Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

ANTONIO MEUCCI: L'INTERVISTA IMPOSSIBILE CHE PARLA DI TINDARI

Antonio Meucci è l'inventore del dispositivo considerato il primo telefono. Meucci non fu solo l'inventore del telefono: inventò bevande frizzanti, condimenti per la pasta e molto altro. Un suo figlio, Carlo Meucci, visse in miseria a Tindari, bellissima località archeologica e di fede in provincia di Messina

22/03/2013 - "Ero ancora un ragazzino quando, a Tindari, conobbi il figlio di Antonio Meucci, il quale, benché vecchio, era costretto a vivere di elemosine (vendeva candele e medagliette sul sagrato della vecchia chiesa) perché un tale, di nome Bell, aveva soffiato al padre l’invenzione cardine del passato millennio: il telefono....". Chi ha superato il mezzo secolo di vita potrebbe ancora ricordarlo, come molti lo ricordano nella sua barba bianca da eremita. Antonio Meucci è possibile che non abbia mai visitato Tindari col suo santuario e le sue vestigia greco-romane. Quel che sembra assodato, però, è che là ci abbia vissuto a lungo un suo figlio o un nipote. Un uomo con la barba bianca e la bontà innata e manifesta. Molti, come noi, lo hanno ben conosciuto e lo ricordano ancora.
Era il vecchio misterioso e gentile che non si poteva non incontrare arrivati in cima alla salita, proprio nella piazza del santuario alla Madonna Nera: nigra sum sed formosa. In quella piazza traboccante di collane di nocciole e devozione quell'uomo accresceva il già cospicuo fascino del sacro luogo, dove una Madonna miracolosa non avrebbe certo abbandonato quell'uomo canuto e buono, esule di una storia ascoltata e riascoltata, ma mai abbastanza creduta, perché gli inventori (si sa) non sono mai profeti in patria, neppure quando la patria è già di per sè luogo di esilio.

La triste vicenda di Carlo Meucci, da tutti ritenuto figlio di Antonio Meucci, inventore del telefono, vissuto lungamente a Tindari, in provincia di Messina, dopo essere nato a New York, dove Carlo nacque il 3 o il 4 novembre 1872. Ecco, è già l’insicurezza sul suo reale giorno di nascita a dare l’idea di tutte le difficoltà incontrate per potere affermare con certezza che Carlo Meucci è figlio del grande inventore o se – invece – come afferma l’ingegner Basilio Catania, in conclusione dei suoi studi... Leggi di più>>>

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ANTONIO MEUCCI: A 'SPECIALI SUPERQUARK' UNA STORIA INCREDIBILE CHE PASSA DA TINDARI

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