Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

ELEZIONI 2013: SALIRE IN POLITICA NON È COME SCOPRIRE LA ‘TRUVATURA’

L’aspirazione della politica rischia di mostrarsi come l’attesa di una ‘truvatura’, come vengono chiamati in Sicilia i tesori incantati, con cui dare una svolta definitiva alla propria vita, riempiendosene le tasche. Dopo il voto siamo ancora in campagna elettorale, la politica sembra non volere rinunciare all’ortodossia della vittoria,
come se ciò fosse il fine stesso della politica, l’obiettivo. Improvvisamente si scopre che il ‘comico’ non è un intruso della politica, un ectoplasma, che non esiste come non esiste il ba-bau o il lupo pinario. Occorre rivedere profondamente i riti e i cerimoniali dei partiti, se non vogliamo convincerci che a sbagliare siano sempre quei 20 milioni di italiani che non hanno votato per noi

Catania, 01/03/2013 - Le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio ci (ri)consegnano un ‘Italia in ulteriore, grave emergenza, in cui i riti della ‘politica osservante’ portano allo scoperto quanto di mefistofelico c’è in essa, senza mostrare in compenso alcuna virtù.

La politica sembra non avere niente da spartire col bene pubblico, coi bisogni della gente e della comunità, e rischia - invece - di mostrarsi come la ricerca della ‘truvatura’, come si chiamano in Sicilia i ‘tesori incantati’, con cui dare una svolta definitiva alla propria vita, riempiendosene le tasche col favore delle… stelle e degli astri.

Dopo il voto sembra d’essere ancora in campagna elettorale: i partiti politici sembrano non volere rinunciare all’ortodossia della politica, che contempla solo la vittoria, le coalizioni, la destra, la sinistra e il centro, come se ciò fosse il fine stesso della politica, il risultato ultimo, l’obiettivo.

Il partito che vince, anche se solo per un soffio, si assicura la ‘truvatura’, un esorbitante premio di maggioranza: 220 deputati in più alla Camera, che graveranno nelle tasche degli italiani, senza che niente di tutto questo li riguardi veramente, senza un accenno al taglio dei costi della politica, senza una ricaduta positiva per gli elettori ma solo per i partiti e per l’Europa dell’economia e dello spread.

Con linguaggio da vecchio lupo di mare il presidente del consiglio in pectore, Pierluigi Bersani, ha affermato: "Io non sono uno che abbandona la nave, posso starci da capitano o da mozzo ma non abbandono la nave. Noi sentiamo che la prima parola necessariamente tocca a noi, che comunque, senza vincere, siamo arrivati primi".

L’on. Bersani sa che non si viene chiamati sulla nave, dove gli spazi sono a misura di… nave, casualmente ma per svolgere un compito ben preciso, utile e necessario: un mozzo è un mozzo e non può fare il capitano; 345 mozzi in Parlamento al costo dei capitani sarebbe dissolutezza e pessima amministrazione, un modo ‘lussurioso’ di gettare via il denaro dei cittadini.

Bersani, rivolgendosi a Beppe Grillo e al Movimento 5 Stelle ha aggiunto: “I grillini hanno detto ‘tutti a casa’. Ora ci sono anche loro, o vanno a casa anche loro o dicono che cosa vogliono fare per questo paese loro e dei loro figli. Il Movimento 5 Stelle è il primo partito, anche se di poco: secondo i grandi modelli democratici, ciascuno si prenda le proprie responsabilità”.

Ecco! Improvvisamente, in un giorno solo, si scopre che il comico, non è un intruso della politica, un ectoplasma, un folletto fastidioso come una zanzara, un’insidia latente, una costruzione delle nostre paure, che di fatto non è reale, che non esiste come non esiste il temuto ba-bau, come non esiste il lupo pinario?

Si scopre invece che Grillo esiste e si vorrebbe che fosse lui, in un giorno solo, a mettere al loro posto le cose. Come dire: “Hai voluto sparigliare? Ora rimetti a posto il puzzle, i giocattoli”.

È incredibile, la politica ha perso i contatti con la realtà, con il Paese reale, e non accetta l’idea che sia la gente a scegliere attraverso il voto, ed oggi il Movimento 5 Stelle è il primo partito d’Italia: 8.689.168 di cittadini italiani votanti e pensanti, il 25.55% degli elettori.

E come si può chiedere a qualunque partito o movimento di collaborare ‘paritariamente’ alle sorti del Paese lasciando intatta l’ortodossia del meccanismo elettorale, il premio di maggioranza? Come minimo in una situazione tanto emergenziale si dovrebbe ricorrere ad una modalità nuova, come una riforma, ridistribuendo proporzionalmente tra diversi partiti i seggi del premio di maggioranza, ad esempio, vale a dire circa 220 truvature.

È un’utopia? Può darsi. Anche di sogni si vive e talvolta i sogni si avverano, come potrebbe avverarsi che le ‘parrocchie della politica ecumenica’ vengano indotte a rivedere profondamente i loro riti e i cerimoniali, se non vogliamo convincerci che a sbagliare siano sempre quei 20 milioni di italiani che non hanno votato per noi. O quegli altri che non trovano ‘necessario’ che a stendere l'elenco nominativo dei futuri governanti italiani siano la Germania o la Spagna?

Movimento per l’Indipendenza della Sicilia (MIS)

Commenti

  1. I cittadini hanno diritto di eleggere i propri rappresentanti!!Che facciano la legge elettorale in maniera tale che chi ci rappresenta risponda direttamente all'elettore non attraverso i partiti.
    Questo significa colleggi uninominale con un solo turno,per evitare inciucci.

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