Denunce medico del Civico di Palermo: di enorme gravità, approfondire le indagini

Denunce medico del Civico di Palermo, M5S chiede invio ispettori e audizioni in commissione Ars  7 mag 2025 - "Quanto denunciato dal dottore Francesco Caronia, in servizio presso il reparto di Chirurgia toracica dell'ospedale Civico di Palermo, e portato a conoscenza dell'opinione pubblica grazie all'operato del collega Ismaele La Vardera, è di enorme gravità e meritevole di essere immediatamente attenzionato dall'assessore alla Sanità, cui chiediamo celeri ed approfondite indagini”. Lo afferma il capogruppo del M5S all'Ars Antonio De Luca “Intanto - continua De Luca - chiederò al presidente della commissione Salute Laccoto di audire in separata sede il dottor Caronia e il primario di Chirurgia toracica Damiano Librizzi”.

L'AEROPORTO DI CATANIA NON PUO RIMANERE FUORI DALLA RETE PRINCIPALE

Bruxelles, 26 gen. 2012 - "Occorre correggere alcuni macroscopici errori del piano Ten-t che ha identificato i corridoi europei dei trasporti. Non e' possibile, infatti, che l'aeroporto di Catania sia fuori dalla rete principale, pur essendo uno dei piu' trafficati aeroporti italiani". Lo ha detto a Bruxelles Alessandro Cardi, direttore centrale infrastrutture dell'Enac, a conclusione del seminario sulla proposta di revisione del Ten-t,
organizzato al parlamento europeo da Meseuro, (www.meseuro.eu), il centro delle fondazioni per l'Europa del Mediterraneo.

"L'aeroporto di Catania - ha aggiunto Cardi - assorbe il flusso passeggeri di sette province sulle nove siciliane. Se la Sicilia ha approssimativamente cinque milioni di abitanti, il calcolo e' presto fatto: gli utenti "residenti" sono molti di piu' del milione di abitanti previsto dal regolamento del ten-t".

"Ma c'e' di piu' - ha aggiunto -. Occorre osservare che il traffico degli aeroporti riguarda per il 30 per cento la popolazione residente. Il 70 per cento del traffico dello scalo di Catania e' costituito da viaggiatori non residenti. Ecco perche' bisogna modificare criteri e decisioni.

"L'aeroporto di Catania - ha concluso Cardi - e' oggetto di un progetto promosso da Enac e Ferrovie, che prevede l'interramento della stazione ferroviaria di Catania e la connessione dello scalo aeroportuale alla rete ferroviaria regionale, per realizzare una piena, integrale, intermodalita'. Far parte della rete Core, permetterebbe di utilizzare il cofinanziamento europeo. Rimanere fuori e' una vera, incomprensibile e ingiustficabile ingiustizia".

Correggere il progetto di rimodulazione della rete dei trasporti europea, ten T. La richiesta "ufficiale" e' emersa oggi a Bruxelles, a iniziativa di Meseuro e' un "think tank" europeo creato e animato, in maniera trasversale, dal vice presidente del parlamento europeo, Gianni Pittella e dal presidente degli eurodeputati del Pdl, Mario Mauro.

Meseuro ha riunito al parlamento europeo i massimi responsabili del sistema italiano dei trasporti, per analizzare la proposta depositata a novembre dalla Commissione europea e che e' la prima grande riforma ad affrontare il nuovo percorso di co-decisione.

All'appuntamento si sono presentati i responsabili della area aeroportuale, della rete stradale e di quella portuale, delle aziende, delle agenzie e delle associazioni di "filiera".

Il giudizio affidato ad Antonio Tajani, vice presidente della commissione e a Desiree Oen, responsabile dello staff del commissario ai trasporti, Iim Kallas, e' stato unanime: il nuovo ten-t non e' sufficientemente mediterraneo e va corretto.

Devono essere modificate le impostazioni che marginalizzano le regioni meridionali: non si puo' pensare che il solo corridoio Napoli-Palermo, che pure era stato tagliato, possa assolvere alle funzioni di collegamento nord-sud.

Cosi' come bisogna comprendere che non esiste una vera direttrice est-ovest. Non e' stata prevista la possibilita di dare nuovo respiro ai porti meridionali e non e, correttamente calibrata la rete degli aeroporti. Lo sforzo comune - e' stato detto - sara' quello di lavorare, al parlamento europeo e al Consiglio Europeo, per garantire ai territori italiani, soprattutto meridionali, le correzioni necessarie per una vera, piena integrazione europea.

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