Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

MAFIA NELL’EOLICO IN SICILIA, SGARBI: «ADESSO E' CHIARO PERCHE' MI HANNO CACCIATO DA SALEMI...»

Il sequestro per 1,3 miliardi di euro all’imprenditore siciliano Vito Nicastri. «Dopo di me a Salemi arrivati tre Commissari favorevoli all’eolico»
ROMA, 03/04/2013 - Vittorio Sgarbi interviene sul maxi sequestro da 1,3 miliardi di euro effettuato dalla Dia nei confronti dell’imprenditore siciliano Vito Nicastri: «Ecco la trattativa, chiara, evidente. Lo Stato ha facilitato l’attività della mafia dandole il tempo di potere distruggere il paesaggio e fare affari.
Io sono stato cacciato da Salemi con inconsistenti pretesti perché disturbavo pubblicamente (con la testimonianza in conferenze, in televisione, sui giornali, anche in una scioccante sala del Museo della Mafia montata ormai due anni fa) gli affari della mafia nella cosiddetta energia pulita.

Il ministro dell’Interno Cancellieri e il prefetto di Trapani Marilisa Magna hanno favorito il provvedimento di scioglimento del comune di Salemi per insediare tre commissari favorevoli all’energia eolica, lautamente pagati (10 mila euro al mese, più rimborsi spese di 2 mila) per promuoverla e per arrestare ogni protesta e ribellione.

I commissari sono arrivati a eliminare la pubblicità del Museo della Mafia dall’aeroporto di Palermo per ridurre al silenzio anche quella denuncia così esplicita. Cacciare Sgarbi e far tacere le sue scandalose denunce. Oggi il disegno è chiaro e la complicità, il depistaggio, la lentezza dello Stato, aggredendo Salemi mentre Alcamo agiva indisturbata, sono la prova della trattativa Stato-mafia.

Con la complicità, più o meno consapevole, di forze dell’ordine, di magistrati di Trapani e di Marsala, prefetto di Trapani e ministro dell’Interno, con la loro azione e cercando di ridurmi al silenzio, hanno lasciato due anni di azione criminale alla mafia con la devastazione del paesaggio che io in due occasioni, a Gibellina e a Salemi, ho denunciato addirittura al Capo dello Stato e dopo esposti presentati alla procura di Marsala. L’unico risultato è stato cacciare Sgarbi e sciogliere il comune di Salemi».
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“Un duro colpo è stato inferto alla rete di fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro, grazie al duro lavoro della Direzione investigativa antimafia e della magistratura. Con la confisca del patrimonio all’imprenditore Vito Nicastri è stata tolta all’organizzazione un’importante fonte di finanziamento. Bisogna continuare in questa direzione per stringere sempre di più il cerchio ed arrivare alla cattura del vertice di Cosa nostra. Ecco perché è necessario che la magistratura e le forze dell’ordine siano sostenute con più risorse e strumenti”. Lo dice il senatore Giuseppe Lumia.

“Aldilà dell’entità dei beni sequestrati all’imprenditore siciliano Vito Nicastri, l’operazione odierna della Dia è importante perché torna a mettere l’accento sulla cosiddetta zona grigia di Cosa Nostra, imprenditori, professionisti e funzionari pubblici che costituiscono veri e propri sistemi criminali attraverso l’intimidazione e la corruzione”.

Sonia Alfano (Presidente della Commissione Antimafia Europea) plaude al lavoro della Direzione Investigativa Antimafia che, sequestrando beni per un totale di 1 miliardo e 300 milioni di euro, ha effettuato il sequestro ad un unico soggetto più ingente di sempre.

“Ci troviamo di fronte - sottolinea Sonia Alfano - al caso di un piccolo elettricista trasformatosi in imprenditore specializzato nello sviluppo di impianti di produzione elettrica da fonti rinnovabili, grazie alla contiguità con la criminalità organizzata mafiosa. E ancora una volta, le strade degli affari illeciti arrivano fino in Europa, grazie ai rapporti che Nicastri avrebbe intrattenuto con società lussemburghesi, danesi e spagnole. Questo significa che il lavoro della Crim è sulla strada giusta: l’approvazione di un testo unico antimafia per tutti gli Stati membri non è più rinviabile. Le misure di prevenzione patrimoniale si dimostrano uno strumento fondamentale che va esportato in Europa, rendendo tra l’altro possibile il reciproco riconoscimento di questi provvedimenti. Un ringraziamento, oltre che alla DIA, va anche al Tribunale di Trapani e alla Procura di Trapani, dove pochi magistrati compiono il proprio dovere con coraggio ed efficacia in una situazione di estrema difficoltà, come dimostrano anche le minacce subite nei mesi passati dai procuratori Viola e Tarondo”.





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