Casteldaccia: la morte di 5 operai lascia sgomenti, ennesimo incidente sul lavoro grave e inaccettabile

Incidente sul lavoro a Casteldaccia: cinque lavoratori perdono la vita e un sesto è in gravi condizioni. La Cisal indice per domani, martedì 7 maggio, uno sciopero generale di 4 ore nel settore privato, a partire dall’inizio del turno di lavoro, "mentre dalle 9 terremo un sit-in di fronte alla Prefettura di Palermo”.   Palermo, 6 maggio 2024 – "L'incidente sul lavoro che a Casteldaccia, in provincia di Palermo, ha portato alla morte di cinque operai e al ferimento di un sesto, ci lascia sgomenti. Esprimiamo cordoglio e vicinanza alle famiglie dei lavoratori coinvolti e chiediamo che si accertino al più presto le cause di questo ennesimo incidente sul lavoro, grave e inaccettabile. La sicurezza sul lavoro è un'emergenza nazionale e come tale va affrontata a ogni livello, coinvolgendo sindacati, imprese e istituzioni". Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Daniele Ciulla di Federerenergia Cisal in merito all'incidente sul lavoro avvenuto a Castaldaccia, nel Palermit

PATTI: MACELLAVANO CLANDESTINAMENTE AGNELLI, ARRESTATI 3 ALLEVATORI E UN RUMENO

Patti (ME), 7 aprile 2012 - Importante operazione portata a termine dai militari del Nucleo Operativo Radiomobile dalla Compagnia Carabinieri di Patti, che hanno tratto in arresto un latitante rumeno ricercato dal mese di aprile 2010 e tre allevatori,
per macellazione clandestina di ovini ed abbandono di rifiuti speciali derivanti dalla stessa macellazione.
Gli arrestati sono:
- MAMALIGA Ionut, nato a Iasi (Romania) classe 1990, domiciliato a Montalbano Elicona (ME);

- FURNARI Giuseppe, classe 1963, allevatore con precedenti di polizia, residente a Montalbano Elicona (ME);
- il fratello, FURNARI Antonino, classe 1970, anch’egli di Montalbano Elicona (ME), allevatore con precedenti di polizia;
- GUIDARA Giuseppe, classe 1976, di Patti (ME), allevatore con precedenti penali alle spalle.

L’attività investigativa dei militari dell’Arma era iniziata qualche giorno fa, quando era giunta dall’INTERPOL una comunicazione operativa secondo cui, a Patti, era giunto un latitante rumeno, ricercato per violenza sessuale, il quale svolgeva l’attività di pastore.
Ieri pomeriggio è stato a tal fine avviato un rastrellamento nella Contrada Vignagrande del Comune di Patti, nei pressi del fiume Timeto, nel corso della quale, una pattuglia dei Carabinieri ha notato 4 soggetti intenti a macellare agnelli sotto un albero di agrumi, a pochi metri dal torrente.

Alla vista dei militari, MAMALIGA Ionut, FURNARI Antonino e GUIDARA Giuseppe sono fuggiti. A quel punto, mentre i primi due sono stati subito acciuffati, il GUIDARA Giuseppe, dopo circa mezzora, si è presentato alla Caserma dei Carabinieri. La direzione di fuga in cui si era diretto ha comunque indirizzato gli investigatori verso un altro albero a circa 50 mt di distanza sotto il quale erano appesi altri 4 agnelli già macellati.
Nei pressi della zona dove era stata effettuata la macellazione clandestina, erano sparsi ovunque i resti degli animali.

Dopo avere effettuato le operazioni di sopralluogo, i militari dell’Arma hanno fatto raccogliere i resti animali in alcuni sacchetti di plastica che sono stati posti sotto-sequestro assieme ai dieci agnelli macellati.

Sul posto è giunto il veterinario del Distretto Azienda Sanitaria Provinciale di Patti che ha contestato ai due FURNARI, proprietari degli agnelli, numerose violazioni di carattere penale ed amministrativo in materia igienico-sanitaria, per le quali sono previste pene sino ad un anno di reclusione e multe sino a 140.000,00 euro.

Gli agnelli erano destinati con ogni probabilità ad alimentare il mercato clandestino, per poi finire sulle tavole di qualche ignara famiglia del luogo per il pranzo pasquale.
Il ragazzo rumeno assomigliava molto a quello della foto pervenuta dagli uffici INTERPOL e così i Carabinieri hanno capito di avere preso la persona giusta. Dopo i rilievi dattiloscopici è arrivata la conferma definitiva: si trattava del latitante ricercato dal 2010 per i reati di sequestro di persona e violenza sessuale commessi nella città rumena di Iasi, per cui era stato emesso un mandato di arresto europeo dal locale Tribunale. MAMALIGA Ionut deve scontare 4 anni di reclusione.

I fratelli FURNARI Giuseppe e FURNARI Antonino, GUIDARA Giuseppe e MAMALIGA Ionut, risponderanno dinnanzi al Giudice che li interrogherà nei prossimi giorni del reato di abbandono al suolo di rifiuti speciali e di macellazione clandestina.
I due FURNARI Giuseppe e FURNARI Antonino risponderanno altresì del reato di favoreggiamento per aver offerto lavoro ed ospitalità al latitante MAMALIGA Ionut che è stato condotto al carcere di Messina, in attesa che venga estradato per espiare la pena in Romania, mentre i tre italiani sono stati posti agli arresti domiciliari, su disposizione del Pubblico Ministero della Procura della Repubblica di Patti.

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