Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

DIA, OPERAZIONE-PULIZIA, DOPO ANNI DI IMMOBILISMO LA SOCIETÀ CIVILE DEVE CONTRIBUIRE AL CAMBIAMENTO

CATANIA, 12/01/2013 - «Finalmente a Catania si respira aria pulita. Finalmente non si tende soltanto a perseguire reati minori, ma vengono lanciate esche in profondità per cercare di prendere i pesci grossi». Questo è il pensiero comune dei soci dell’Asaec – Associazione antiestorsione “Libero Grassi” di Catania – all’indomani dei provvedimenti della Direzione Investigativa Antimafia:
«I nostri complimenti vanno al Procuratore e alla Dia – continuano i volontari che da anni operano nell’antiracket - perché finalmente vengono svelati i retroscena e gli intrecci di alcuni rappresentanti delle Istituzioni che - insieme a una cordata di altre figure - compongono i tasselli di un orrendo gioco al massacro. Si tratta di pedine che a vario titolo sono funzionali al sistema corrotto che umilia e degrada l'immagine della nostra terra. Siamo consapevoli che operare in questa realtà così paludosa non è per niente facile, e dunque ogni qual volta apprendiamo di indagini che portano a fare luce sui complessi rapporti affaristici-mafiosi, ci sentiamo sollevati: è dunque possibile per le persone oneste sperare che qualcosa possa cambiare».

Già un paio di mesi fa l’Asaec, attraverso il convegno “Lavoro e salute sono cosa nostra?”, aveva affrontato il tema dello smaltimento dei rifiuti tossici quale ultimo anello di una filiera criminale composta da professionisti, imprenditori, rappresentanti delle istituzioni, banche e mafiosi, che hanno creato un vero e proprio business attraverso la fabbrica dei veleni. Anche le normali discariche, che non vengono regolate e controllate da persone oneste, possono trasformarsi in vere e proprie bombe ad orologeria.

«Certamente non possiamo addossare soltanto alla Magistratura e alle forze dell’Ordine il peso di risolvere tutti i problemi – concludono i soci - anche la “società civile” deve partecipare a questo faticoso percorso di pulizia. Pur tuttavia sentiamo che oggi possiamo sperare, perché dopo anni di immobilismo avvertiamo di poter avere fiducia nelle Istituzioni. Il nostro grazie va a chi ha il coraggio di fare pulizia. L’Asaec sarà sempre schierata al fianco di coloro che fanno sul serio».

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