Peppino Impastato 35 anni dopo. A Brolo tante mani colorate per ricordarlo. Una mattinata d’impegno sociale
Brolo (Me), 09/05/2013 - Cori da stadio, un corteo colorato e giovane, “bella ciao” e “i cento passi” cantate a squarciagola, poesie, ed alberi di agrumi - simbolo di terra di Sicilia - piantante in un parco giochi, l’incontro con Raffaele Vitale il giovane
sindaco anticlan, i gruppi consiliari ben rappresentati, per una mattinata dedicata all’impegno sociale dove le scuole sono state grandi protagoniste al pari delle associazioni giovanili e culturali che si sono spese per organizzare qualche cosa che va oltre una semplice manifestazione.
Così Brolo ha voluto ricordare il sacrificio di Peppino Impastato, facendo scudo intorno al giovane sindaco anticamorra che ha saputo dire, in un gesto di ordinario quotidiano, no alla camorra.
Una manifestazione, quella di Brolo, zeppa di simboli, che unisce, che guarda avanti, piena di valori aggiunti, a partire proprio dalla presenza del sindaco di Parete, poi diventano simboli gli agrumi piantanti in ricordo di Impastato, simbolo è il monumento a lui dedicato, alla pari delle mani colorate protese verso il cielo. Ed è simbolo, tra i tanti, la stessa sala dell’incontro con le scuole quella dedicata a Rita Atria, dove prese – qualche anno fa - la cittadinanza onoraria Piera Aiello. Diventa simbolo lo scorre del corteo davanti al monumento di Aldo Moro, che ricorda l’eccidio della sua scorta, una semplice stele in legno dove gli studenti hanno lasciato fiori colorati, e si assomma agli altri misteri irrisolti, tutti italiani, che ancora aspettano di essere svelati.
Una mattinata caratterizzata dalla colonna sonora fatte dai sorrisi e dalle immagini, già su face book, dei protagonisti della manifestazione, gli studenti, i ragazzi, liberi, coscienti del perché erano lì, preparati, in una corale lezione di educazione civica, da professori attenti, forse delusi dalla scuola come apparato, ma che non hanno perso la voglia di insegnare, lasciare il segno,come dice l’etimo della loro professione, ed oggi l’hanno fatto.
Come hanno ben lavorato “Noi”, “il Forum Giovanile” e la “Sak Be”, le tre associazioni che si sono spese ed impegnate per questa manifestazione patrocinata, incentivata, voluta dall’amministrazione comunale, ben rappresentata dai gruppi d’opposizione e maggioranza, dalla presenta della giunta, e guidata da Salvo Messina, che ha fatto gli onori di casa al suo collega (dai passaggi istituzionali fino a far scoprire le caratteristiche anche del buon gusto del paese).
Presenti, nel dettaglio le classi dell’Alberghiero e delle Medie di Brolo, le scuole Medie di Ficarra, studenti del liceo pattese e degli istituti orlandini, ed una rappresentanza dello Juvara di Palermo e del Tecnico per Ragionieri di Troina, scuole attualmente impegnate in uno stage formativo a Brolo. Tra i partecipanti che hanno preso parola alla sala Rita Atria che ha visto la partecipata di un gruppo dell’alberghiero, protagonista di un breve recital di poesie e testi curato da Turi Schepis anche il consigliere comunale orlandino Alessio Micale.
Cori da stadio, ma ci stavano tutti, all’indirizzo del giornalista Giuliano Ferrara, per le sue ultime esternazioni, infelici e fuori luogo, sulla Sicilia e sulla mafia & siciliani. Le foto per mostrare una giornata fatta di sole, di primavera avanzata, di futuro, di presa di coscienza di una Brolo che vede crescere la sua “meglio gioventù”.
Chi è Raffaele Vitale
E’ il giovane sindaco di Parete, un paese in provincia di Caserta, che, alcuni giorni fa, quando ha visto che la processione in onore di Maria Santissima della Rotonda, patrona del paese, si fermava sotto la casa di un parente del boss Bidognetti, non ha esitato a sfilarsi la fascia tricolore ed andare via.
Un gesto coraggioso che il prefetto di Caserta, Carmela Pagano, complimentandosi, l’ha definito un atto, «che vale più di cento convegni sulla legalità».
«Il mio gesto – racconta Raffaele Vitale - era doveroso per dare un messaggio chiaro alla comunità. Ho voluto dire che qui ci sono istituzioni che lottano per smantellare questo substrato culturale che vede ancora un fascino nella camorra. Nulla contro la carità cristiana, ma «no» a messaggi che possono essere letti come sudditanza» -
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ufficio stampa comune di brolo
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