Scorie nucleari: anche a Trapani il NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi

Manifestazione NO deposito scorie. Ciminnisi (M5S): "Auspichiamo presa di posizione di maggioranza e Governo di centrodestra".  La deputata ARS Cinqustelle Cristina Ciminnisi presente, unitamente alla coordinatrice Territoriale del M5S Francesca Trapani, alla manifestazione contro le scorie nucleari avvenuta a Trapani. Trapani, 2 maggio 2024  – "Come abbiamo già fatto a Segesta, anche a Trapani, oggi abbiamo manifestato il nostro NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi nei nostri territori. Come MoVimento 5 Stelle Sicilia, lavoreremo perché l’ARS approvi la mozione affinché Trapani e Calatafimi non diventino la pattumiera d’Italia. Ci preoccupa il fatto che non abbiamo ancora ascoltato un NO altrettanto deciso da parte della maggioranza di centrodestra, né da parte del Governo Regionale. Al contrario, sembrano giungere da autorevoli rappresentanti del territorio preoccupanti voci di 'disponibilità a valutare' le 'opportunità economiche'.

DE GREGORI A TINDARI: "CICCIUZZO, IL TUO PUBBLICO È QUA PER SENTIRTI PARLARE"

Tindari (Me), 18/08/2011 – Nella giornata in cui Piero Marrazzo ha confessando di essere andato con due trans perché “i trans sono donne all’ennesima potenza”, se si scoprisse che ieri sera dopo la mezzanotte, finito il bellissimo concerto di Tindari, Francesco De Gregori e la sua band sono andati “a farsi fare l’amore dalle infermiere” non ci sarebbe proprio niente di male. Anzi… Del resto se lo sarebbero pure meritati, per avere offerto al numeroso pubblico del teatro antico di Tindari un concerto degno delle aspettative, con tanto di ‘tris’, quanti sono stati i brani che De Gregori ha concesso per acclamazione dopo la conclusione del suo concerto: i più attesi e conosciuti.

Malgrado un simpaticissimo fan lo incitasse dalle ‘gradinate’ a dire qualcosa, a parlare col pubblico, gridandogli “Ciccio, il tuo pubblico è qua”, Francesco De Gregori non si è “aperto alla discussione”, limitandosi a rispondere per ben due volte “Cicciuzzo”. Il massimo della sua interazione col pubblico è stato “Divertitevi”, “grazie amici”, “siete stati straordinari, una serata come questa non si dimentica”, “voi vi siete goduti pure quello che sta alle spalle del palcoscenico, beati voi”: più di questo non ha detto.

Perché Francesco De Gregori canta (molto bene) ma non parla col pubblico, e neanche con le autorità.Pensare che possa trattarsi di una questione personale è una ipotesi azzardata, cioè assurda: è da escludere – infatti – che Francesco De Gregori possa conoscere tutti, uno ad uno, e avercela con tutti gli spettatori presenti nel teatro antico di Tindari. Non è pensabile che gli facciano tutti antipatia. Pertanto bisogna interpretare il suo come il normale approccio con lo spettacolo e col pubblico, sul modello “non parlare al conducente” (e neanche al passeggero).

Adelante! Adelante! C'è un uomo al volante, c'è un ombra sulla pianura. Adelante! Adelante! Il destino è distante, alla fine dell'avventura

Non per niente è stato soprannominato "il Principe" (dei cantautori), non per niente la sua vena artistica è stata considerata ermetica e la sua (agli esordi) una presenza fragile, da cantautore delicato e sognante, dotato di voce flebile e di parole sfuggenti ma evocative, le sue canzoni di carattere esistenziale.
Lasciamo perdere… La faccenda potrebbe essere ben più semplice…
La musica etnica, la contaminazione, / L'ultimo rifugio dei vigliacchi, la comunicazione / Le notti insonni dei creatori di moda, / E i venditori di parrucche per corrispondenza, / E gli uomini col machete sui fuoristrada, gli uomini a piedi nudi lungo la strada. / Batte sotto le stelle un nero biondo con le labbra d'acciaio, / Il suo nome è Cassandra… / Uomini nella polvere di una cometa, / Uomini nella rete senza una meta… / E gli uomini col machete sui fuoristrada…


Sarà il timore di fare cattivi incontri uscendo la sera? Sarà non volere correre il rischio di imbattersi in“uomini col machete sui fuoristrada…” o in “gente senza cuore in giro per la città”? Di quelli che “di notte bruciano persone e cose / solo per vedere che effetto fa”?


E’ possibile… I cantautori, i poeti e gli artisti a volte vedono oltre l’orizzonte del teatro, ben oltre la piazza fremente, ben oltre la strafottenza della critica, indaffarata a decidere se definire cantautore o poeta uno che ha tutte le buone intenzioni di definirsi soltanto "artista", come Francesco De Gregori.

Lui sa che pure in un luogo magnifico come Tindari e il suo teatro antico, se ti volti verso il nord vedi la magia del mare o della luna, se guardi ad est scopri il paradiso e il mito, ad ovest “certi angoli del presente, che fortunatamente diventeranno curve nella memoria”.Ma se malauguratamente ti giri dal lato sbagliato, un raccomandato o un imbecille nel quale imbatterti rischi di incontrarlo, per amareggiarti una serata o solo un attimo:
“Da Torino a Palermo, / dal cielo all'inferno, / dall'Olimpico al Quirinale. /
Da Torino a Palermo, / dal futuro al moderno, / dalle fabbriche alle lampare”.


Tanto vale cantare e sentirsi cantare. Tanto vale suonare e sentirsi suonare, se una band e una bella voce ce l’hai, per gettonare la notte e consacrare le tue canzoni.

“C’è gente senza cuore in giro per la città… / Tornatevene tutti a casa che nessuno se ne pentirà / Alcuni pensano liberamente, alcuni pensano in cattività / A volte vinci il primo premio /
E poi ti accorgi che non serve a niente / Che i figli sono uguali ai padri e non c’è niente da fare /
Ed io vorrei cambiare la mia faccia / Ma non so da dove cominciare.

In fondo, siamo un po’ tutti feriti e feritori, ci trasciniamo spesso sanguinanti sulla sabbia, per le strade o nei teatri antichi, ma non siamo quel tipo di uomo che si arrende senza sparare e seppure morenti proviamo a sfilare gli stivali... del ferito accanto a noi.

E senza essere proprio a Betlemme, posteggiamo l'auto a cavallo delle strisce, occupando possibilmente due posti sulle strisce blu, pur di farci credere seriamente vivi, gaglioffi che contano su questa terra; per poi assalire l'altare con l’obiettivo della macchina digitale da puntare sul cuore della Madonna Nera, fingendo di pregare, con la speranza che il suo cuore improvvisamente sanguini, nella belluina attesa che le scappi una lacrima, ora che il precedente miracolo chiesto è ormai scaduto e la digitale nuova è a portata di mano.

”Signore la vedi / questa mosca dispettosa /
che vola sulla mia schiena / e ancora non si posa? /  (...)
E l'uomo che sta morendo / prova a togliersi gli stivali /
E dice Signore le mosche / non dovrebbero avere ali!”

m. m.

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