Traffico di migranti. La Polizia di Stato di Palermo chiude più di 700 siti di trafficanti di esseri umani

Traffico di migranti. La Polizia di Stato chiude più di 700 siti di trafficanti, per attrarre i 'clienti' con indicazioni sulle tariffe.  16 sett - Traffico di migranti provenienti dalle rotte maghrebine, la Polizia di Stato di Palermo, in collaborazione con la locale Sisco e con il coordinamento del Servizio centrale operativo, ha avviato il monitoraggio delle pagine social ed i profili utilizzati dai trafficanti di esseri umani per promuovere i viaggi illegali dalle coste nordafricane a quelle nazionali. Le analisi sono state condotte anche dai poliziotti della Squadra mobile di Palermo.  Le associazioni criminali si servono dei social network per pubblicizzare le proprie attività illegali e sponsorizzare i servizi di trasporto. Diversi sono i contenuti utilizzati dai gestori di quelle pagine per attrarre nuovi "clienti", in alcuni casi venivano offerti prezzi scontati per donne e bambini, nonché veri e propri pacchetti viaggio per famiglie.  Nei siti erano ind

LAMENTARSI COME INCAPACITÀ DI ASSUMERSI LE PROPRIE RESPONSABILITÀ

di Silvana PARATORE -  Messina, 25/07/2013 - Elaborare pensieri negativi e lamentarsi di fronte alle situazioni poco piacevoli della vita è purtroppo un atteggiamento diffuso che purtuttavia nasconde un insidia molto pericolosa. La cosiddetta “lagna”, blocca la capacità di prendersi la responsabilità delle proprie azioni, impedendo di fatto, di agire e provare a modificare lo stato delle cose.
Lamentarsi produce risentimento e rabbia, rende incapaci al cambiamento, distorcendo la percezione della realtà. Taluni, ignorantemente, si ritengono essere vittime di qualche ingiustizia che li porta a sottovalutare il senso delle loro azioni . Chi si lamenta nega l’imputabilità di quel che gli accade. E dare la colpa agli altri è solo un’altra scusa per non assumersi la responsabilità di quello che succede.
Il segreto è piuttosto ascoltare, riflettere, ponderare, valutare, osservare, percepire, prima di autoalimentare continuamente pensieri negativi cercando la commiserazione altrui.

Tra l’altro chi è abituato a lamentarsi, a riferire ad altri su circostanze talvolta riservate che violano anche il diritto alla privacy di quanti ne sono a vario titolo coinvolti, oltre a vivere male loro stessi non rendono felici neppure gli altri. Quest’ultimi che, un po’ per curiosità, un po’ per l’incapacità di fuggire con la scusa di un improvviso impegno, un po’ perché inclini a “foraggiare” informazioni e pettegolezzi, un po’ per compassione e/o pena, si ritrovano ad essere destinatari di lamentele, dovrebbero, piuttosto che essere complici di un meccanismo perverso che non condurrà da alcuna parte, aiutare, quanti si “lamentano”, a fare un esame di coscienza colpevolizzando se’ stessi sulle conseguenze delle proprie azioni.

La celebre frase esistenzialista “l’inferno sono gli altri” esprime non solo il rifiuto degli altri, ma anche l’insofferenza per l’impossibilità della propria autosufficienza.
Le convinzioni sbagliate che sono il frutto dell’ignoranza, dell’inesperienza e della motivazione egoistica sono la causa di molti problemi. L’egoista mantiene le distanze ed è aggressivo e lamentoso. L’ignoranza esalta l’egoismo e soprattutto la ricerca della soddisfazione immediata! Ma qualunque genere di soddisfazione immediata diventa nel medio e lungo periodo la propria rovina.
Chi lamentandosi, non riconosce i propri errori, oppure non è disposto ad ammettere le proprie colpe, continuerà a vagare nel buio. L’arte del lamentarsi è comoda, non richiede particolare dispendio di energia, permette di rimanere adagiati nella condizione del “non faccio nulla… sto a guardare ed aspettare!!!!”.

Accettare le responsabilità è il modo migliore per crescere come persona. Avere sbagliato in passato e continuare a ripeterlo non aiuta. Esiste solo il presente ed è questo l’unico momento su cui intervenire per cercare di diventare nella vita migliori.

Silvana PARATORE

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