante alla collettività nei grandi centri urbani, come nella più lontana provincia.

Nel corso delle mie numerose visite ai vari reparti presenti sul territorio, infatti, nel tentativo di portare al personale dipendente una parola di sostegno ed un sorriso che desse serenità soprattutto nelle realtà maggiormente disagiate, ho avuto il piacere e la fortuna di parlare con molti carabinieri ed appurare in prima persona quanto profondo fosse il loro spirito di attaccamento all'Istituzione e forte la loro passione nell’assolvimento dei propri compiti.
A loro e a tutti gli uomini e le donne con gli alamari delle Legioni Sicilia e Calabria, che hanno il merito di avere saputo preservare ed arricchire il rapporto con la gente, restando sempre saldamente ancorati ai valori di fedeltà, tradizione e forte tensione morale, che da sempre fanno apprezzare l’Istituzione, rinnovo la mia gratitudine ed il mio affetto.

Consentitemi, infine, di rivolgere un pensiero sentito e dovuto alle vostre famiglie, anzi alle nostre famiglie, che hanno avuto e continuano ad avere tuttora il non facile compito di sostenere le nostre decisioni, condividere i nostri sacrifici e soprattutto darci quella serenità che ci aiuta ad ottenere in ambito lavorativo i risultati auspicati; a loro quindi un grazie di vero cuore per far parte, come noi che indossiamo l'uniforme, della grande famiglia dell'Arma.

Sono consapevole che sarete degni di coloro che vi hanno preceduto nei 197 anni di vita dell’Arma.

Viva l’Arma dei Carabinieri

Viva l’Italia
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BREVI CENNI STORICI

L’Arma dei Carabinieri, nei suoi quasi 2 secoli di vita, ha partecipato ai grandi eventi che hanno segnato la Storia d’Italia divenendo anche protagonista silenziosa della quotidianità e sicuro punto di riferimento per ogni cittadino.
Da un capo all’altro d’Italia, dalla grande città all’impervio borgo montano, i presidi dell’Arma non rappresentano soltanto la presenza dello Stato ma un luogo ove trovare risposte, consigli e, all’occorrenza, una parola di conforto.
Era il 13 luglio del 1814 quando Vittorio Emanuele I, istituì con le Regie Patenti il Corpo dei Carabinieri Reali: soldati a piedi o a cavallo, armati di carabina e rigorosamente selezionati “per buona condotta e saviezza d’istinti”, il cui compito era di “vegliare alla conservazione della pubblica e privata sicurezza e andare incontro ai disordini che potrebbero intorpidirla”.
Il 24 gennaio 1861 il Corpo - “parte integrante dell’Armata attiva” - divenne il primo Corpo dell’Armata.

I Carabinieri ebbero il battesimo del fuoco a Grenoble il 6 luglio del 1815 dove reparti a cavallo caricarono le truppe francesi, che fronteggiavano quelle piemontesi per il possesso di quella piazzaforte contribuendo a risolvere favorevolmente le sorti della battaglia.
Durante il Risorgimento, si distinsero in numerosi fatti d’arme. Ricordiamo Pastrengo, ove il 30 aprile 1848, con un’epica carica, 280 Carabinieri della scorta salvarono la vita del Re Carlo Alberto, sorpreso da un attacco degli Austriaci, circostanza per la quale la bandiera dell’Arma fu insignita della prima Medaglia d’Argento al Valor Militare.
I Carabinieri presero parte anche alla guerra di Crimea ove prestarono generosa opera di soccorso alle popolazioni locali e alle truppe colpite da una tragica epidemia di colera.
Dopo aver reiterato il loro eroismo nelle guerre d’indipendenza e nella campagna per l’Unità d’Italia, nel 1915, allo scoppio della prima guerra mondiale, i Carabinieri furono inviati su tutti i fronti, mobilitati in unità organiche e reparti speciali.
Il tributo pagato nelle grandi battaglie fu alto: 1423 caduti e 5245 feriti e per il coraggio, l’abnegazione e l’attaccamento al dovere dimostrati, il 5 giugno 1920, la Bandiera fu insignita della prima Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Nella seconda guerra mondiale i Carabinieri, nuovamente mobilitati, furono presenti su tutti gli scenari operativi, dai deserti africani ai Balcani, fino alla Russia.
Altissimo fu il contributo di sangue offerto a Culqualber nel 1941, una località dell’Africa Orientale ove il 1° Battaglione Carabinieri mobilitato, destinato a rinforzare un caposaldo di vitale importanza, pur in inferiorità numerica, affrontava con indomito valore la violenta aggressione nemica fino a soccombere in un solo eroico blocco. Ed è proprio da questa battaglia, simbolo di virtù e di gloriosa tradizione che prende il nome il nostro “Comando Interregionale”.
Innumerevoli gli atti di valore anche durante il tormentato periodo della resistenza come il memorabile sacrificio del V. Brig. Salvo D’Acquisto che non esitò a immolare la sua giovane vita per salvare quella di 22 ostaggi innocenti.
Ma l’Arma dei Carabinieri è soprattutto lotta al crimine giorno dopo giorno, sulle strade del nostro Paese.

Nella sua lunga storia, l’Arma ha combattuto il banditismo, il terrorismo e oggi più che mai è impegnata su tutti i fronti nel contrasto a qualsiasi forma di illegalità.
L’Arma dei Carabinieri continua a distinguersi anche in missioni di pace all’estero, spesso caratterizzate da un alto indice di rischio, riscuotendo unanime consenso dalla comunità internazionale e, soprattutto, da parte delle popolazioni locali.
Quando necessario ha fronteggiato, infine, le situazioni di emergenza connesse alle calamità naturali offrendo soccorso alle popolazioni colpite.
Come non ricordare il catastrofico evento che, il 28 dicembre del 1908, ha cambiato il volto della nostra città di Messina ed in ultimo il terremoto d’Abruzzo del 6 aprile 2010 dove centinaia di Carabinieri si sono adoperati, con abnegazione e alto senso del dovere, scavando fra le macerie in cerca di vite umane.
Il contributo nelle calamità naturali ha trovato formale riconoscimento con la concessione di 15 medaglie d’argento, 17 medaglie di bronzo, 3 menzioni d’onore ed 1 encomio solenne.

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