Convegno nazionale oggi, venerdì 11, e domani, al Teatro Metropolitan di Catania. Oltre 700 i commercialisti da tutto il Paese per parlare di riforma delle professioni
CATANIA, 11/05/2012 - «È un momento difficile per il Paese: la crisi non è stata affrontata in maniera adeguata. In termini reali, al netto degli interessi passivi, la spesa pubblica è cresciuta, tra il 2000 e il 2011, di 124 miliardi e oggi ha raggiunto quota 725 miliardi: siamo convinti che la crescita e lo sviluppo ci saranno solo quando si taglierà almeno la metà di questa cifra e che solo questo consentirà di alleggerire il peso delle tasse, su chi lavora, sui giovani e su chi li assume». Lo ha affermato questo pomeriggio il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti Claudio Siciliotti, a Catania in occasione della due-giorni di confronto che ha accolto al Teatro Metropolitan oltre 700 professionisti provenienti da tutta Italia.

«La riforma dev’essere attuata e non discussa o modificata in corsa. Sono passati quasi dieci mesi da quando sono stati fissati i principi, innovativi e ormai indispensabili, con i quali riformare le professioni: ora alle parole devono seguire i fatti. Numero chiuso solo in caso di pubblica necessità – ha continuato Siciliotti – tariffe non vincolanti, pubblicità libera, tirocinio accoppiato al periodo universitario, funzioni disciplinari separate da quelle di rappresentanza, formazione continua e assicurazione obbligatoria: sono questi i sette punti fondamentali della manovra che aprirà il mercato agli Ordini. Temi già concordati e mediati che adesso devono trovare applicazione nel lavoro di ogni giorno».

«Perché la scelta di Catania? Perché la nostra città è viva, dinamica, aperta a nuove prospettive di crescita e di ripresa. Questa scelta - ha continuato il presidente dei commercialisti etnei Margherita Poselli nel suo saluto di benvenuto – conferma anche il posizionamento che l’Ordine catanese occupa all’interno del panorama nazionale. Questo convegno intende fornire un contributo al confronto in atto, stimolando proposte per il governo. Tra i temi discussi, quello del tirocinio e del rapporto tra università e Ordini: la riduzione a 18 mesi – di cui i primi sei durante il percorso accademico - implica la necessità di un effettivo controllo dello svolgimento da parte degli Atenei.
Altro tema è quello delle società professionali: il timore è quello che la costituzione di questi organismi, senza l’osservanza di determinati vincoli, possa rappresentare una concorrenza non corretta nei riguardi dei giovani professionisti e non. Concludo dicendo che occorre ripartire dalla cultura, difendere la dignità della categoria, lavorare insieme per la crescita». Tanti i rappresentanti istituzionali, della politica locale e regionale, che hanno preso parte al convegno: il sindaco di Catania Raffaele Stancanelli che ha sottolineato «come le Amministrazioni e i professionisti debbano lavorare insieme, al di là delle contrapposizioni politiche, per il bene della nostra collettività»; Presenti anche il magnifico Rettore dell’Università di Catania Antonino Recca, il vice prefetto xxxx, il presidente del Tribunale di Catania Bruno Di Marco, il vicepresidente della Provincia regionale di Catania Ruggero Razza, il senatore Enzo Bianco, i deputati regionale Nino D’Asero e Alessandro Pagano.
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