
05/10/2011 – Se Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono innocenti è giusto che se ne stiano in libertà, che ritornino in possesso della propria esistenza, della loro vita. Così ha deciso la Corte d'assise d'appello di Perugia che li ha assolti entrambe e, in “parziale riforma” della sentenza di primo grado, ha condannato la sola Amanda Knox per il reato di calunnia ai danni di Patrick Lumumba, con tre anni di reclusione, già scontati, ordinando l'immediata scarcerazione, poiché non detenuti per altra causa.
I due erano accusati di aver ucciso la studentessa inglese Meredith Kecher, accoltellata la notte del 1 novembre 2007, coinquilina di Amanda Knox in via della Pergola 7 a Perugina, dove Meredith frequentava un corso universitario Erasmus.
Il pubblico ministero Manuela Comodi nella requisitoria finale era stata oltremodo dura, accusando Amanda e Raffaele di avere «ucciso per nulla», per futili motivi, con progressione di violenza “scegliendo il male, per soddisfare bassi e riprovevoli istinti sessuali”. "La prova della futilità dei motivi per cui una ragazza poco più che ventenne è stata sgozzata nella sua camera, sarà la prova dell'assoluta inspiegabilità della condotta criminosa e dell'estrema pericolosità sociale degli imputati".
Si sarebbe trattato di un tentativo di violenza sessuale, di un gioco erotico finito nel sangue per il rifiuto di Meredith Kecher. Resta in carcere Rudy Guedè, condannato a 16 anni per questo omicidio. Un altro delitto abietto e non meno violento sarebbe stata l’ingiusta detenzione e condanna di Patrick Lumumba, che Amanda aveva coinvolto nella faccenda ma poi scagionato per i riscontri e le testimonianze. Altrettanto violenta sarebbe stata - del resto - la condanna di due innocenti.
Fra la violenza sessuale e il gioco erotico estremo, al punto da sgozzare una ragazza di 20 anni, c’è di mezzo il ‘male’, la perdizione, l’abiezione, la legge più turpe e criminale del branco. Al cospetto di simili comportamenti quanto si addebita al premier italiano Silvio Berlusconi, in fatto di donne e festini, sarebbe roba da ‘encomio solenne’, con l’eccezione assoluta della corruzione di minorenni, che non troverebbe giustificazione.
Se è vero, infatti, che i festini di Arcore o Palazzo Grazioli avessero i giochi erotici come scopo e fine, è pur vero che si è sempre trattato (a quanto pare) di incontri consensuali, ben remunerati, coinvolgenti donne interessate al ‘genere osè’, ad ottenere eventuali favori e intraprendere strade di successo, assolutamente improbabili in mancanza di intercessioni famose.
Per di più il premier sarebbe stato un buon ‘osservatore’, stanti alcune difficoltà oggettive nel portare attacchi efficaci al corpo delle ‘malcapitate’ ragazze. Insomma, al posto di una coltellata le ragazze riuscivano a beccarsi un programma in tv, un conto in banca, un gioiello, una raccomandazione, una candidatura alla Regione? Roba riprovevole e degna di chi se ne fa autore e protagonista ma tutt'altro che sanguinaria.
Meredith Kecher non aveva cercato niente di tutto questo e certamente non approvava simili comportamenti, come non li approviamo noi. Tanto è vero che sarebbe stata sgozzata proprio per il rifiuto di lasciarsi coinvolgere in giochi erotici e festini.
Assolti Amanda e Raffaele resta solo Rudy Guedè a conoscere la verità. E la povera Meredith, che non potrà mai raccontarla. La Corte che ha assolto Amanda e Raffaele non può che essere creduta: la libertà di due innocenti sarebbe un prezzo troppo crudele e incommensurabile, inaccettabile.
Ma se un delitto tanto efferato per gli esiti di un gioco erotico dovesse restare impunito, i giochi erotici del premier Silvio Berlusconi e compagni, (minorenni a parte) al cospetto andrebbero premiati con il Nobel per la pace… dei sensi.
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