Antimafia, il bilancio di un anno: mai come oggi diffuso il possesso di armi, pure tra insospettabili e minorenni

Antimafia: presentato in aula il bilancio dell'attività della commissione a un anno dal suo insediamento. Dal presidente Cracolici la proposta di un Osservatorio per monitorare gli appalti e il pericolo di infiltrazioni nei subappalti. Sono state 55 le sedute tenute dalla Commissione regionale Antimafia, 14 le inchieste avviate, 70 le audizioni, 9 gli incontri con i prefetti e i comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica, 302 gli incontri con gli amministratori locali Palermo, 26 Mar - “Ci sono segnali che ci preoccupano: mai come adesso in molti territori si è diffuso il possesso di armi, persino in ambienti insospettabili. La cronaca ci consegna un pericoloso modello di comportamento anche tra i giovanissimi, come il caso di un 17enne che prima di andare in discoteca si è munito di una pistola. Si diffonde la mafiosità come stile di vita”. Lo ha detto il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, in un passaggio della sua presentazione in au

SALINA DOCFEST 2011: UNITI DAL MEDITERRANEO, SEPARATI DAI CONFINI

Il tema della V edizione | Salina, 20-25 settembre 2011 | Confini e orizzonti. La quinta edizione del SalinaDocFest
Salina (Me), 01/09/2011 - Al centro dell’edizione 2011 – dedicata come sempre alla rinascita del genere documentario ed al racconto della realtà dei nostri Paesi – è “Confini e orizzonti”.
Quell’orizzonte comune di valori che lega i popoli del Mediterraneo, dalla riva sud alla riva nord, accomunati da gusti, sapori e valori condivisi, contro la crisi che sta investendo il mondo occidentale e che va sotto il nome di “globalizzazione”.

Un orizzonte che diventa spazio di ricerca e di individuazione di modi e tempi per il dialogo tra mondi e culture diverse separati da confini che si definiscono tali almeno fino a quando l’analisi ed il dibattito non stabiliscono che le assonanze sono pari o superiori alle differenze e che, caratterizzazioni biologiche a parte, la definizione di human race è l’unica strada perseguibile e sostenibile.

Un’edizione centrata sulla riscoperta del senso d’appartenenza – contro il disancoramento del nostro presente – che faccia sentire il singolo individuo parte di un contesto legandolo a un “noi” e alla dimensione dell’essere sociale da sempre fondamento della modernità.

Il confronto sui temi del Mediterraneo mai, come in questo momento storico, riveste carattere di attualità ed importanza.

Gli occhi dell’occidente appaiono eccessivamente distratti nei confronti di alcuni importanti indicatori che rivelano quanto le nostre “frontiere” sud-orientali stiano reclamando e rivendicando – con azioni anche drammatiche – nuovi e più idonei standard di democrazia.

Le rivolte in gran parte del Maghreb e del mondo arabo rivelano molto di più di quanto le cronache suggeriscono e necessitano di uno strumento, introspettivo ed analitico, capace di delineare i contorni di ciò che, probabilmente, ha la stessa importanza storica della “Primavera dei popoli” del ’48 europeo.

Tale strumento, in grado di affermarsi anche al di la dei bagliori luccicanti dello star system e della società dello spettacolo, è senza dubbio il documentario e, ancor di più lo è il documentario narrativo, in quanto riesce a coniugare le esigenze di documentazione (talvolta crude e tutto tranne che glamour) con le aspettative di una platea che rifugge l’introspezione e vuole arrivare a riflessioni, anche profonde, attraverso quel coinvolgimento emotivo che solo la narrazione può restituire.

Mettere insieme scrittori e registi dell’area del Mediterraneo e condividere le riflessioni sulla base del contenuto delle loro opere, significa mettersi in ascolto della realtà, individuando – invece che nascondendo – le crepe della realtà degli “altri”, con la consapevolezza che sono crepe in grado di alterare anche i nostri equilibri. E con la rinnovata consapevolezza che tra “gli altri” e noi stessi la distanza e la separazione sono limitate ad un concetto geografico che la storia, le evidenze del mondo moderno e la realtà dei fatti stanno progressivamente erodendo, in favore di quella contaminazione positiva che solo benefici può portare ad un mondo sempre più globale.

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