Festa della Liberazione: la filastrocca del 25 aprile di Mimmo Mòllica

Festa della Liberazione: la filastrocca del 25 aprile di Mimmo Mòllica 25/04/2024 - La «Filastrocca del 25 aprile» di Mimmo Mòllica ricorda la liberazione dell'Italia dalla dittatura fascista e dall'occupazione nazista. Una data importante per adulti e bambini, da non dimenticare per dire 'no' ai totalitarismi e a tutte le guerre. Sempre e in  ogni luogo, «meglio fiori che armi». «Filastrocca del 25 aprile» di Mimmo Mòllica

SINDACATO PUBBLICO IMPIEGO: QUESTA CASTA QUANTO COSTA?

I sindacati sono pilastri della crescita democratica di un Paese e devono salvaguardare e sostenere i diritti di tutti i cittadini. Voglio, però, affermare contestualmente che non tocca allo Stato “sostenerli” economicamente
Catania, 01/06/2013 - Non condivido, in particolare, che il personale titolare di servizio pubblico, dipendente statale che non lavora nella sede di competenza perché comandato, sia stipendiato dallo Stato.
In sintesi, sono del parere che i sindacati debbano sostenersi con gli introiti degli iscritti e con eventuali contributi volontari, ma non con i soldi dello Stato.

Quanto costa in Italia la casta sindacale del Pubblico Impiego?

In data 24 maggio 2013 è stata sottoscritta l’Ipotesi di CCNQ per la ripartizione delle prerogative sindacali alle organizzazioni sindacali rappresentative nei comparti per il triennio 2013-2015.
Tale ipotesi distribuisce i contingenti dei permessi e dei distacchi sindacali tra le confederazioni e organizzazioni sindacali che sono state dichiarate rappresentative nei comparti di contrattazione collettiva nel triennio 2013-2015, ai sensi dell’art. 43, comma 6 del d.lgs. n. 165 del 2001.

L’ipotesi in parola secondo l’ARAN non comporta alcun incremento della spesa pubblica poiché restano invariati i contingenti dei distacchi e dei permessi concessi. Non si è riusciti a tagliare ai sindacati del pubblico impiego nessun contingente nonostante la spending review e i tagli generalizzati al welfare. Tutti possono consultarla e scaricarla dal sito http://www.aranagenzia.it.

Nonostante la rivolta morale e civile del paese contro tutte le caste del Paese, rimane inossidabile il potere di veto e di conservazione dei privilegi del sindacato del Pubblico Impiego che, a spese della collettività, continua a mantenere un colossale apparato burocratico a carico del bilancio dello Stato.
Ricordiamo che i sindacati, pur incassando regolari quote d’iscrizioni che il Tesoro versa mensilmente ai loro tesorieri, continuano a essere delle organizzazioni private ma sganciate da qualsiasi obbligo fiscale e patrimoniale cui invece sono soggette le società e le organizzazioni soggette alle regole del codice civile. In Sicilia abbiamo potuto verificare che i controlli sui permessi sindacali sono poco severi, al punto che i sindacati non comunicano a inizio d’anno scolastico all’amministrazione l’elenco dei propri dirigenti che possono fruire dei permessi.

Vogliamo leggere i numeri dei distacchi e dei permessi e cercare di quantificare il finanziamento indiretto della collettività a carico del bilancio dello Stato?
Si tratta di macro numeri perché a leggere tutte le tabelle contenute nelle 24 pagine di accordo, si entra in un ginepraio che sembra fatto apposta per rendere difficile, tra deroghe ed eccezioni, ricavare una qualche logica in questa ripartizione tipo assalto alla diligenza.

Salvo errori ed omissioni, abbiamo 540 +98 distacchi nel settore degli Enti Locali regionali provinciali e comunali e 380+110 per la sanità e 1.313 per i ministeriali e la scuola.
A questi distacchi vanno aggiunti i permessi retribuiti a carico delle casse dello Stato pari n. 99.423 per gli Enti Locali e a 91.278 per la sanità e 196.213 per gli altri comparti.
I distacchi complessivi in tutto il pubblico impiego ammonterebbero dunque a 2.441 unità di dipendenti che lasciano vuoto il loro posto di lavoro che vanno a lavorare come sindacalisti contro il loro datore di lavoro pagati dallo stesso per svolgere spesso un compito e una funzione di contrasto e di confronto contro gli interessi della Pubblica Amministrazione.
Non dimentichiamo, ancora, che i “comandati” dovranno essere sostituiti da altri lavoratori supplenti o precari che coprono, come avviene nella scuola, le cattedre lasciate libere.

Il costo per la collettività è quindi pari al doppio e cioè a 4.882 dipendenti tra titolari e sostituti. Dallo stesso sito del governo ricaviamo che la retribuzione media di un dipendente dello Stato è di euro 33.396, perché possiamo utilizzare per avere un ordine di grandezza delle dimensioni del fenomeno arrivando a una cifra di euro 163 milioni.

A questo costo va aggiunto quello dei permessi orari che ammontano complessivamente a ore 386.914.
Il costo medio di un’ora di lavoro dello statale c’è fornito dalle statistiche della Banca d’Italia ed è pari a 20 euro/h. Il totale fa euro 7.738.000. E in questo non consideriamo il costo di sostituzione del personale in permesso perché diamo per scontato che non venga in genere sostituito, anche se è chiaro che nella scuola non si può lasciare scoperta un’ora di cattedra perché si utilizzano le ore eccedenti o altri sistemi di autofinanziamento dal fondo dell’istruzione scolastica.
Il costo dell’apparato burocratico sindacale per il 2014 ammonterà a più di 170 milioni di euro arrotondati in una stima e precauzionale per difetto.

Possiamo avere il diritto di chiederci se è tollerabile e giustificabile un esborso di 170 milioni a favore di soggetti privati che avrebbero invece tutte le possibilità di autofinanziarsi con le quote deleghe trattenute ogni mese sugli stipendi dei dipendenti iscritti alle varie organizzazioni?
In un momento di forte disgusto da parte dei cittadini avverso il finanziamento pubblico dei partiti e dei rimborsi fasulli alla casta dei politici e di tagli lineari insopportabili è morale mantenere questo privilegio nei confronti della casta sindacale del Pubblico Impiego?

Giuseppe Luca
Direttore Responsabile della “Letterina” ASASI

Commenti

  1. Questa e' la punta dell'iceberg!!
    La connivenza tra sindacato e politica crea una inefficienza del sistema difficicilmente quantificabile, ma certamente molto superiore al danno diretto.

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  2. Senza molti sindacalisti a difendere i posti di lavoro, sarebbero giù dismessi da tempo anche i servizi ai cittadini.

    Il Responsabile della "Letterina" si documenti meglio e scopriirà che le prerogative sindacali sono già state tagliate.

    Per il resto siamo pieni di statistici "del pollo" pronti a mettere insieme situazioni non confrontabili (magistrati, professori, politici, dirigenti fanno media con l'esercito dei dipendenti a 1000 euro al mese che come per magia diventano nabbabbi...).

    Attenzione che queste manovrine servono solo a smantellare il pubblico a favore del profitto privato

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    1. 1)TROPPI sindacalisti difendono lo stipendio piu che il posto di lavoro,i servizi ai cittadini sarebbero migliori a parita di spesa con un sistema efficiente.
      2)Certamente non abbastanza.
      punti 3) e 4) non si capisce la logica di queste affermazioni nel contesto!

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