Capizzi, studente modello di 16 anni ucciso in piazza da un ventenne armato di pistola

Uno studente di 16 anni,  Giuseppe Di Dio, è stato ucciso sabato 1° novembre a Capizzi, piccolo comune dei Nebrodi in provincia di Messina, mentre un suo amico è rimasto ferito nella sparatoria. Fermate tre persone.  Giuseppe Di Dio frequentava la terza classe  dell'istituto alberghiero di Troina (Enna) e sarebbe stato attinto per errore dai colpi mortali esplosi da  Giacomo Frasconà Filaro , il 20.enne presunto assassino . 3 nov 2025 - Giuseppe Di Dio, 16 anni, e i suoi amici si trovavano  davanti a un bar di via Roma, a Capizzi, quando da un'automobile sarebbero scese tre persone, una delle quali avrebbe esploso i colpi di arma da fuoco che hanno attinto mortalmente il sedicenne, ferendo un altro giovane di 22 anni.  Si tratta di  Antonio Frasconà Filaro , 48 anni, e dei figli Mario, 18 anni, e Giacomo, 20 anni. Quest'ultimo, armato di pistola avrebbe fatto fuoco sulle persone presenti all'esterno del  bar di via Roma, a Capizzi, uccidendo ...

TORNA A CAMMINARE DOPO ANNI IN SEDIA A ROTELLE UNA DONNA 61ENNE

Una donna di 61 anni sottoposta a vari interventi frutto della collaborazione
fra il Codivilla Putti di Cortina e lo IOMI di Messina e Reggio Calabria


REGGIO CALABRIA, 07/11/2012 - Torna a camminare dopo anni di sedie a rotelle e battaglie mediche: è la fortunata conclusione del lungo travaglio di una donna 61enne con gravi problemi al ginocchio, che le impedivano la deambulazione. Nel 2003 era stata operata presso un altro centro e nell’immediato post operatorio aveva subito una tragica quanto imprevedibile complicanza: infezione della protesi impiantata al ginocchio.

Grazie all’opera dell’equipe dell’ospedale Codivilla Putti di Cortina, diretta dal dott. Centofanti, dopo ripetuti e complessi interventi chirurgici, nel 2010 finalmente si era ottenuta la guarigione dall’infezione, a costo però di una grave perdita di sostanza ossea, legamentosa e muscolare a livello del ginocchio, tale da rendere necessaria la sedie a rotelle. In ortopedia oggi l’infezione è la complicanza più temibile sia per la grave sintomatologia che comporta e sia per il complicato piano terapeutico che bisogna realizzare.
I batteri infatti presentano caratteristiche molto difficili da interpretare e sono sempre più resistenti alle terapie antibiotiche che si possono praticare: la maggior parte dei casi devono essere sottoposti a nuovo intervento di espianto della protesi e impianto temporaneo di un spaziatore antibiotato. La collaborazione fra l’Istituto di Cortina, storicamente dedito alla terapia delle infezioni dell’osso, e l’Istituto Ortopedico del Mezzogiorno di Messina e Reggio Calabria, diretti dal dott. Pietro Cavaliere e facenti parte del gruppo Giomi, ha portato a un importante risultato grazie alla particolare attenzione nell’ambito della chirurgia degli espianti e reimpianti.

L’equipe di Cavaliere ha sottoposto la donna a due nuovi interventi: il primo per impiantare una protesi totale al ginocchio controlaterale; il secondo, nei giorni scorsi, al fine di ricostruire il ginocchio gravemente compromesso, mediante l’applicazione di una protesi speciale, usata normalmente nelle ampie lesioni tumorali; contestualmente è stato ricostruito l’apparato estensore, consentendo alla paziente una mobilità articolare pressoché normale. Nel post operatorio oltre la grande felicità per la 61enne tornata a camminare regolarmente, i medici hanno riscontrato un quadro clinico soddisfacente e parametri ematochimici nella norma. “Una notevole soddisfazione professionale – ha commentato Cavaliere – per la mia equipe e per i colleghi che hanno supportato la collaborazione fruttuosa tra il centro di Cortina e gli istituti locali di Messina e Reggio Calabria. Questo successo ci consente di ripetere in altri casi percorsi simili, soprattutto in ambito interventistico – chirurgico”.

Commenti