Sammartino: sospeso dai pubblici uffici il vicepresidente della Regione Siciliana, voto di scambio

Sicilia, VicePresidente sospeso dai pubblici uffici per corruzione. Caso Sammartino. Di Paola (M5S): “Risultati elettorali eclatanti potrebbero essere frutto di corruttela”.  Sospensione vicepresidente Regione, M5S Ars: “Questione morale fondamentale, Schifani batta un colpo sulla vergognosa deriva della politica”.  Antoci: "Quadro agghiacciante. La classe politica siciliana deve autoriformarsi".  Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione "isole" al parlamento europeo col Movimento 5 Stelle.    Palermo, 17/04/2024 -  Sospeso dalle funzioni pubbliche per un anno il vice presidente della Regione, assessore regionale all'Agricoltura   Luca Sammartino,  indagato per corruzione.  Il provvedimento è stato emesso nell'ambito di indagini del nucleo investigativo dei Carabinieri del comando provinciale di Catania.  Sammartino ha prontamente risposto a quanto gli viene addebitato:  " Ho scritto una nota al presidente della Regione Siciliana, Renato Sch

MINACCE AL PM NINO DI MATTEO: “NAPOLITANO SI PRECIPITI A PALERMO... ”

PALERMO, 2 APR - “Ciò che sta accadendo al Pm palermitano Nino Di Matteo è sconcertante. La Storia, evidentemente, non ha insegnato nulla a questo Paese. Quando si aprono crisi politiche e istituzionali a qualcuno serve versare del sangue innocente e far passare in secondo piano le verità scomode.
Ricordo benissimo il periodo precedente le stragi del 1992-1993 e ritengo che l’attuale momento storico disegni un quadro a tinte ancora più fosche. Retoricamente mi chiedo dove siano i leader politici nel momento in cui il Pm Nino Di Matteo, ultimo baluardo per la ricerca di verità e giustizia sugli anni più bui della storia italiana, viene gravemente minacciato. Forse preferiscono, con il loro silenzio, avallare le sentenze di morte emesse non da Cosa Nostra ma da piani più alti. Forse perché ognuno di loro ha qualcosa da nascondere.

Dove sono tutti i filosofi e gli intellettuali, gli studiosi e i tecnici che in questi anni hanno pontificato dagli studi televisivi su mafia e malaffare? Dove sono, adesso che c’è da scardinare quel falso storico che identifica la mafia come un’entità diversa dalle istituzioni deviate? Non ci servono le ipocrisie, le lacrime e le espressioni contrite durante le commemorazioni e i grandi eventi che ricordano le stragi e i morti innocenti. C’è bisogno di coraggio e dell’assunzione di responsabilità, concreta, da parte della politica e delle Istituzioni”.

Sonia Alfano, presidente della Commissione Antimafia Europea, si dice “molto preoccupata” dalle minacce giunte in procura a Palermo per il Pm Nino Di Matteo “perché l’intento è chiaro: si vuole cancellare con un colpo di spugna ciò che è successo negli ultimi vent’anni e ciò che sta accadendo ancora oggi”. “Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano - aggiunge - invece di occuparsi, con provvedimenti piuttosto discutibili perché non previsti dalla Costituzione, delle nomine di discutibilissimi ‘saggi’, prenda il proprio aereo personale e si precipiti a Palermo per partecipare a qualsiasi iniziativa utile. Si ponga non al fianco di Di Matteo, ma davanti. Faccia da scudo. Lo farà? Ovviamente i miei interrogativi sono retorici, dal momento che questa sovraesposizione e certi provvedimenti disciplinari, sono frutto di battaglie del Quirinale per evitare che certe verità emergano. Proprio queste battaglie - conclude Alfano - hanno avversato il lavoro di Di Matteo...”.
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“Sono vicino al pm Ninno Di Matteo per l’ennesima grave intimidazione subìta. Da tempo Di Matteo è nel mirino di Cosa nostra per la sua intensa attività di magistrato antimafia. Ecco perché è indispensabile che le istituzioni, la politica e la società facciano sentire il proprio sostegno, con le parole e con i fatti, a chi si trova in prima linea”.
Lo dice il senatore Giuseppe Lumia.
“Si tratta di un fatto gravissimo – aggiunge – che questa volta arriva in un momento di grande incertezza ed instabilità per il nostro Paese e che richiama alla memoria il passaggio tra la prima e la seconda Repubblica, quando la mafia con la stagione delle stragi volle giocare un ruolo nella definizione dei nuovi equilibri politici-istituzionali”.

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