Codice della Strada: una norma repressiva e ideologica, che complica la vita ai sindaci virtuosi

CODICE STRADA. ANNALISA CORRADO (SEGRETERIA NAZIONALE PD E MEP S&D): “ENNESIMO DISASTRO DEL GOVERNO, NORMA REPRESSIVA E IDEOLOGICA FATTA SULLA PELLE DELLE PERSONE”  Roma, 20 novembre 2024 - "L’approvazione del Codice della Strada non è che l’ennesimo disastro del Governo, che peggiora invece di migliorare la vita dei cittadini. Si tratta di una norma repressiva e ideologica, che complica la vita ai sindaci virtuosi che vogliono adottare pratiche innovative e che non fa assolutamente nulla per prevenire gli incidenti stradali, che ancora oggi registrano numeri terrificanti – oltre 3.000 morti e 200.000 feriti ogni anno”, dichiara Annalisa Corrado, Responsabile Conversione Ecologica nella Segreteria Nazionale del PD e MEP S&D, Commissione ENVI. La riforma, a lungo sbandierata dal Governo Meloni, ha ricevuto oggi l’approvazione in Senato. Tutte le principali associazioni italiane dei familiari delle vittime sulla strada, insieme con le associazioni ambientaliste e per la mobi

MILAZZO: RISARCIMENTO DEL DANNO PATRIMONIALE CONTRO CHI STA RITARDANDO IL DISSESTO

Milazzo, 4/1/2013 - “L’Amministrazione comunale ha deciso di avviare presso la procura gene-rale della Corte dei Conti azione di responsabilità per danno patrimoniale nei confronti di coloro che stanno ritardando il dissesto”. Ad affermarlo il sindaco Carmelo Pino e l’assessore alle Finanze, Pippo Midili nel corso della conferenza stampa convocata questa mattina per fare il punto della si-tuazione dopo la scadenza del termine ultimo del 31 dicembre.

“I ritardi nella dichiarazione di dissesto – ha esordito il sindaco Carmelo Pino – hanno provocato danni alla collettività, facendo perdere al Comune di Milazzo la possibilità di attingere a trasferimenti dello Stato e della Regione. Un danno che può essere quantificato in alcune decine di milioni di euro che qualcuno dovrà risarcire ai cittadini. Per questo l’Amministrazione – al fine di tutelare i propri cittadini, che non possono dopo essere stati gabbati da amministrazioni e gestioni poco felici, essere anche penalizzati da chi come il presidente del consiglio ha inopportunamente intrapreso strade poco percorribili. Un danno del quale questa Amministrazione chiederà conto alla Procura della Corte dei Conti e al Ministero degli Interni vista la mancata adozione ad oggi, degli atti conse-guenziali alla diffida al Consiglio comunale scaduta lo scorso 31 dicembre”. Nello specifico è invece entrato l’assessore Midili fornendo anche cifre e riferimenti normativi.
“Sino ad oggi con senso di responsabilità abbiamo tenuto un atteggiamento di attesa ma ciò non si-gnificava che eravamo soggetti disinteressati. Quando però accade che un atto di diffida emesso dalla massima espressione dello Stato sul territorio rimanga disatteso, provocando danni pesantissimi alla comunità, non possiamo più rimanere in silenzio. L’ostinazione del presidente del consiglio comunale e di un gruppo di consiglieri che lo scorso 22 dicembre ha portato all’approvazione di un atto deliberativo privo dei pareri tecnico e contabile, impedendo ad altri consiglieri di votare la delibera di dissesto, ha arrecato un danno patrimoniale per le casse dell’Ente e quindi per i cittadini di Milazzo. Questo danno scaturisce da due leggi. La prima, statale, è la 213/2002 che prevede il finanziamento attraverso un fondo a rotazione di somme anche per quei Comuni che alla data di pubblicazione della legge (7 dicembre) avevano dichiarato il dissesto. Fatti due conti si è perso circa 7-8 milioni di euro che avrebbero consentito ai commissari di ripianare debiti per 14-15 milioni di euro.

L’altra opportunità invece scaturiva dalla legge regionale 70 che all’art. 5 prevede che i Comuni in dissesto, alla data del 31 dicembre, avrebbero potuto beneficiare del finanziamento pre-visto dal governo Crocetta nonostante il rispetto del Patto di stabilità negli anni 2010 e 2011. Un particolare questo che al presidente del Consiglio sarà sfuggito”.

L’assessore Midili ha poi aggiunto che un altro danno determinato dal comportamento della Presi-denza del Consiglio, potrebbe scaturire anche dalla vendita all’incanto – fissata per giorno 19 gennaio – dei Molini Lo Presti che a fronte di una perizia di 9 milioni di euro, ha una base d’asta di ap-pena 2 milioni e 800 mila euro. “Un fatto di gravità assoluta che tutta la città ha l’obbligo di impedi-re. Per questo – al di là dell’azione di responsabilità che l’Amministrazione ha deciso di avviare a tutela degli interessi dei propri cittadini – l’auspicio è che possa al più presto giungere l’atto di no-mina del commissario prefettizio, così come prevede la legge, al fine di chiudere un iter, quello del dissesto che una parte del consiglio comunale, per testardaggine e cecità amministrativa, ha voluto bloccare per quasi un anno.

E’ incredibile infatti come il Presidente del Consiglio Comunale ed i consiglieri che hanno ritenuto di seguirlo in questa avventura, non abbiano tenuto in alcun conto quanto espresso dal Prefetto di Messina cancellando un atto prefettizio sulla base di una convinzione interpretativa suggerita dal suo pool di avvocati che, per quanto bravi, non rappresentano certo un organo deputato a mettere in discussione le ordinanze Prefettizie e soprattutto non possono sosti-tuirsi a quanto stabilito dalla magistratura contabile dello Stato”.

Da ultimo l’esponente della giunta Pino ha evidenziato come in quest’ultimo anno il Comune ha subìto l’arrivo di un enorme numero di commissari ad acta che hanno pignorato le casse comunali per 683 mila euro di sorte capitale e per un milione di euro tra interessi e rivalutazione monetaria, vanificando anche l’ottimo lavoro svolto che ci ha permesso di chiudere l’anno con un avanzo di amministrazione di ben 3 milioni e 700 mila euro che sommati a 3 milioni e 200 mila del 2011, con-fermano l’oculatezza della gestione amministrativa.
Purtroppo il pesante fardello del passato continua – in assenza della dichiarazione di dissesto – a condizionarci e a condizionare i cittadini in quanto all’Ente non permette, a causa delle gravi ano-malie contabili accertate dalla magistratura contabile di predisporre né il bilancio consuntivo 2011, né il bilancio preventivo 2012, e ai cittadini, conseguentemente, di fruire di quei servizi che dovreb-bero essere resi alla comunità”.

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